Vermentini liguri 2011: botte e risposte10 min read

Dopo i nostri assaggi dei bianchi liguri ci è arrivata una lettera da un produttore che, con toni piuttosto coloriti, si lamentava dei giudizi dati ai suoi vini ed in generale ai vermentini liguri. E’ iniziato così uno scambio di mail che crediamo giusto pubblicare senza alcun commento ulteriore. Si tratta di due botta e risposta che troverete sicuramente interessanti. Se avrete voglia di commentare vi preghiamo solamente di usare un linguaggio meno colorito di quello adoperato dal Salvetti o saremo costretti a censurare l’intervento.

 

Cari pseudodegustatori di wine surf,mi chiamo Stefano Salvetti e mi occupo dei vini e dei vigneti dell’azienda agr. La pietra del focolare.Sono un semplice contadino,non mi faccio chiamare vigneron,mentre scrivo queste righe resta qualche traccia di grasso sul pc,probabilmente viene dal mio trattore che ho parcheggiato poco fa.
Nelle mie tasche non porto biglietti da visita,o sigarette( in quanto bruciano i terminali nervosi del cervello),porto soltanto la mia umiltà nella tasca destra e tanta speranza nella sinistra.
Il paraocchi dopo il diploma ais è chiuso in un cassetto insieme alla cravatta a righe,il libretto onav
stà nel cassetto a fianco.Ah dimenticavo tengo sempre con me un sacchetto di plastica biodegradabile,lo uso per metterci dentro le fette di prosciutto che voi ” Dei “ del vino spesso portate sugli occhi e dentro le narici.
Ho ricevuto una mail che mi rimandava al vostro sito web,non oso chiamarla rivista perché di certo non lo è,credo sia solo la vostra presunzione a farla apparire tale e comunque solo a confusi improvvisati seguaci che inseguono la famosa carota cantando il canto del somaro.
Uno di voi lo conosco abbastanza e credevo negli ultimi anni avesse messo da parte la sua arroganza  e fosse sceso dal piedistallo “ imparando”  prima di distribuire discorsi colmi di fesserie
e di false verità .Io sono fondamentalmente buono e non scriverò il suo nome,comunque ora vorrebbe lo si chiamasse Winerider ( un contadino  come me che non sa l’inglese potrebbe pensare che degusti solo vini che fanno ridere,oppure che gli scappa da ridere mentre degusta i vini),non è mai riuscito a finire il corso Master of Wine e questo per fortuna non è stato un caso.comunque per togliere l’acqua dal vino io chiamerei lui ed i suoi colleghi del sito WineJoker.
Ho letto la vostra filosofia e i metodi di degustazione ecc.ecc. tante belle parole che non riuscite a mettere in pratica.
Le mie parole sono riferite alla degustazione dei vini della liguria,anzi restringiamo il campo a
quelli della liguria di levante,questa è una materia che io conosco bene,molto meglio di voi che avete dimostrato di non capirci un cazzo.
Anche se ho le mani callose,la schiena dolorante che mi ricorda quante volte mi sono inchinato
alla terra e alla vite nel corso delle stagioni e degli anni passati a dar forma al panorama delle
mie colline,ho conservato la mia umiltà,soprattutto quando assaggio un vino ed anche quando assaggio l’acqua.
Credo che voi dovreste cominciare dall’acqua,poi i vini  difettosi quindi quelli buoni.
Non conoscete il vermentino  e il suo carattere di vitigno semiaromatico,non sapete come
siano variabili i suoi profumi in funzione del territorio dell’esposizione delle bagnature,dei cloni
usati,soprattutto i nuovi cloni che abbiamo a disposizione.
Non conoscete l’evoluzione del vino in bottiglia dopo 6 mesi,dopo 1 anno e dopo 2.
È chiaro che non la conoscete ,altrimenti non avreste scritto le cazzate dopo la degustazione di questi vini.
Vorrei sapere quanti vini avete assaggiato in ogni sessione!!!
Magari per far prima li avete assaggiati tutti insieme,95 vini tutti in una volta!!!

Potrei scrivere altre dieci pagine  come queste …ma credo che non ne valga la pena,
quindi finisco così….

Stefano Salvetti

 

 

Questa è stata la nostra risposta

Signor Salvetti buonasera,
Sono Carlo Macchi, direttore responsabile di quello che lei non osa chiamare rivista ma che invece lo è, anche di fronte alla legge.
Non sapendo a chi si riferisca col termine winerider credo comunque tocchi a me risponderle.
Non discuto (al contrario di lei) sulla sua conoscenza dei vini della riviera di levante: sono convinto che lei conosca benissimo il suo territorio ed i vitigni che vi si trovano.
Come sono altrettanto convinto che quando i produttori ci mandano i loro vini per avere da noi un giudizio il minimo che possiamo fare, oltre ovviamente ad assaggiarli con attenzione, e quello di rispondere alle loro critiche, anche se espresse con terminologie piuttosto colorate.
A proposito dell’assaggio: i vini, come lei potrà vedere perché ogni vino ha accanto la data di degustazione, sono stati assaggiati e riassaggiati in tre giorni. Questo proprio perché volevamo essere sicuri prima di dare dei giudizi non certo positivi.
Saremmo stati i primi ad essere felici se i vini in degustazione fossero stati più profumati, più freschi, più armonici, meno chiusi dalla solforosa, e meno piatti. Sappiamo perfettamente che dietro ad ogni vino c’è il lavoro di diverse persone, che merita assoluto rispetto. Crediamo di meritare lo stesso rispetto anche noi, che oramai da più di 25 anni assaggiamo vini in Italia e nel mondo, visitiamo cantine, conosciamo terreni, vitigni, personaggi, dando giudizi se vuole criticabili, ma assolutamente in buona fede.

