Degustazione Gavi: una serie di belle sorprese3 min read

Comincio a pensare che certi territori viticoli abbiano una vita propria e come tali provino sentimenti come l’amore e la gelosia. MI è venuto in mente mentre assaggiavamo i numerosi campioni di Gavi 2021(e di altre annate) che quest’anno il consorzio ha raccolto e inviato in sede.

“Vuoi vedere – è stato il mio incipit di fronte all’ennesima serie di Gavi di alto livello – che il territorio del Gavi ci ha visto parlare bene del “cugino” Timorasso  e così vuol dimostrare che il Cortese non ha niente da invidiare a quel vino-vitigno?”

Lasciando da parte gli scherzi erano anni che non trovavamo Gavi così convincenti, anche se alcuni problemi legati al cambio climatico non possono non essere presenti.

Intanto siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla quasi mancanza di quelle note agrumate che oramai impazzano in molte denominazioni. Forse l’uva cortese non ha molti tioli, forse si continuano a preferire strade classiche, fatto sta che gli aromi del cortese sono sempre… cortesi e non puntano a imitare mode o percorsi enologici imperanti ma rimangono centrati su belle note floreali.

Altro discorso è quello legato al cambiamento climatico: indubbiamente molti vini hanno mostrato acidità non molto alte, tuttavia in generale è presente un certo equilibrio, anche grazie a una discreta rotondità e a un corpo più definito, che in anni passati mancava.

Bisogna anche notare che, per fortuna solo in alcuni casi, il ricorso a qualche grammo di zucchero residuo forse serve a mantenersi il mercato ma distoglie i produttori e noi dalla vera natura del vitigno e del territorio.

Altra caratteristica dei Gavi 2021 è l’alcol, meno ridondante rispetto al passato. Molti si attestano sui 13°, che non è poco, ma probabilmente le caratteristiche dell’annata lo rendono più fuso con il vino.

Ma veniamo ad altri tratti positivi, in qualche caso molto positivi.

Cortese

Potremmo definire questa degustazione come “quella delle sorprese”: sorprese sia da piccoli produttori che da cantine sociali, sorprese per i diversi vini di “struttura antica” basati sulla freschezza e presentati dopo qualche anno. Sorprese perché in qualche 2021 abbiamo ritrovato i tratti sia aromatici che strutturali, quasi austeri, dei Gavi di 15-20 anni fa, sorprese per alcuni campioni che hanno dimostrato la versatilità in invecchiamento del cortese e, last but not least, sorprese perché mai come quest’anno abbiamo avuto annate “d’antan” così convincenti e di alto profilo.

Cosi, di sorpresa in sorpresa siamo arrivati ad avere un numero importante di Vini Top e comunque una media punti veramente alta, forse la più alta di sempre.

Quindi complimenti al Gavi!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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