Colli Berici: tai rosso il vitigno “sparigliatore” su cui puntare2 min read

Quest’anno i nostri assaggi nei Colli Berici (per qualcuno ancora Colli Iberici…) si sono incentrati soprattutto sui rossi, in particolare sul vitigno che per noi può veramente spiccare nel panorama italico e fare la differenza. Stiamo parlando del tai rosso, ovvero del grenache.

I produttori locali sembrano aver scoperto solo da poco tempo di avere nei vigneti questo “vitigno sparigliatore”, perché con i suoi profumi intensi di frutta , la sua morbida rotondità da non scambiare con semplicità gustativa, potrebbe compiere una piccola rivoluzione e occupare il posto del vino da “tuttopasto”, del rosso “adatto alle signore che non bevono rosso perché ha troppi tannini e pochi profumi, non come il Gewurztraminer”, insomma del vino giovane, piacevole con ottime capacità di abbinamento e che non disdegna di essere bevuto fresco.

Prima di arrivare a questo punto bisognerà che la massa critica aumenti (siamo a nemmeno 100 ettari vitati) e che i produttori locali si rendano veramente conto di avere un vitigno con caratteristiche particolari su cui puntare seriamente. Tanto seriamente che da vino d’annata potrebbe e dovrebbe divenire vino di qualche annata, cioè mantenere le sue doti di freschezza per almeno 3- 4 anni. Qualche cantina ci sta provando, come quela che ha ottenuto il maggior punteggio della nostra degustazione con un 2015,  ma la maggioranza lo presenta come una specie di  (mi si perdoni il gioco di parole) grenajolais, cioè come prodotto da bere giovanissimo.

Va pure bene ma per noi il futuro passa attraverso un tai rosso che possa “maturare  in freschezza” per almeno 2-3 anni.

I 2017, vista l’annata molto calda,  non sono proprio quelli da cui partire: hanno buoni profumi ma spesso già abbastanza maturi, mentre in bocca si mantengono ma non possono certo puntare a doppiare l’anno. Sicuramente i 2016 erano molto più rotondi, equilibrati e armonici e riassaggiando alcuni vini dello scorso anno l’abbiamo potuto toccare “con bocca”.

I Colli Berici si trovano vicino a Vicenza e quando si parla di queste zone  viene quasi spontaneo pensare a cabernet, merlot e carmenere. Ne abbiamo assaggiati un discreto numero e, specie cabernet (franc e sauvignon) e carmenere hanno bella nitidezza espressiva e un corpo abbastanza importante con tannini di buona fattura. Purtroppo qualcuno non sa assolutamente dosare il legno e i risultati sono vini imbevibili.

Insomma, alla fine dei salmi puntare sul tai rosso ci sembra la vera strada da perseguire, magari anche in uvaggio con cabernet e carmenere nel Colli Berici Rosso.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


DEGUSTAZIONI CORRELATE


LEGGI ANCHE