Il nostro giudizio, frutto di tre giornate di assaggi (le garantisco per poco più di 100 vini è tanto tempo) è che purtroppo l’annata 2011 non ha permesso a vitigni come il vermentino di esprimersi al meglio. Il giudizio sui suoi vini non è stato certo positivo ma se dovessimo dire sempre bene di ogni vino a cosa servirebbe dare giudizi?

Capiamo che il lavoro di certe annate è da una parte più duro e dall’altra, nonostante tutto l’impegno, meno soddisfacente. Le garantiamo che la nostra conoscenza dei vini italiani e esteri ci ha portato spesso a discutere con chi, come lei, difende a spada tratta il suo operato e ci taccia di essere assolutamente incompetenti. Non solo non lo siamo,ma non ci siamo mai atteggiati a guru o a maestri di vita o di vite.

 

 

A questo punto, dopo qualche giorno, abbiamo ricevuto dal Salvetti quest’altra lettera

Signor direttore,non mi ha detto niente di nuovo.Penso che lei non abbia neppure degustato i vini della liguria di levante,probabilmente ha demandato questo compito ad altri e questo è un grosso guaio.
Il termine winerider è l’appellativo con il quale si definisce uno dei suoi collaboratori ed è scritto nero su bianco sul suo profilo che appare all’interno del suo sito.
Già,non conoscendo la cosa mi fa venir dei dubbi,se lei non conosce bene il suo sito,mi vengono ancora più dubbi su tutto il resto della sua " non rivista".
Lei ha trovato i nostri vermentini poco profumati,poco freschi,poco armonici,chiusi dalla solforosa e piatti.
Vorrei dirle che io parlo per me ,i miei colleghi spesso hanno paura delle guide e delle riviste,non hanno le palle.
Tanto per cominciare avete  assaggiato dei vini neonati,appena imbottigliati,quindi lei sa meglio di me che non può pretendere  di trovare la grinta,la forza e l’armonia  di un uomo in un neonato.
In un neonato però potrebbe trovare un sorriso ingenuo e sincero.
Vuol provare a ripetere la degustazione a dicembre?
Ma quali sorprese troverebbe nel calice di quei bianchi di levante che a lei son così piaciuti?
Chissà che non vadano a finire vuotati nel lavandino!!!
A proposito di sauvignon,io non sostengo affatto ciò che lei mi scrive e mi sembra che lei continui imperterrito a prendersi delle grandi porte in faccia,non sarà che ha bevuto un po troppo  ?
Il vermentino è un vitigno semiaromatico e non ha  sentori di sauvignon (men che meno quello che io produco) ,ha i suoi profumi che possono essere più o meno intensi e persistenti a seconda di molte variabili stagionali ed altro che ora non sto a spiegare ed è un’altra cosa che lei dimostra di non sapere.
Ho sempre accettato umilmente le critiche delle guide, sono molto costruttive e incitano ad un risveglio.Questa è la prima volta che mi trovo ad esser criticato da persone “ignoranti”,nel senso che non conoscono,è questo che non concepisco.Voi avete preso un grande abbaglio:da noi quando succede cosi dicono:<<ha visto la Madonna>>.
Tormando ai nostri vermentini in degustazione,non sono d’accordo con quello che lei dice,non tutti
sono poco profumati,poco freschi ,non si possono penalizzare tutti solo perche’ winerider dice che l’annata non è stata buona nei colli di luni.
Per le cantine che hanno lavorato in modo impeccabile ci sono stati dei risultati niente male,certo ne riparleremo a ottobre,novembre,dicembre,non ora.Non si possono premiare dei vini piacioni che tra due mesi non saranno più buoni e ammazzare quelli buoni che usciranno poco alla volta con la loro lenta ed interessante evoluzione.
Lei farebbe bene ad alzare il suo sedere candido dalla  poltrona e portarlo qui nella mia azienda.
Guardando una persona negli occhi si capiscono molte cose che non tutti riescono a carpire dall’assaggio e sputo .
Io non posso spiegarle le cose che lei non capisce via mail.
Il fatto di riavere in futuro i nostri campioni dipende solo da  Lei.
Direttore,scelga bene i suoi collaboratori,si rischiano brutte figure.
Alla fine lei sa che il mio vino nella sua degustazione e la sua rivista nel web e nel mondo
sono soltanto due gocce insignificanti.A lei rimane il dubbio di aver sbagliato,a me resta
il profumo della terra umida,delle resine riscaldate dal sole,delle ginestre calde ,intense e avvolgenti.Ogni anno cammino lungo i filari e mi lascio inebriare dal profumo della fioritura del vermentino,ne riconosco l’aroma anche nei miei sogni.
Sorrido di piacere quando in incognito  al ristorante vedo la gente che degusta Solarancio,
parlano tra di loro del vino ed a volte  dicono:Si sente che questo vino non è stato fatto per le guide!!Naturalmente queste mail sono di dominio pubblico,la gente ha bisogno di essere informata,
abbiamo già tante “caste”.

