Piccole storie, forse anche un po’ “vignobili”, al supermercato3 min read

Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così solita e banale come tante” cantava anni fa Francesco Guccini la frase mi è tornata in mente scorrendo un depliant, uno dei tanti che ti infilano nella cassetta delle lettere.

Non so come la pensate voi sulla vendita dei vini nella grande distribuzione: io credo sia una sfida interessante,  da giocare, e da molti anni all’estero è anche vincente. Aggiungo che in Francia le foires aux vins sono un qualcosa che andrebbe esportato.

Purtroppo in Italia siamo fatti male ed è nostra natura da una parte non prendere una posizione precisa, dall’altra cercare di fare brutalmente il nostro “particulare”, il tutto naturalmente non riuscendo a gestire in maniera chiara le situazioni che si possono creare.

La piccola storia, forse un po’ “vignobile” inizia (senza che io lo immaginassi) durante gli ultimi assaggi franciacortini. Visito Uberti, cantina di alto livello con vini che a me piacciono molto e mi viene da domandare se vendano alla grande distribuzione. Mi viene  risposto immediatamente di no, salvo precisare che sai…non si può mai sapere cosa tizio può dare a caio…insomma la solita storia italiana di distributori, che mi interessa relativamente e quindi mi scordo immediatamente.

Me la ricordo però subito quando stamani mi è capitato sotto gli occhi un depliant della PAM Superstore/Panorama dal nome per me accattivante “La stagione del vino”, dove in una pagina dedicata a vini spumanti ho trovato una serie di piccole storie abbastanza “Vignobili”.

Per prima cosa vedo il Franciacorta Francesco I di Uberti a 19.99€  e ripenso subito al discorso fatto in cantina: probabilmente tizio ha dato qualcosa a caio. Ci sono altri franciacorta in “offerta”, da Bellavista a Contadi Castaldi, ma tutti questi vini hanno una caratteristica comune: il prezzo non certo conveniente e spesso superiore a vari rivenditori online. Ecco quindi le prime due piccole storie. Da una parte la cantina che non sa dove si trova il suo vino (ma…sicuri che non lo venda direttamente? E se lo vendesse cosa ci sarebbe di male?) e dall’altra la grande distribuzione che finge di fare offerte quando invece fa pagare il vino semplicemente il suo prezzo o qualcosa in più. In generale una bella mancanza di chiarezza.

Nell’altra pagina invece trovo una piccola storia opposta, quella di un grande vino venduto ad un prezzo molto più basso del normale. Sto parlando del Giulio Ferrari (l’annata non viene riportata)a soli 55€, quando come minimo costa almeno 20 euro in più. Uno sconto incredibile e mi viene da domandarmi a che prezzo e in che modo Pam/Panorama abbiano avuto il vino.

Noto inoltre, quasi come ciliegina sulla torta, che accanto al Giulio Ferrari si trova un prosecco che costa un decimo e, mettendomi nei panni dei Lunelli, un po’ mi incazzo.

Perché, cari Pam/Panorama/ mettete il vino più importante di una grande casa spumantistica ad un prezzo praticamente irrisorio (ma quante bottiglia potrete avere da vendere a quel prezzo…) e per di più lo piazzate accanto ad un prosecco (peraltro buono) che è fatto in maniera completamente diversa e naturalmente costa 10 volte meno?

Da una parte create problemi a Ferrari che in qualche modo dovrà giustificare il perché di quel prezzo ad agenti, enotecari e ristoratori, dall’altra proponete anche un confronto impossibile, perché quasi tutti quelli che vedranno quel depliant (sicuramente non sommeliers) penseranno come minimo “Ma guarda quanto fanno pagare un vino questi qua…che tempi!”

Insomma Ferrari (sempre se non hanno venduto loro stessi a prezzo ribassatissimo il Giulio, cosa che sinceramente non credo possibile) avrebbe tutte le ragioni per arrabbiarsi.

Ma le piccole storie vignobili devono avere almeno una giusta conclusione: così, dato che le offert inizieranno il 16 ottobre, lo stesso giorno andrò nel PAM megastore a un chilometro da casa mia per vedere “in faccia” quale Giulio Ferrari sia quello messo in vendita a 55€

Ci ho fatto un salto anche oggi, trovando solo il Francesco I, ma a 21.99€.

Vi farò sapere.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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