Vini ad Arte 2023 a Faenza: ma non era nata per assaggiare con calma i vini di Romagna?9 min read

Caro Carlo, come avrai notato sono stato invitato all’ anteprima del Romagna Sangiovese (e delle Albana) giunta alla 18^ edizione. L’invito mi è pervenuto a titolo personale, visto che la testata online per cui scrivo, cioè Winesurf.it è stata dimenticata. Diversamente non si spiega perché, per quattro giorni, si è portato a spasso per la Romagna un drappello di giornalisti di testate nazionali ed estere e una delle prime testate online, appunto Winesurf, è finita nel buco nero.  Potrà sembrare una questione di lana caprina, visto che come redattore di Winesurf c’ero, (forse perché sono di Faenza) ma in realtà non lo è. E non lo è perché la scelta, o io o nessun’altro della nostra redazione, non ha alcun senso. Sono dunque in imbarazzo nel chiederti di voler pubblicare sulla tua testata il reportage di una anteprima alla quale il giornale che dirigi non è stato invitato.

Detto questo vediamo un po’ com’è andata.

LA LOCATION

Cambio di location per questa edizione che è stata rimandata per le note vicende alluvionali che hanno colpito la Romagna. Inizialmente prevista per maggio (il 2 ed il 17 gli episodi più drammatici) si è potuta (e dovuta) svolgere entro fine luglio per non perdere i contributi, come ci ha confermato il Presidente del CVR (Consorzio Vini di Romagna), Dr. Roberto Monti. Il Dehors di Villa Abbondanzi, il relais faentino della nota famiglia di industriali Bucci, si è rivelata una scelta azzeccata e comoda, sia per i parcheggi che per il luogo vero e proprio. Sempre impeccabile il servizio di sommellerie fornito da Ais Romagna, che si è distinto per simpatia e velocità di servizio. Particolarmente apprezzabile la fornitura di calore umano dei sommellier che ha contrastato efficacemente le temperature polari generate da un condizionatore fuori controllo.

OGGETTO DELL’ANTEPRIMA

Difficile continuare a chiamare anteprima l’assaggio dei vini che sono già stati dati alle guide da tempo, ma comunque…

Per consolidata tradizione noi assaggiamo solo le nuove annate, riservandoci una più approfondita valutazione dopo l’estate o alla prossima primavera.Dunque:

  • Sangiovese Superiore e con sottozona 2022 (questi ultimi ammessi alla vendita dal 1° settembre) 
  • Sangovese con sottozona 2021. 
  • Sangiovese Riserva con e senza sottozona 2020 (non si possono più chiamare MGA),

Per noi un totale 94 campioni di Sangiovese oltre a 35 Albana secco e 11 Albana passito. Il tutto in un orario ufficiale dalle 09,00 alle 13,00. Ma volendo assaggiare tutto, si poteva arrivare a 158 vini. Una mezza giornata per assaggiare è una scelta che francamente ha dell’incredibile. In pratica si costringe il degustatore/giornalista a fare delle scelte, dei tagli. E quando si taglia, è probabile che il produttore “tagliato”, non sia del tutto felice.

Sangiovese.

VIGNE E VITIGNI ROMAGNOLI ALLA SFIDA DEL CLIMA

Il 2022 è stata un’annata calda e siccitosa, salvatasi per il rotto della cuffia con le piogge d’agosto, che hanno consentito un recupero quantitativo attorno al 3%. Le temperature invernali piuttosto elevate hanno portato ad un germogliamento anticipato; fortunatamente non si sono registrate gelate, però la vegetazione si è sviluppata molto lentamente in virtù̀ di temperature primaverili che hanno stazionato a lungo intorno ai 10-15°C. Le temperature alte di luglio, poi, hanno contratto il periodo di maturazione, con i primi acini di Sangiovese già̀ invaiati a metà luglio. Il 2022 sarà̀ ricordato come l’anno dai grappoli tendenzialmente spargoli e maturati presto. Raccolte precoci, anche un mese prima rispetto ai manuali (I decade di settembre, anziché́ I decade di ottobre), ma con gradazioni adeguate (12,5-14% vol.) e acidità̀ non troppo basse. Rispetto al 2021 le escursioni termiche estive sono state più̀ contenute e questo ha costretto ad anticipare le raccolte dei vitigni a bacca bianca da destinare a vini frizzanti e spumanti, per cercare di mantenere un buon tenore acido. Trebbiano e Albana sono i vitigni che grazie alla loro acidità meglio si sono espressi in questa annata. Le alte temperature, poi, hanno finito per condizionare anche il quadro aromatico che si è espresso più̀ frequentemente con note di frutta matura e frutta tropicale piuttosto che con note floreali.

SANGIOVESE SUPERIORE 2022

25 campioni presentati (18 quelli del 2021).Si dice che spesso è nella tipologia di base che si può capire un’annata ma forse è più realistico scorgere quanto nel comparto produttivo siano cresciute maturità e consapevolezza. E nonostante la maturazione delle uve sia stata accelerata dal clima, non vi è dubbio che la stragrande maggioranza dei produttori che hanno presentato i vini siano riusciti a contenere le concentrazioni e ad ammorbidire, almeno in parte, certe asperità tanniche tipiche dei Sangiovese romagnoli. Il risultato è che ci sono vini con profumi puliti e fruttati che però adesso non godono ancora di equilibrio. In sostanza, chi pensa di fare acquisti deve mettere in conto di tenerli in bottiglia almeno un annetto.