A sua disposizione,cordiali saluti,Salvetti Stefano.

 

 

A questo punto , oltre a chiedere al signor Salvetti di poter pubblicare la sua lettera (tra l’altro già da lui pubblicata sul suo sito della Pietra del Focolare) abbiamo risposto così.

 

Non ho bisogno di garantirle di essere stato presente agli assaggi, semplicemente c’ero. Come io non metto in dubbio il suo parere e lo rispetto lei non deve mettere in dubbio quello che dico. Il rispetto deve essere reciproco e lei, mi permetta, nelle sue due lettere proprio non sta brillando in questo campo.

Inoltre può anche scapparmi il come si è definito un mio collaboratore in una scheda pubblicata 6 anni fa. Non ho una memoria da elefante. Ho invece buona memoria per i vini e le garantisco che gli stessi vini nel 2010, 2009 e 2008 (e potrei andare anche più indietro) assaggiati praticamente nello stesso periodo erano molto più aperti, molto più profumati e molto meno ingessati da solforosa.

I voti che noi pubblichiamo tengono conto anche del futuro del vino e quindi, come ho scritto dopo l’assaggio, non credo in un grande futuro (purtroppo) per i vermentini 2011 della sua zona.  Sui profumi: lei non ha mai parlato di sauvignon, l’ho fatto io e non ho problemi a ribadirle che alcuni vermentini avevano delle tonalità aromatiche che ricordavano molto il sauvignon.

A dicembre non vorrei ripetere solo la degustazione dei vini liguri ma quelle di tutti i vini che noi assaggiamo e se fosse possibile le ripeterei dopo uno e dopo due anni. Purtroppo non possiamo farlo ed il nostro lavoro è proprio quello, spesso ingrato, di capire da un assaggio il presente ed il futuro di un vino.

Lei può condividere o meno le nostre decisioni.

Sono felicissimo per lei se raccoglie pareri positivi. Le garantisco che ne raccogliamo tanti anche noi sul nostro operato e quasi sempre non da produttori.

Cordiali saluti

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “Vermentini liguri 2011: botte e risposte10 min read

  1. A costo di prendermi qualche improperio,( non sarebbe la prima volta ) vorrei contribuire con un piccolo commento: se il vino é immesso al commercio o é pronto per essere bevuto o viene munito di una “avvertenza” circa la data ottimale di
    beva. Il fatto che un Barolo un Brunello etc possano miglioriare nel tempo é cosa abbastanza nota. Che lo possa un Vermentino é, credo, meno ovvia e meno risaputa.

    I motivi economici che spingono un produttore a vendere il vino al piຠpresto possibile, sono sacri e rispettabili. Il lamentarsi poi che i vini non vengono ben giudicati perché ancora non pronti é
    questione un po’ piຠspinosa. Lo stesso vale per
    il mandare i vini a degustatori piຠo meno qualificati (ciao Carlo!) : insomma una volta che uno si mette in campo deve saper accettare ( e magari fare uso) della valutazione ricevuta. Nel “fare uso” includo anche l’infischiarsene altamente, se il risultato non é di gradimento. Comunque Il vecchio detto ” ne parlino male purché ne parlino” calza qui a pennello . A quanti di quelli che leggono questo cortese scambio di opinioni, non é venuta voglia di andare a gustare il Vermentino di Salvetti Stefano ??

  2. Caro Carlo,
    assolutamente nessun improprerio ma un grazie per aver riassunto in poche e sagge parole quanto successo. Forse vivendo tu in zone fresche hai una visione meno “caliente” e più oggettiva.

  3. Però niente male lo scambio di email, forse il caldo avrà  giocato questo brutto scherzo. Resta il fatto che, come diceva Carlo Merolli, ora il desiderio di assaggiare questi vermentini è diventato grande. Una cosa però ho notato : evidentemente non sarà  stata una grande annata o i vini sono stati appena imbottigliati, perchè vedere aziende famose e rinomate come Lunae Bosoni o La Baia del Sole quasi in fondo alle classifiche, mi fa pensare che qualcosa non torna ! Sicuramente, dopo il caldo di questi giorni, qualcuno me lo andrò ad assaggiare, sicuramente non tutti quanti ( p.s. chi è il collaboratore innominato ? )

