Durante una degustazione particolare, che metteva a confronto sangiovese e agiorgitko e di cui parlerò tra qualche giorno, ci è capitato in degustazione un sangiovese fatto sull’Etna che però ricordava le caratteristiche del vitigno rosso etneo per eccellenza, il nerello mascalese. Ci siamo messi così a parlare delle somiglianze/differenze tra queste due uve/vini e uno dei partecipanti alla degustazione, quasi per scherzo, ha scritto ad un suo contatto etneo, personaggio che conosce benissimo l’areale, chiedendo un parere in merito e, quasi di sfuggita, se è possibile che sull’Etna sia stato piantato del sangiovese, magari scambiandolo per nerello mascalese.

Ci saremmo aspettati una risposta con una negazione secca e invece, dopo una serie di motivazioni agronomiche e enologiche, la risposta finale ha lasciato spazio alla reale possibilità che addirittura una discreta fetta di nerello mascalese etneo possa in realtà essere sangiovese.
A questo punto chiedo a voi e tra voi a chi conosce bene il mondo del vino etneo se, a parte chi lo dichiara in etichetta come il produttore di Tenuta Benedetta, sia possibile che ci sia del sangiovese sull’Etna e eventualmente se in maniera minimale o più sostanziosa. Del resto se il sangiovese è il vitigno rosso più piantato in Italia con circa 68.000 ettari ed è presente in moltissime regioni, niente vieta che si possa trovare anche in Sicilia e sarebbe interessante capire dove, in che quantità e in particolare quanto ne sia stato piantato sull’Etna.