Castellina in Chianti attraverso la penna di Armando Castagno3 min read

Mi è veramente dispiaciuto di non esserci stato il 22 Febbraio a Roma per la presentazione del libro di Armando Castagno dedicato a Castellina in Chianti, ma del resto abito in Romagna, che non è proprio nella periferia romana.

Armando Castagno durante la presentazione del libro con Enrico Pozzesi (a destra)

Ovviamente il libro l’ho acquistato, ma un conto è consultarlo e un altro esserci di persona. Il libro celebra i primi vent’anni dell’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti che lo hanno commissionato. Non esserci stato mi ha precluso la possibilità di fare qualche domanda all’autore e quindi mi appresto a parlare del libro “alla cieca”, affidandomi solo alla mia interpretazione. Balza agli occhi il titolo in grande sulla copertina che esclude qualunque possibilità di acquisto per errore: “Castellina in Chianti”. Se pensate di acquistarlo per avere una carta aggiornata dei vini prodotti resterete delusi, il libro non parla dei vini, almeno non in senso classico di stilare punteggi, gerarchie, stili e note di assaggio.

Di cosa parla allora, visto che Castellina in Chianti è terra da vino? Parla di tutto ciò che serve a produrre vino: il territorio e le persone. La prima parte, diciamo fino a pagina 43, aiuta il foresto a prendere piena consapevolezza del territorio del Chianti Classico, di cui Castellina è comune importantissimo.

Vi si spiegano le vicende storiche, il patrimonio artistico-culturale che lo permea, i toponimi e anche le basi di un’economia che resta sostanzialmente rurale. A sua volta l’area viticola è stata vivisezionata in 15 unità vocazionali, che non sono sottozone ufficiali o UGA, (Castellina è una delle UGA) ma porzioni di territorio che mostrano alcuni caratteri di omogeneità. Queste pagine si leggono d’un fiato, grazie alla chiarezza espositiva della scrittura di Armando.

Se, come il sottoscritto, pensate di fare una gitarella in Castellina, non dimenticatelo a casa, perché le pagine dalla 64 alla 352 vi torneranno oltremodo utili. Vi si tratteggiano i profili delle persone, e qui veniamo al sottotitolo del libro che recita Territorio, Vino, Persone. 37 interviste a produttori realizzate in presenza da Armando, che danno modo al lettore di entrare in sintonia con gli intervistati attraverso aneddoti, trascorsi e vicende famigliari. A mio avviso la parte più bella e appassionante che andrebbe letta prima di visitare le aziende, come ho fatto io. Ma se lo leggete prima di un viaggio sarà come avere in testa una fotografia a colori di una comunità di persone che vivono in luoghi baciati dalla fortuna ma modellati dal lavoro e dall’azione dell’uomo.

CASTELLINA IN CHIANTI, Territorio, vino, persone

384 pagine, (19,5×25,5) rilegato copertina rigida

Euro 50,00 (ben spesi)

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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