  4. Buonasera a tutti,
    Sono stata spinta a postare il mio commento in questo gioco di “botte e risposte”, che è forse stato svinato un po’ fuori dalla Botte, in quanto toccata dall’argomento su più piani. Esattamente come il sig. Salvetti sono anche io una produttrice ligure, e ancora come il sig. Salvetti sono una produttrice di Vermentino dei Colli di Luni. Certo”¦ io non guido come lui il trattore, ma sappiate che venderei un pezzetto di anima al diavolo pur di avere una vigna in cui è possibile far circolare mezzi diversi dalle gambe…
    Non è un lavoro semplice il nostro, tanto più per chi come me ha una azienda bonsai, ed è per questo che c”è una parte di me che comprende la rabbia di Salvetti, perché conosco la fatica e sopratutto le ansie e le aspettative di chi lavora con le mani nella terra, di chi fa una professione in cui molte cose non dipendono dal suo operare, ma da come gira il vento( e parlo di molti tipi diversi di vento”¦.) , ma parlo anche di pioggia, grandine e sole. Comprendo, quindi, con la parte più autentica di me, la rabbia e l’amarezza di una persona che fa onestamente il suo lavoro, e che non lo vede riconosciuto.
    Ma c’è un’altra parte di me che, invece, non comprende, e un’altra parte ancora che è forse anche un po’ amareggiata.
    Parto cercando di spiegarvi la parte di me che non comprende.
    io non conosco il vino in oggetto e non l’ho assaggiato, però ho sempre sentito parlare molto bene del prodotto in questione, ma può accadere – e qui Salvetti ti parlo da produttore a produttore- che talvolta il nostro prodotto non incontri il favore di tutti. Penso che non dobbiamo però farci cruccio di questo. Le critiche certo”¦ a volte ci fanno rimanere male, ma devono servirci da sprone, devono aiutarci a capire, e se sono valide, possono aiutarci a migliorare, altrimenti posso essere un valido motivo per spingerci a rimanere esattamente come siamo. Elogiare le giurie che ci premiano e infamare quelle che ci cassano”¦. beh, non è questo – a mio avviso- lo spirito corretto del gioco. Nessuno ci costringe al giudizio di rivista, nel momento in cui noi decidiamo di chiederlo, ( perché siamo noi che decidiamo di andare a giudizio sia chiaro, nessuno assaggia i nostri vini e li recensisce a nostra insaputa) beh, nel momento in cui ci affidiamo al giudizio altrui secondo me dobbiamo anche avere le spalle abbastanza larghe per reggere una stoccata.
    Credo inoltre che nel momento in cui una persona si mette in gioco, beh”¦ questa persona si mette in gioco e basta. Ed è prima di iniziare a giocare che dobbiamo valutare la competenza e la qualifica dei nostri arbitri, non a partita conclusa. Altrimenti è un po’ come abbandonare il campo ingiuriando contro l’arbitro e portandosi via il pallone”¦.
    Detto ciò ora invece espongo la mia altra parte, quella “amareggiata”.
    La mia azienda non è nata ieri, su questa terra io ci sono cresciuta da bambina e ci lavoro oggi da donna accanto a mio marito, forse siamo una delle doc più antiche del territorio, anche se ultimamente ho scoperto che qualcuna di quelle che io pensavo aziende “nuove nate” in realtà  producono Vermentino circa dal 1715”¦( e a pensarci bene anche io avrei una trisavola della mia prozia che pigiava l’uva per un qualche signore”¦ ) data questa mia anagrafe, e il mio essere cresciuta con un padre che in cantina anche ci dormiva ( malgrado lui dicesse che era per via del fresco”¦) credo di avere i requisiti – perlomeno quelli minimi- per esprimere un parere in merito, e ciò malgrado “qualcuno” forse pensi che il mio sia uno di quei vini da “vuotare giù dal lavandino” ( cito testualmente) . E perché cito testualmente? O meglio: perché mi sento tirata in causa? Forse perché dalla degustazione in oggetto, ( quella alla quale il Sig. Salvetti fa riferimento ) il mio Vermentino è uno tra quelli che hanno riscontrato il parere positivo, o come dice il Salvetti ” “piaciuti tanto” Non ho idea ( e questa volta il Salvetti lo parafraso) di” quali terribili sorprese potranno mai trovare gli amici di Wine Surf nel mio Vermentino tra 6 o 7 mesi , o tra un anno e due,” ma sono, forse, tra tutti noi Colli di Luni, la produttrice che imbottiglia più tardi nel tempo. Certo, questo anche perché non ho le “ansie di mercato” che accompagnano molti mie colleghi, la mia produzione è cosଠpiccola e limitata, e fatta non dai grandi ristoranti ma dai piccoli amatori, che posso permettermi il lusso di non sentire la spinta dell’imbottigliamento precoce. Questo per dirvi che mi appare aberrante concettualmente l’avere il vino pronto per il commercio ma non per l’assaggio! Se è pronto da una parte deve esserlo è anche dall’altra, altrimenti aspettiamo, come spesso – quasi sempre- io faccio. Semplicemente aspetto. Credo inoltre che gettare discredito sulle produzioni che , a differenza di quella in oggetto, hanno riscontrato pareri positivi circa l’annata 2011, sia professionalmente una bassa mossa. Certamente il Sig. Salvetti non faceva riferimento alla mia piccolissima e insignificante produzione, è dunque forse opportuno riandare a vedere le liste della degustazione per comprendere a chi e non a chi egli si riferisse con quel elegante “buttare giù dal lavandino”.
    Detto ciò saluto gli amici di wine surf, ai quali rinnovo la mia stima e il mio affetto per il lavoro svolto.
    Chiara Barbero

