E luce, anzi Erbaluce di Caluso sia!1 min read

Prima di bere l’Erbaluce di Caluso Le Chiusure di Favaro credevo esistesse solo la versione passito. Una piccola chicca che nei corsi AIS del tempo (2000) veniva decantata come uno dei migliori passiti d’Italia e così ne acquistai qualche bottiglia.

La tipologia Secco, in particolare questa versione della cantina Favaro di Piverone (nel Canavese) è senza dubbio più interessante.

Camillo Favaro

Le Chiusure 2017 è, al contrario di ciò che suggerirebbe il nome, un Erbaluce di grande apertura che si destreggia tra delicati profumi di fiori di campo e un saporito, sul filo del salino, profilo gustativo.

L’ho trovato particolarmente equilibrato, forse grazie anche a una sensazione fruttata ben delineata. Una bottiglia con dei romagnolissimi tortelloni burro, salvia e Parmigiano dura veramente poco. Per saperne di più sull’Erbaluce cliccate qui:

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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