Chianti Classico Collection 2023 con l’annata 2021, più da pubblico che da critica3 min read

In occasione della Chianti Classico Collection la Stazione Leopolda ci accoglie con gli stessi spazi immensi, i soliti tavoli ben distanziati, le luci giuste, i moltissimi Chianti Classico da degustare, ma con una sorpresina per noi giornalisti, per i sommelier che curano il servizio e anche (credo) per i responsabili del Consorzio: la app con cui bisogna ordinare i vini (invece di usare i  vecchi e infallibili metodi che prevedono  carta e penna…) prima funziona male, poi funzionicchia e poi, dopo una sequela di contumelie elevate al Santo Appio, (protettore delle app) viene sostituita da, appunto, carta e penna. Questo però fa perdere tempo (molto), non fa concentrare a dovere e a qualcuno (al sottoscritto per esempio) fa anche venire voglia di andarsene.

Ma resisto e così riesco a concentrarmi sulla vera anteprima, cioè l’annata 2021. Circa 65 Chianti Classico in degustazione di cui una quindicina  campioni da botte.

Di questa annata, grazie ad un illuminate colloquio con un baldo giovine durante il pranzo, darò due versioni.

Versione da vecchio assaggiatore.

Non certo una grande annata ma che per fortuna mostra, nella stragrande maggioranza dei casi una buona freschezza sia al naso che al palato. Al naso spiccano più note floreali e balsamiche che non fruttate, mentre adesso il palato è un po’marcato da tannini asciutti e in qualche caso (sicuramente per colpa di imbottigliamenti recenti) amari. Per assurdo sembrerebbe quasi un’annata fredda e invece è stata molto calda e siccitosa. Sicuramente i produttori sanno come regolarsi con i cambiamenti climatici e i risultati sono dei Chianti Classico che mi ricordano vendemmie del tutto diverse, tipo la 1993 e la 1994. Sicuramente i vini avranno bisogno di bottiglia, molto più di annate come la 2019 e magari la cosa migliore sarebbe cominciare a berli dopo l’estate. Questo è quello che faremo noi per la nostra guida, se qualcuno intanto volesse un voto all’annata in questo momento sono incerto tra il 6.5 e il 7–.

Versione da giovane degustatore attento.

“Sono vini che vanno giù benissimo, hanno freschezza e per bere un calice abbinato ad uno spuntino sono adattissimi. Non hanno molto corpo ma questo è quasi un pregio, perché a tanti giovani i vini strutturati non vanno giù. Questi Chianti Classico 2021 sono vini non molto impegnativi  e  diventeranno molto piacevoli, non hanno difetti  e anzi mostrano già una discreta beva.” Non gli ho chiesto un voto all’annata ma sicuramente sarebbe stato attorno a 8 abbondante.

Questa chiacchierata mi è servita molto perché sono riuscito a vedere un altro mercato per questo vino, che forse è anche quello più importante e non è fatto da attempati degustatori che spaccano il capello in quattro ma da giovani che vogliono un rosso piacevole, non certo “pesante” o molto tannico e dai buoni profumi.

In definitiva l’annata 2021 credo sia un’annata “più da pubblico che da critica” e questo è forse il complimento migliore che posso fare a questa vendemmia.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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