  5. Gentile Chiara,
    io non avevo un babbo che dormiva in cantina anzi, mio padre beveva poco vino ,spesso con lo spunto ed io per anni, diciamo dai 14 ai 18 anni,non concepivo vino se non con un 70% buono di acqua (per “diluire” lo spunto). Poi ho avuto fortuna, ho conosciuto persone che mi hanno fatto conoscere il vino buono e persone che mi hanno fatto imparare il rispetto per chi non fa grandi vini, perchè la fatica è la spesso la stessa. Dico sempre che c’è una grande differenza tra un giornalista e un degustatore. Il giornalista la notizia se la va a cercare, il degustatore se la trova impacchettata a casa. Personalmente mi sento più giornalista che degustatore solo per un fatto: sono curioso di capire cosa veramente succede in un territorio e perchè certi vini sono diversi da altri. Spesso sono diversi ( e questo non credo sia il caso in questione) perchè provenienti da uve diverse, altre volte perchè il territorio conferisce connotazioni diverse. Noi di winesurf stiamo molto (forse troppo) attenti ai vini “diversi” penalizzandoli spesso. Tutti possono sbagliare e noi non siamo da meno ma quello che da fastidio è l’essere considerati dei baluba solo perchè un produttore, che prima ti stimava (visto che ti ha mandato i vini), si considera offeso da un giudizio non positivo. Se prima i giornalisti del vino erano santoni oggi è di moda spernacchiarli e dire che “Se mi ha dato X un voto basso allora il mio vino è buono.” In tutto questo innalzare e gettare dalla rupe ci scordiamo che siamo tutti figlii di un gioco delle parti che per definizione non ha mai il 100% di ragione o di torto. Alla fine si tratta solo di serietà , conoscenza, umiltà  e fiducia: in qualsiasi parte del gioco delle parti uno si trovi.

  6. Leggendo i commenti a me e’ venuta voglia di sentire i vini di Chiara,ma non per il suo bel racconto, in fondo molti hanno storie simili da narrare, ma per il garbo e lo spirito con cui affronta il gioco e con cui si confronta con i suoi simili. Di certo non ho voglia di sentire i vini del sig. Salvetti, ho trovato nei suoi modi un’arroganza eccessiva. E per fortuna che a più riprese si professa “umile”.

  7. ho iniziato a lavorare nel vino da circa 38 anni. ricordo che alcuni anni orsono, proprio in quel di castelnuovo magra, ero da un cliente amico con enzo deò, enologo e responsabile commerciale dell’enologica valtellinese, eravamo a vendere …i meravigliosi nebbioli della valtellina (1973???). ricordo che l’amico cliente ci volle offrire un calice di prosecco di una piccola azienda non conosciuta. dedò avvicinò il calice al naso, inserଠil prosecco in bocca e, appena degluttito, disse questo prosecco è del. fece nome e congnome del produttore. l’amico cliente rispose no! si sbaglia è una piccolissima azienda e fece il nome. dedò prese il libro del registro degli imbottigliatori italiani e arrivati a TV uscଠil numero di registro del produttore detto da dedò. vi potete immaginare la faccia e lo stupore dell’amico cliente. vi ho raccontato questa breve storia vera solo per dirvi che in 38 anni di attività  ho trovato solamente 2 persone, una è dedò, che difronte ad un calice di vino anonimo riuscivano a riconoscere il produttore. e allora mi chiedo come sia possibile che ancora oggi ci siano persone che possano pensare di dare giudizzi, ma giudizzi su cosa? su un vino? ma siamo seri. mettiamo i piedi in terra altrimenti si continuerà  a fare dei danni a questo mondo meraviglioso che è il vino. cerchiamo di fermarci a raccontare il vino senza avere l’arroganza di giudicare e di emettere sentenze. altrimenti, da corso, mi piacciono le sfide e sfido chi si ritiene all’altezza di giudicare ad una degustazione cieca, si senza sapere cosa c’è nel bicchiere. sono certo che se ne vedrebbero delle belle, perchè ne sono certo? già  fatto con qualche avvezzo a giudicare. ancora oggi, dopo 38 anni, cerco di imparare quotidianamente a scoprire il vino.