SANGIOVESE SUPERIORE E CON MGA 2021

27 campioni di cui 15 con sottozona (32 vini di cui 14 con sottozona l’anno scorso) Questa tipologia, se non è proprio “il filetto” (quello lo troveremo dopo) del Romagna Sangiovese, è certamente la costata. Meno campioni dell’anno scorso e insufficienti per capire l’andamento delle sottozone. Le due più presenti sono Predappio e Bertinoro. Predappio con le sue oramai evidenti variabili tra produttori ma che comunque delineano un bel profilo di vini eleganti e terrosi e freschezze importanti che rendono i Sangiovese predappiesi molto bevibili. Bertinoro in quest’annata, sarà per via dei produttori presenti, è riuscita a mitigare quelle sensazioni di frutto maturo e a volte un po’ “grigliato” che con una certa frequenza si riscontrano nei rossi. Qui operano evidentemente dei giovani molto preparati che hanno capito come trarre, dai tipici vini robusti e sapidi della zona, anche una bella eleganza.

SANGIOVESE RISERVA E RISERVA CON MGA 2020

42 vini di cui 18 con sottozona (38 vini di cui 13 con sottozona l’anno scorso)

E siamo arrivati al filetto della denominazione, o almeno a quello per cui tutti giustamente si battono: fare un Riserva con sottozona che ambisca a sfidare il tempo e, possibilmente, a prendere premi e riconoscimenti. Si era già capito che l’annata 2020 (e la 2019 naturalmente) fu un’annata molto buona per il nostro Sangiovese e oggi se ne trova ulteriore conferma nelle versioni Riserva qui presentate. Versioni che, per una volta, rinunciano a mostrare solo muscolature da body builder e ostentano anche assetti strutturali da ginnasta. Forse i legni, inizialmente usati come se non ci fosse un domani, oggi hanno esaurito la loro forza caratteriale con il risultato che i vini ne hanno tratto giovamento. Qui lo spettro interpretativo si fa più ampio: da vini sottili e fini con profumi che ricordano il mondo delle radici a vini che esibiscono il frutto in tutta la sua fragranza, ad altri dove le sapidità quasi salmastre rimandano alla natura dei terreni appenninici. Anche qui, chi può faccia scorte e li conservi per qualche anno approfittando del fatto che i prezzi dei vini romagnoli sono ancora molto convenienti.

ALBANA 2022 e 2021

27 campioni del 2022 e 8 del 2021 (30 campioni del 2021 e 9 del 2020 l’anno scorso)

Sull’Albana c’è un gran fermento produttivo e le etichette nuove non mancano. Sono il frutto del lavoro di giovani che prima conferivano e vendevano sfuso e oggi tentano invece di cavalcare il momento di popolarità di questo vino. E fanno bene, visto che è la sola docg della Romagna ed è doveroso raccontarla. Purtroppo, a dispetto delle molte nuove etichette, permane la crisi delle vigne con le superfici di albana ancora in calo.  L’Albana di Romagna con il vetro ci guadagna, avevo scritto l’anno scorso e oggi lo confermo: le 2021 mostrano belle maturità, nasi fini e sapidità e freschezze notevoli.  Invece il bel numero di campioni 2022 pur con tutte le differenze territoriali e di stile, ci offre un panorama ampio e variegato, forse anche troppo. Albane che vanno dalle macerate alle taglienti, dalle profumate alle fruttate. Comunque, a mio modestissimo parere, questa 2022 ha le caratteristiche per essere definita “grande annata” e non la solita “annata classica”. Oggi sono vini in embrione ma c’è concentrazione di frutto, freschezza e tanta sapidità. Infine, chi conosce i produttori di Albana non può fare a meno di notare l’assenza di tanti vini che sappiamo essere davvero buoni ma che, per ragioni “ignote” non vengono rivendicati docg e quindi non presentati.

QUALCHE CONSIDERAZIONE FINALE

Fermo restando che non spetta a noi decidere come organizzare un’anteprima, e quindi il CVR (Consorzio Vini di Romagna) ha tutto il diritto di fare come gli pare, ci permettiamo di avanzare qualche spunto di riflessione. Prima di tutto ci si è mai chiesti, quando si invitano giornalisti per assaggiare vini cosa vorrebbero trovare? Un giornalista che scrive per i propri lettori di vini vuole che gli assaggi siano finalizzati al suo lavoro, per il quale viene pagato e cioè:

  1. Assaggiare nel modo più confortevole possibile e con un ragionevole lasso di tempo a disposizione per gli assaggi e anche eventualmente per qualche riassaggio nel caso di dubbi o incertezze. In questo caso sarebbero serviti due giorni o almeno tutta la giornata. Abbiamo già sottolineato che per il rispetto verso i campioni presentati bisogna dare tempo all’assaggiatore di valutare con calma, cosa che è mancata totalmente.
  2. Capisco il pensiero di mostrare alla stampa la bellezza della Romagna, scarrozzando i giornalisti in giro per le colline e le cantine, ma questo forse ha più il sapore di una allegra vacanzina e mi chiedo a cosa possa servire. È davvero utile a far capire i vini? Tutti sanno quanto è bella la Romagna, le spiagge, i borghi e i castelli, ma quanti sanno come sono i nostri vini? Forse questo compito dovrebbe essere svolto dalle APT o dalle innumerevoli Strade dei Vini e dei Sapori.
  3. Last but not least: un grazie davvero immenso ai ragazzi di AIS Romagna.
Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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