Voluptates 2010: come farsi invidiare.2 min read

Quando si parla di un evento logica e buon senso vorrebbero che si comunicasse la notizia “prima” che esso si svolga. Darla dopo, seppur nella collaudata forma della cronaca, suona un po’ come un tentativo si rimediare a una dimenticanza o a una distrazione(quasi quasi questo redattore lo licenzio…n.d.d. che starebbe per nota del direttore). E più dettagliata è la cronaca, specie in casi come questo, e maggiori sono i rischi di infliggere inutili mazzate d’invidia al fegato dei nostri lettori. Per questo motivo la cronaca sarà breve, e rimando all’elenco dei vini degustati, ed altre curiosità, all’apposito  sito www.voluptates.it.

 Ma che cos’è Voluptates? E’ presto detto: è una degustazione di grandi vini, che si svolge a Imola ogni anno a Marzo, (quest’anno dal 5 al 7 marzo nello storico e magnifico Palazzo Marchi), promossa ed organizzata dai miei colleghi ed amici dell’Associazione Italiana Sommeliers di Imola, con l’intento di avvicinare ai grandissimi vini, anche quel pubblico che per varie ragioni, non ultime quelle economiche, “non sarebbe tanto per la quale”, come è uso dire. Nonostante la formula sia collaudata, ogni anno gli organizzatori introducono alcune piacevoli novità, facendo soprattutto leva sul consolidato sistema di interviste “vis a vis”. E’ così che anche quest’anno si è registrato un sostanzioso incremento delle presenze, a dispetto del non felice momento congiunturale.  Al delegato Claudio Maria, ho chiesto quale fosse la sua impressione a manifestazione conclusa. < L’aspetto più importante è l’incremento del pubblico e il grande apprezzamento dei vini di Borgogna proposti; quello più curioso è la consapevolezza dei rischi connessi alla guida di un veicolo, per cui abbiamo avuto dei giovani, molto responsabili a dispetto dei soliti luoghi comuni, arrivati in treno ed altri che addirittura hanno pernottato in zona.>

Per tornare al discorso delle mazzate al fegato due vini su tutti li voglio segnalare, per la loro non facile reperibilità, per la loro stratosferica “BONTA” e per il semplice fatto che nessuno potrà mai criticare la scelta. Un gesto di viltà? Forse, comunque eccoli qua: Il Chambertin-Clos de Béze 2000 di Armand Rousseau e il Sauternes 1998 di Chateau d’Yquem. Piccola notazione etica: l’intero ricavato (tutto il personale lavora gratis, ovviamente) va come sempre al  Comitato Sao Bernardo Onlus.   

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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