Barolo Riserva: finalmente, con la 2019, grandi vini.3 min read

Questa seconda parte dell’ articolo è dedicato ai Barolo e Barbaresco di annate precedenti assaggiati quest’anno, nonché alle  Riserve di Barolo e Barbaresco. In entrambi i casi li abbiamo messi assieme visti i pochi Barbaresco presentati.

Comunque è il primo anno che riceviamo  un bel numero di bottiglie di Barolo di annate precedenti ( quasi 40 etichette) e questo è un fenomeno che potrebbe non suonare note positive per la denominazione: infatti da una parte potrebbe voler dire che diverse cantine entrano in commercio più tardi per far maturare meglio i vini mentre dall’altra questo ritardo potrebbe essere dovuto a difficoltà di commercializzazione. Non abbiamo modo di capire quale delle due sia quella giusta, ma forse siamo di fronte a delle concause.

Ma veniamo ai Barolo, quasi tutti dell’annata 2020 (che confermano quanto scritto lo scorso anno sulla vendemmia) e mostrano una qualità media prossima ai 2021, con la diversità che l’alcol è un po’ più presente. Mentre i Barbaresco 2021 solo in pochissimi casi ci hanno convinto pienamente:  o li abbiamo trovati ancora troppo chiusi o, all’opposto, troppo aperti e maturi.

Passiamo alle riserve, che ci hanno veramente sorpreso in positivo! Negli anni scorsi, a parte alcuni casi, trovavamo sempre vini senza grande costrutto: più tannici, più ruvidi ma non più buoni dei Barolo e Barbaresco d’annata. Quest’anno invece non solo abbiamo trovato una qualità media molto alta ma soprattutto vini che finalmente non sono Barolo un anno più vecchi ma vini nati per fare un’altra strada, sia dal punto di vista aromatico che gustativo. Maggiore concentrazione e potenza ma anche tannini quasi setosi, che non “grattano” ma riempiono lo stesso la bocca.

Abbiamo trovato vini di altissimo profilo tra cui una grandissima Riserva che nasce proprio da una vigna secondo noi fatta apposta per la tipologia. Qui si innesca un discorso quasi completamente diverso rispetto ai Barolo d’annata, qui la vigna conta, è basilare perché occorre conoscere le reazioni della sue uve nel tempo e magari “declassare” se l’annata non ti porta a quei livelli. Non per niente le migliori Riserva non escono tutti gli anni, non per niente qualcuno esce oggi con la 2012. Questo discorso sui Barolo Riserva vale anche per i Barbaresco: i migliori vengono da un vigneto adatto, che negli anni si è dimostrato perfetto per la tipologia. Certo è che l’annata 2019, quella da cui provengono la stragrande maggioranza dei vini, ha dato una grande mano, ma vogliamo sottolineare che non si tratta solo di ottimi vini, ma ottime Riserva, nato e maturate per questo scopo.

Invece tra i Barolo e Barbaresco di altre annate abbiamo avuto 3 Vino Top e una media del 71% oltre gli 80 punti, in linea con i risultati dello scorso anno.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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