Barbaresco 2015, un’annata che ci voleva!2 min read

Ed eccoci a parlare, dopo aver indagato il mondo dei Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba , di uno dei pezzi da novanta della Langa, il Barbaresco. Lo possiamo fare grazie soprattutto al Consorzio del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, che ci ha raccolto i vini e poi li ha spediti nei nostri uffici. Infatti la nuova politica di Albeisa, che ha praticamente riservato ai soli giornalisti esteri Nebbiolo Prima, ci ha messo in serie difficoltà. Speriamo le cose cambino e si possa tornare in Langa come in passato.

Veniamo al Barbaresco 2015, figlio di un’annata che ci voleva, dopo una serie di vendemmie che andavano dal clima sahariano  (2011-2012) alla stagione delle piogge (2013-2014). Anche in queste vendemmie la denominazione ha prodotto ottimi vini ma lavorando quasi sempre sulla difensiva, senza potersi esprimere con massima libertà. Dal punto di vista quantitativo è stata buona ma non certo eccezionale (inferiore sia alla 2016 che alla 2013 e di poco superiore alla 2014) e questo è forse servito a migliorarla un po’ dal punto di vista qualitativo, portando a vini equilibrati ed estremamente giovanili.

Una delle caratteristiche principali dei Barbaresco 2015 è infatti la netta espressione degli aromi primari: siano essi giocati sul frutto o sul floreale sono comunque di ottima intensità e spesso anche di buona complessità. Questi nasi portano a vini già piacevoli e godibili, caratteristica che viene amplificata da una tannicità sempre importante ma già leggermente più rotonda del normale.

Questo fattore potrebbe far pensare che i 2015 non abbiano un grande futuro davanti a loro: in realta siamo pronti a scommettere sull’esatto contrario perché crediamo che una delle caratteristica dell’annata sia l’equilibrio e quando i vini sono così di solito invecchiano bene. Lo abbiamo detto all’inizio che l’annata ha permesso ai produttori di lavorare  con maggiore tranquillità rispetto al recente passato e questo ha sicuramente permesso un risultato “buono subito” ma con belle carte da giocare per il futuro.

I nostri migliori assaggi (ben 11 vini top!) hanno praticamente tutti queste caratteristiche e inoltre, considerando che oltre i 2/3 dei vini degustati hanno superato la soglia degli 80 punti (noi non siamo di quelli che sparano voti modello tesi di laurea, non arriviamo a 97-98 centesimi ad ogni piè sospinto) sicuramente siamo di fronte ad una buona vendemmia generalizzata. Insomma, non per ribadire un concetto, ma quest’annata ci voleva!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


DEGUSTAZIONI CORRELATE


LEGGI ANCHE