  8. Caro Signor Tommaso, intanto complimenti per essere stato non un precursore della vendita di grandi vini ma, visto il periodo (1973) addirittura una specie di fondatore.
    Anche io ho conosciuto poche persone che sapevano dare nome e cognome ad un vino, uno è stato il mio maestro Giulio Gambelli ed io non penso di essere nemmeno alla lontana vicino alla sua bravura. in realtà  il mio mestiere, quello dei miei colleghi ed in generale degli assaggiatori di vino che lavorano con serietà , non è quello che dice lei. Le faccio un esempio: se lei desse la radiografia di una gamba ad un medico e questo gli dicesse “Questa è sicuramente la gamba di Mario Rossi!” lei sicuramente ammirerebbe la bravura del dottore ma un medico deve fare un altro lavoro. Deve guardare la lastra e capire se ci sono o non ci sono problemi. Il nostro lavoro vero è questo: non dobbiamo indovinare di chi sia il vino ma, all’interno di un gruppo definito (vermentino, Barolo, Brunello, Fiano di Avellino) selezionare quelli che secondo scienza e coscienza, per noi, sono i migliori. Che poi ogni tanto si provi ad indovinare fa parte della voglia umana di stupire, ma non è certo la cosa fondamentale. Mi permetta a questo punto un piccolo appunto. Se, dal 1973 in poi, non ci fossimo stati (anche) noi giornalisti e/o assaggiatori a parlare di vino, a farlo apprezzare e conoscere, forse lei sarebbe rimasto solo un bravissimo ed illuminato precursore dei tempi. I degustatori/giornalisti seri ( e se permette noi ci consideriamo tali) hanno fatto crescere, e non poco, il settore.

  9. Non sò ancora se faccio bene o male, ma questa volta mi devo intromettere.
    Un produttore di vino, in quanto tale, deve essere certo del proprio prodotto.
    Altrimenti cosa lo propone a fare?
    Dunque, tu mandi il vino per una degustazione (evidentemente hai stima altrimenti non lo manderesti)
    Per vari motivi non rientra nei prodotti meglio quotati e cosa fai?
    Ti incazzi?
    Mah?
    Certo non si può accontentare tutti e sempre, ma l’atteggiamento del collega mi fa venire in mente gli assolutisti della specie “il mio vino……..” il resto non esiste.
    Sicuramente vini cattivi non ne hanno degustati, ma arrabbiarsi e accanirsi al punto di darne risalto sul proprio sito solo perchè sei sicuro di aver studiato e invece che prendere 9 hai preso 6,5 mi sembra esagerato e presuntuoso. E’ poco che faccio questo mestiere, ma rimpiango il tempo dei vecchi vignaioli veramente a piedi nelle vigne e, coerentemente, schivi dei giudizi.

  10. Ringrazio per i complimenti che evidenziano una dato oggettivo la mia non giovane età . Ma a parte questa nota temporale, la ringrazio Sig. Macchi.
    Non ho avuto il piacere di incontrare ma non di frequentare il Sig. Giulio Gambelli ma sempre per restare tra i grandi del sangiovese, ho avuto l’opportunità  di frequentare per anni, al seguito di mio nonno, il grande Garoglio. Dico questo per evidenziare che molto probabilmente abbiamo in comune la passione per sua altezza reale il SANGIOVESE. Fui iniziato alla conoscenza di questo nettare dal bisnonno produttore di vino in Toscana, fin dalla tenera età  (5 anni).
    Mi spiace di non essere stato abbastanza chiaro nel mio precedente intervento, ci riprovo.
    Il vino Italiano e la ristorazione Italiana devono molto a un uomo e ad una associazione, l’uomo è Gino Veronelli e l’associazione è l’AIS. Con Gino ho avuto il piacere di poter condividere meravigliosi momenti fino al fatidico 2004. L’ultima incursione enogastronomica la si fece in Lunigiana a casa dell’amico Martinelli che ci fece cucinare le prelibatezze Lunigianesi con i testi e le fascine, che meraviglia!!! Poi purtroppo durante il Vinitaly io fui ricoverato d’urgenza a Peschiera e non ci siamo più potuti rincontrare. Ci sentimmo telefonicamente il giorno prima del suo lungo viaggio. Oggi Gino manca a tutti e soprattutto manca al VINO. Riconosco in Gino e con lui nei giornalisti appassionati di enogastronomia il supporto e la divulgazione, quanto meno, del mondo del vino, oggi viviamo nell’era della comunicazione. Quello che non ho mai condiviso e non condivido è il dare giudizi, dare i voti. Quindi, per tornare al suo esempio, non voglio valorizzare il medico che riconosce dalla lastra il nome del paziente, ma pretendo il medico che dalla lastra riconosca se si tratta di una gamba destra o sinistra, di un braccio o di una gamba. Cercherò di essere ancora più chiaro. Spesso mi è capitato di assistere a degustazioni dove, il degustatore, parlava di un vino mentre ne stava degustando un altro. àˆ per questo motivo che da anni dico, agli amici degustatori, di astenersi al dare votazioni, esorto di fermarsi a descrivere il vino che hanno nel calice evidenziando, quello si, se si presentano difetti.
    A questo punto penso che la miglior cosa, per capire cosa intendo, è incontrarci magari a fare una degustazione di Vermentino il vitigno bianco al quale, da corso, sono particolarmente affezionato.
    Nell’attesa di poterla incontrare,
    Alzo il calice a Lei e con Lei al Vino
    Tommaso Ponzanelli

  11. caro signor Tommaso, prima di tutto credo sia doveroso incontrarsi di fronte a dei bei calici e mi dispiace di non averlo potuto fare prima. Non creda che la mia età  sia molto lontana dalla sua. Anche io ho avuto il piacere di conoscere Veronelli ma la mia “sponda elettiva” è più spostata verso la vecchia Arcigola, ora Slow Food.
    Non mi sogno nemmeno di dubitare che esistano degustatori che prendono fischi per fiaschi, semplicemente spero di non farne parte e sono sicuro che non ne fanno parte chi collabora con me. Come siamo arrivati ai punteggi? Forse perchè i vini sono diventati tanti (sono centuplicati rispetto alle prime volte che assaggiavamo) e non è molto facile dare spazio “discorsivo” a tutti. Non vedo comunque il sistema dei punteggi un male assoluto, anche se ammetto che alcune derive possono portare a non capire la vera anima di un vino e di un territorio. Personalmente spero che l’amore per questo mestiere mi porti sempre ad evitare errori di questo tipo e non per niente cerco collaboratori bravi in ogni zona da noi recensita. Spero di avere l’opportunità  di parlarne a voce e con la calma enoica che merita l’argomento.

