Degustazione Fiano di Avellino e Greco di Tufo: sempre buoni ma qualità… scaglionata negli anni4 min read

Oramai da tempo il nostro appuntamento con i bianchi irpini DOCG si fonde con le giornate di Campania Stories. E’ diventato quasi un rito degustare Fiano di Avellino e Greco di Tufo serviti in maniera perfetta da bravi sommelier  e avere così tempo per degustare con calma e riflettere su questi vini, sulle annate presentate e sulla situazione generali dei bianchi irpini.

Partiamo prima di tutto dalla vendemmia  2021, di difficile definizione ma che quasi sicuramente rientrerà tra quelle “tropicali” cioè con  estati molto calde e scarse precipitazioni.

Partiamo da questo dato per approcciarci all’assaggio tenendo però presente un altro parametro importante è cioè che oramai da diversi anni queste due DOCG irpine devono essere suddivise “in due”: da una parte i vini che escono nell’anno successivo alla vendemmia e dall’altra quelli che andranno in commercio negli anni successivi. Per quanto riguarda quelli del primo anno occorre fare un’ulteriore suddivisione: quella tra vini comunque semplici e abbastanza pronti e quelli  che entrano in commercio per motivi vari ma che pronti assolutamente non lo sono, anzi.

Fiano

Detto questo partiamo dal Fiano di Avellino 2021 che in generale non mostra grandissima freschezza, uniformandosi a quanto detto sopra. Il corpo c’è, senza dubbio, ma manca quella dinamicità che forse troveremo in quelli che usciranno l’anno prossimo.  Questo penso di averlo capito da alcuni Fiano di Avellino che fanno parte della “seconda fascia” e che hanno già di partenza una sapidità e freschezza maggiore. Dal punto di vista dei profumi torno su un vecchio argomento e cioè quello di un certo livellamento (anche se verso l’alto) delle gamme aromatiche, almeno nei vini giovani. Questo può dipendere da vari fattori ma comunque i Fiano di Avellino, er adesso mostrano gamme di frutta bianca matura e delle note floreali. La complessità verrà con il tempo e quindi, a maggior ragione, aspettiamo le uscite future.

I Greco di tufo 2021 sono invece non solo più freschi ma anche più dinamici e qualcuno mostra anche quello che io chiamo “tannino da Greco” ,che porta indubbiamente un bel contributo  a rendere questo vino “giustamente movimentato”. Magari non hanno grande profondità ma svolgono egregiamente la loro funzione. Dal punto di vista aromatico mi contraddico immediatamente in quanto i migliori 2021 hanno quasi tutti una leggera nota “mineral-sulfurea” estremamente piacevole. Alcuni (non molti per fortuna), anche di cantine molto blasonate, invece puntano senza mezzi termini su sentori estremamente agrumati che mai si sono sentiti in zona. Fanno sicuramente parte “dell’onda agrumata” che sta attraversando lo stivale, di cui ho parlato qui e che spero passi alla svelta.

 In definitiva, viste le prime uscite, darei un 6.5 ai Fiano 2021 e un 7+ ai Greco 2021.

Veniamo adesso ai vini del 2020 e qui le cose cambiano. L’anno scorso  avevamo definito l’annata, per i vini appena usciti “ piuttosto silenziosa dal punto di vista aromatico e ancora incerta in bocca. Sicuramente se riassaggiassimo diversi di questi vini tra un anno la valutazione cambierebbe”. Non abbiamo riassaggiato gli stessi vini ma le cose sono comunque cambiate, in meglio naturalmente. Nasi più distesi e aperti ma soprattutto armonica profondità gustativa che ricorda a tutti quale è il vitigno principe campano, rossi compresi. Pur non essendo di fronte ad un’annata eccezionale molti 2020 mostrano sin da ora le stimmate del vino che può maturare come minimo 10 anni. Lo dimostrano quelli di altre annate degustati tra cui spicca un 2013 giovanissimo. Insomma, il Fiano parte lento ma recupera e dopo 24-30 mesi  prende la giusta velocità che  lo porterà  molto, molto avanti.

I Greco di Tufo 2020 ci erano piaciuti già lo scorso anno e quest’anno non possiamo che confermare, con un’annotazione e cioè che oramai il Greco ha perso ogni timore reverenziale rispetto al Fiano è può invecchiare come il nobile dirimpettaio. Forse avrà meno complessità aromatica andando avanti nel tempo ma oramai non ci sono dubbi che possa maturare e migliorare anche lui per molti anni. I 2020 sono adesso giustamente profondi e molto piacevoli e siamo convinti che lo resteranno per  diversi anni. Anche qui non siamo all’annata del secolo però i Greco di Tufo 2020 sono degli ottimi vini. Anche tra i Greco di Tufo abbiamo trovato esempi reali di come possono invecchiare bene, per esempio con un 2009 veramente incredibile.

In definitiva darei ai Fiano di Avellino  e ai Greco di Tufo del 2020 un bel 8.5, confermando così il voto dello scorso anno.

Che meritino lo stesso voto lo dice anche il numero dei Vini Top, ben 11, quasi equamente suddivisi:  6 al Fiano di Avellino e 5 al Greco di Tufo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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