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Fabrizio Calastri

Nomen omen: mi occupo di vino per rispetto delle tradizioni di famiglia. La calastra è infatti la trave di sostegno per la fila delle botti o anche il tavolone che si mette sopra la vinaccia nel torchio o nella pressa e su cui preme la vite. E per mantener fede al nome che si sono guadagnato i miei antenati, nei miei oltre sessant’anni di vita più di quaranta (salvo qualche intervallo per far respirare il fegato) li ho passati prestando particolare attenzione al mondo del vino e dell’enogastronomia, anche se dal punto di vista professionale mi occupo di tutt’altro. Dopo qualche sodalizio enoico post-adolescenziale, nel 1988 ho dato vita alla Condotta Arcigola Slow Food di Volterra della quale sono stato il fiduciario per circa vent’anni. L’approdo a winesurf è stato assolutamente indolore.

I segni del vino

Il vino ci parla. E lo fa attraverso il linguaggio dei segni che noi appassionati, degustatori, lettori, sommelier, possiamo interpretare sulla base delle nostre conoscenze e competenze. 

Una Regola sempre più “bianca”

La Regola è a Riparbella, una terra di confine: tra mare e collina, tra una zona vinicola emergente e quella più rinomata e blasonata di Bolgheri e non ultima tra le province di Pisa e Livorno con la loro storica -spesso folcloristica- rivalità.