  12. buongiorno, dopo aver letto le botte e risposte e le considerazioni degli intervenuti sulle degustazioni dei vermentini dei colli di luni, suggerirei di organizzare una degustazione all’Enoteca Pubblica per togliere ogni dubbio sia al giornalista che al viticoltore

  13. Premesso che amo il mio lavoro e mi ritengo una persona fortunata perche faccio per vivere una cosa che mi piace. Vorrei dire la mia su questo scambio di battute e non solo come tecnico degustatore ma come persona che vuole andare al di la del semplice Ordunque se accettiamo come dato di fatto, che “è buono ciò che piace” e che, quindi, essendo i gusti soggettivi, nessuno può obbligarci ad amare ciò che istintivamente non apprezziamo, è altrettanto vero la bravura di un assaggiatore non dipende dalla sua capacità  di identificare correttamente il nome del vitigno, la sua età , l’area di provenienza o il nome del produttore, ma risiede nella sua abilità  a descrivere e misurare in maniera chiara, puntuale e comprensibile le proprie percezioni visive, olfattive, gustativo/tattili e retrolfattive.Personalmente penso si tratti di uno scambio di campione perchè io il Solarancio l’ho trovato al palato sapido, piacevole e fresco. indi consiglierei un nuovo assaggio

  14. @Cinzia e@vinicio. Sinceramente non vedo perchè dovremmo riassaggiare solo un vino. Come detto in teroria dovremmo e vorremmo (avendo tempo)riassaggiarli tutti e non solo i vermentini ma i quasi 5000 vini che ogni hanno recensiamo. Ci piacerebbe tanto farlo dopo 6-12-24-36 mesi ma non è semplicemente possibile. Inoltre sul Solarancio: le nostra scheda forse non si capisce bene e quindi la rispiego. L’avevamo trovato con caratteristiche positive ma la sua scarsa (per noi, ovvio) rispondenza con il vitigno nonchè con la stragrande maggioranza degli altri vermentini lo ha portato a quella valutazione.

  15. Oh siamo arrivati al punto. Perché dico questo? Proprio qualche giorno (settimana) fa in quel di Castelnuovo Magra c’è stata una rassegna sul vermentino e durante una degustazione guidata dal delegato dell’AIS di La Spezia Marco Rezzano feci proprio questa obbiezione: stiamo assaggiando tanti vini buoni ma cosa è il VERMENTINO? E allora per sgombrare qualsiasi fraintendimento vi chiedo quali sono i principali descrittori gusto olfattivi del VERMENTINO? Cosa cerchiamo nel calice quando degustiamo un vermentino?

  16. Salve,sono Max Lucchesi,toscano di nascita.
    ho passato le mie estati tra Versilia e Colli di Luni.
    Dopo il mio lavoro di ingegnere minerario viene la mia grande passione per i vini,il cibo,il territorio e le persone che lo rappresentano.Conosco bene il territorio,i vini e i vignaioli di queste terre.
    seguo sporadicamente winesurf e ho reputato sia una rivista seria.Ho letto attentamente le vostre valutazioni,le lamentele ed i commenti.
    Prima di interferire con lei,sig.Macchi,ho recuperato due bottiglie per tipo delle aziende dei colli di luni imputate.
    Ho acclimatato il tutto,ho velocemente invitato un panel composto da due degustatori ais,onav,fisar ed io.
    Abbiamo assaggiato i campioni e dato una valutazione,quindi abbiamo abbinato i vini al cibo,con calma,tutta quella che ci vuole per assaggiare una vendemmia lunga un anno per il vignaiolo.
    Qualcosa non torna,non ci siamo.
    Lei è sicuro di aver assaggiato attentamente questi vini?Lei era presente?
    I nostri parametri differiscono totalmente dai suoi.
    Io da buon toscano sento odore di imbroglio.
    Secondo noi il problema è che voi siete in totale confusione per quanto riguarda i descrittori del vermentino,semplicemente perchè avete preso il parametro di raffronto errato.
    penso che lei non sia riuscito a gestire direttamente la situazione.lei è pronto a giocare la reputazione della sua rivista per l’errore di un suo collaboratore che si è fatto “influenzare”?????????
    Max

