Anteprima Sagrantino 2017 o Anteprima Montefalco 2021?3 min read

Dovendo degustare l’anteprima di un’annata tra le più calde degli ultimi 20 caldi anni forse sarebbe servita una giornata con clima diverso, con un sole che spaccava le pietre e invece Montefalco si è presentata con un cielo grigiolino e un venticello leggero.

Ma pensandoci bene è stato giusto così anche perché la 2017, pur calda, estrema e difficilissima, viene 14 anni dopo la 2003 e 5 anni dopo la 2012 (le annate certamente più hot del secolo) e grazie al tempo che passa e ai produttori che si attrezzano a gestire situazioni limite con un vitigno limite, si presenta con una veste meno aggressiva.

Certo stiamo parlando di Sagrantino e non di acqua fresca ma bisogna ammettere che il 2017 è un vino distante anni luce dalle due annate calde precedenti. L’alcol è in diversi casi domato o comunque non è squilibrato rispetto all’insieme, inoltre un buon numero di vini hanno sì tannini potenti e “infiniti” ma con corpo e grasso attorno e questo riesce ad ammortizzare tannicità importanti.

Purtroppo non tutti seguono questa strada ma per chi ha degustato sagrantino da almeno 30 anni e ha vissuto nel bicchiere tutte le annate calde del secolo questa 2017 è meno estrema e più vivibile.

Vivibile ma non certo pronta e non per niente molti aspettano ad uscire, visto che su 44 Sagrantino 2017 presentati quelli in commercio sono appena un terzo. Inoltre in tempi di generali “ammorbidimenti” di alcuni grandi rossi da invecchiamento (leggi Barolo, Barbaresco, Brunello), dovuti sia al clima che al mercato, il Sagrantino anche se cerca di nascere “in sottrazione” non può rinnegare se stesso ma solo conviverci, cercando da una parte di smussare i tannini, dall’altra di metterci attorno un corpo e una “grassezza” che li renda più abbordabili.

Siamo comunque di fronte ad un vino che deve fare i conti con i tempi che cambiano: il Sagrantino è e sarà sicuramente il vino immagine del territorio ma non è certo quello che fa fare i numeri e rimpolpare i bilanci. Da una parte il Montefalco Rosso e dall’altra i bianchi con vitigni come il grechetto e il trebbiano spoletino sono oramai i prodotti che assieme fanno la fetta più grossa del mercato. Lo abbiamo constatato grazie anche ai dati che ci ha fornito il Consorzio, da cui si vedeva che se una cantina produce una bottiglia di Sagrantino ne mette in commercio almeno due o tre degli altri vini del territorio.

Questo non vuol dire che il Sagrantino non avrà un futuro ma solo che le cantine locali negli ultimi 10-15 anni si sono allargate e adeguate ad un mercato che richiede anche altre tipologie di vino.

Non per niente accanto a 44 Sagrantino 2017 di un’Anteprima sempre meglio organizzata e piena di eventi si potevano degustare quasi 200 altri vini del territorio attualmente in commercio.

Per questo credo che più che Anteprima Sagrantino sarebbe meglio chiamarla Anteprima Montefalco, perché in effetti il focus dell’evento si è oramai spostato dal Sagrantino all’intero territorio di Montefalco, che oramai si presenta con quasi 80 cantine produttrici e con una gamma di prodotti di notevole interesse.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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