Barolo 2015: una grandissima annata!3 min read

Si chiude col botto la nostra serie di degustazioni di Langa, che era partita dai Dolcetto d’Alba (in compagnia dei  Dogliani e dei Diano)   per arrivare alle Barbera d’Alba e continuare  fino ai Barbaresco 2016. Una serie di degustazioni che abbiamo potuto fare grazie al grande aiuto del Consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, che ringraziamo ancora una volta.

In effetti non ci aspettavamo un risultato del genere da una vendemmia non certo glorificata dalla stampa di settore e forse anche poco considerata dai produttori stessi.

In realtà anche se siamo di fronte a una vendemmia abbastanza calda (dopo la 2014 ci voleva!) i vini sono assolutamente equilibrati e solo pochissimi casi hanno mostrato squilibri alcolici.

Il bello dei Barolo 2015 è che l’annata calda non ha portato a vini maturi ma a prodotti più pronti e gradevoli del normale, con nasi che mantengono importanti note fruttate ma già le fondono con sentori terziari di grande finezza. Le bocche mostrano tannicità imponenti ma aggraziate e dolci, con acidità ben equilibrate che rendono il vino elegante e rotondo.

Qualcuno potrebbe dire che questi sono tutti segnali di Barolo che stanno invecchiando precocemente, ma per noi sono invece segni inequivocabili delle stimmate di un’annata come non si trovava da tempo. Dal punto di vista aromatico una complessità e una profondità del genere non la sentivamo  da almeno 10-12 anni mentre la tannicità così vellutata ma decisa pone la 2015 nettamente al di sopra delle ultime 4-5 vendemmie e, se si eccettua la 2010, dobbiamo arrivare alla 2006 per trovare una grana tannica di questo livello.

Si potrebbe anche dire che dureranno meno nel tempo, ma visto che siamo di fronte a vini che mediamente possono maturare per almeno 30 anni, vorrà dire che i 2015 “dureranno” forse 5 anni in meno , ma da adesso sino almeno al 2035 saranno sicuramente godibilissimi. Inoltre le grandi annate da invecchiamento sono quelle equilibrate e nei 2015 di equilibrio ce n’è quanto ne vogliamo.

I risultati degli assaggi di oltre 200 vini non possono essere discussi. A parte alcuni che hanno “rischiato” di prendere 100/100 (considerando la nostra tirchieria è un risultato storico) ben 28 vini hanno ottenuto le nostre particolari menzioni e oltre il 75% ha ottenuto almeno 3 stelle.

I vini “top” sono sparsi un po’ in tutti i comuni, anche in quelli (tipo Monforte e La Morra) che per noi hanno sempre bisogno di tempo per affinare il tannino. Per la prima volta da quando facciamo la nostra guida delle cantine hanno ottenuto punteggi altissimi con tutti i vini presentati.

Insomma un risultato che ci spinge a consigliarvi di comprare almeno un Barolo 2015 e berlo durante le prossime feste. Il bello è che una bella fetta dei migliori ha anche prezzi assolutamente convenienti.

Siamo particolarmente felici di questo risultato perché dimostra come la nostra politica di “aspettare” ad assaggiare i rossi dopo l’estate sia vincente. Infatti i barolo 2015, anche se sono entrati in commercio da gennaio scorso, hanno cominciato ad essere consumati (a ristorante, in enoteca) da pochissimi mesi e quindi i nostri consigli, che riguardano vini degustati adesso e non 10 mesi fa, arrivano al momento giusto.

Tra poco entreranno in commercio i 2016, sicuramente una grande vendemmia, forse migliore della 2015 ma con tempi di evoluzione molto più lenti. Noi ne parleremo come sempre per ultimi, ma al momento giusto.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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