15 anni di Winesurf ricordando un Carmignano del 1931 (e non solo)4 min read

Winesurf è nato nel 2006, una buona annata per la toscana e direi che lo è stata anche per la nostra rivista se dopo 15 anni siamo ancora qua. Una decina erano i fondatori ma molti si sono aggiunti. in corsa, come me che ne faccio parte da sette anni, anche se mi sembra ieri.

Ricordo ancora il modo bizzarro con il quale Carlo Macchi mi propose di collaborare. Ci eravamo conosciuti nella sala degustazione di Gianpaolo Giacomelli, uno dei collaboratori storici, mentre davo una mano con le bottiglie durante una degustazione per la guida vini. Non facevo ovviamente parte del panel ma ogni tanto il Macchi mi chiedeva cosa ne pensassi di questo o quel vino, e io rispondevo… senza sapere che era iniziato il mio esame. Qualche giorno dopo mi disse che sarebbe passato da Viareggio e mi avrebbe invitato a cena a patto che trovassi un posto dove potesse portare lui il vino. Chiesi ad un amico ristoratore e organizzammo. Davanti al ristorante il Macchi aprì la bauliera dell’auto e mi disse di scegliere il vino. C’erano quattro cartoni, misti. Bollicine, bianchi, rossi, passiti/vinsanto… chiesi:
“Ma se non so cosa mangiamo come posso scegliere il vino?”
Ma lui prontamente incalzò:
“Sei una sommelier, puoi anche scegliere il piatto dopo aver scelto il vino!  Forza! Almeno tre vini, per l’aperitivo, per un piatto, per il dessert, cosa scegli?” chiese con insistenza. Aveva ragione… Scelsi, ancora ignara che la seconda parte dell’esame era cominciata.
Durante la cena di tanto in tanto buttava là qualche domanda sul vino, fingendo quasi disinteresse, quasi fosse un pour parler e invece l’esame stava proseguendo. A fine della cena infatti, in attesa del conto e del caffè, mi chiese se mi sarebbe piaciuto collaborare. Accettai, soprattutto per il lauto compenso che mi propose e che ogni anno ci  raddoppia, come tutti ben sanno.

In occasione dei 15 anni di Winesurf, quando ci ha chiesto se volevamo ricordare un momento particolare della nostra esperienza con la rivista e condividerlo con i lettori, non ci ho pensato molto. E non perché di momenti da ricordare ne abbia avuti pochi, tutt’altro. In questi miei sette anni di “militanza nell’esercito di Winesurf” ogni singola degustazione, che fosse in un consorzio per la nostra guida o in una azienda per una verticale, ogni visita in cantina, ogni partecipazione a manifestazione, ogni riunione annuale con il resto della redazione, ogni pranzo, cena, merenda, con tutti o con qualcuno dei redattori-amici è stato un momento particolare da ricordare. Certamente divertenti e goliardiche le nostre riunioni; sicuramente interessanti e mai banali le visite in azienda; incredibilmente sfiancanti le ormai leggendarie passeggiate nelle vigne ad orari impossibili e con qualsiasi clima che il direttore ci propina e che per questo, oltre che per altre dimostrazioni di assoluta democrazia è affettuosamente chiamato “il Kapo”. Ricordo una volta a Valdobbiadene, con 40°C , alle 3 di pomeriggio, ho rischiato di perdere i sensi! Il titolare dell’azienda e il Kapo continuavano a parlare convinti che io li stessi seguendo: si girarono cercandomi perché si accorsero che non partecipavo più alla conversazione e realizzarono che mi ero seduta all’ombra di un filare alla ricerca di un minimo di refrigerio.

Non posso poi dimenticare la stupenda verticale da Ferrari fatta in un pomeriggio di qualche estate fa in azienda, in compagnia del loro maestro di cantina Ruben Larentis,  o l’interessantissima verticale di Brunello in compagnia di Jacopo Biondi Santi, che oltre a raccontare  i suoi vini ci parlò della famiglia, del territorio e della loro storia.
Ma forse per me il ricordo dei ricordi resta quello di una giornata di primavera del 2015, quando fummo invitati a Capezzana dalla famiglia Contini Bonaccossi e degustammo, oltre a varie annate tra le quali anche una 2006 (proprio l’anno di nascita di winesurf)  una bottiglia del 1931 e a me vennero le lacrime agli occhi.

Quasi mi vergognai ma Vittorio Contini mi sorrise perché capì la mia emozione, dovuta al fatto che quel vino era in bottiglia da 84 anni! Una intera lunga vita in bottiglia e malgrado ciò era ancora vino, era ancora vivo, era ancora godibile, tanto che finita la degustazione lo portammo in tavola e “resse” anche col cibo.

Che dire quindi? Altri 15, 150, 1500, 15000 di queste splendide giornate. In alto i calici!

 

Se volete saperne di più sulla degustazione storica di Capezzana questo e il link all’articolo del Kapo

 

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


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