  17. Non posso entrare nella discussione perché non ero presente, ma conosco la serietà  di Winesurf e mi limito a fare solamente alcune precisazioni al sig. Lucchesi.
    – I vini vengono SEMPRE degustati alla cieca, questo per evitare “influenze, raffreddori o epidemie”.
    – I vini vengono degustati esclusivamente lontano dal cibo. Come lei insegna, sig. Lucchesi, abbinare un cibo a un vino cambia in maniera radicale la percezione del vino stesso. Non solo…ma oserei anche un’altra sottolineatura: stavate assaggiando i vini “mentalmente condizionati” dalla situazione e non scevri da influenze esterne e non so gli altri, ma lei sapeva benissimo quali vini avreste degustato (anche se a bottiglie coperte); non solo, ma sa altrettanto bene quale può essere l’influenza di un panel leader su un gruppo.
    – altra cosa: avreste dovuto assaggiare almeno 15 vini della stessa tipologia alla cieca, anche 20…solo in questo modo si riesce a capire in un’unica sessione quali possono essere le differenze, le sfumature di una varietà  e le eventuali difficoltà  dovute dall’annata.
    – se lei, e credo di si, ha preso parte come giudice a concorsi o selezioni enologiche sa benissimo quali siano i tempi di assaggio per ogni campione…quindi assaggiarlo, mangiarci sopra, parlarne e disquisirne…è storia di altri momenti.
    cordialmente

  18. Visto che a Castelnuovo Magra c’è l’Enoteca Regionale della Liguria proporro al Presidente di fare una degustazione ceca di Vermentino. Sicuramente non sarà  possibile farlo prima di settembre ma già  da ora iniziamo a prendere le adesioni. Chi viene?

  19. @max: allora…facendo finta di non aver letto parole effettivamente grosse come “puzza d’imbroglio” ripeto con la poca calma che mi resta la stessa cosa che chi ha VERAMENTE letto queste righe e controrighe non può non aver capito. Il panel di degustazione dei bianchi liguri era composto da 4 persone., tra cui, ovviamente (avendo scritto l’articolo di presentazione e commento della degustazione) c’ero io. Quindi non metto nessuna credibilità  in gioco, primo perchè nessun mio collaboratore è pro o contro nessun produttore, secondo perchè il numero non indifferente di campioni e l’anonimizzazione non permettevano a nessuno di sapere chi era x e chi era y. Detto questo, caro signor Tommaso, io per vedendo le cose in maniera diversa ed assaggiando i vini con un metodo di degustazione diverso (vada a leggersi la nostra filosofia per favore),rispetto il suo parere ed il suo giudizio e non capisco perchè lei non debba rispettare il nostro. Io non sento puzza d’imbroglio nel suo assaggio e trovo lodevole il ritrovarsi di fronte ad alcune bottiglie per parlarne tranquillamente. la stessa tranquillità  che ci vorrebbe quando si fanno commenti sul lavoro degli altri.

  20. Buongiorno a tutti,
    Incerta sul se esprimere ancora o meno il mio pensiero in merito a quanto letto, ho a lungo titubato. Alla fine, mossa da quella curiosità  tipicamente femminile che mi appartiene, non ho saputo resistere oltre ed eccomi a porre una semplice e schietta domanda al Sig. Max.
    Nel suo post sig. Lucchetti leggo della degustazione privata che ha effettuato. Credo sia – il suo- un ottimo spirito per procedere, sapere di cosa si andrà  a parlare è sempre buona cosa. Leggo anche che si è preso la briga di acquistare due campioni di Vermentino per ognuna delle due aziende imputate.
    Ammesso che non mi pare che alcuna azienda sia stata ” imputata”, e comunque “se fosse ” si tratta di una sola, e valutato accuratamente il fatto che oltre all’azienda in questione solo io in qualità  di produttore di Colli di Luni Vermentino ho preso parte allegramente a questa discussione, Ecco ”¦ dati tali fatti mi domando, e giro a lei la domanda: a quale altra azienda fa riferimento? dal suo scrivere si evince che lei abbia degustato anche il mio di Vermentino 2011, o almeno questo è il “sentore” che io ho avuto. la cosa mi è parsa alquanto curiosa, e non solo perché io sono un produttore piccolissimo e come tale non faccio gioco con gli altri ma rimango da sempre nella mia piccola nicchia, ma semplicemente perché il vino della mia azienda ( come si evince dalla mia attuale situazione di registri presso la cam. di comm. di Massa e Carrara ) semplicemente non è ancora stato commercializzato! lo sarà  solo tra alcune settimane!…
    Certa di avere male interpretato il suo scritto, e certa di avere da lei ragguagli in merito porgo i più cordiali saluti.
    Chiara Barbero

  21. Mi sembra che la questione abbia preso una brutta piega, mi riferisco all’intervento del sig. che ha ripetuto la degustazione. Da quanto ne so io le degustazioni di Winesurf sono fatte tutte alla cieca e non da una sola persona, quindi dobbiamo dare per scontato la buona fede. Al limite ci potrà  essere stata una male interpretazione in qualche caso, vuoi per la stanchezza, vuoi per i troppi assaggi, ma su queste persone e molte mi sono amiche mi sentirei di mettere ” la mano sul fuoco “.
    A differenza di una guida nazionale dove i vini vengono degustati a bottiglia ” scoperta ” e troppo spesso da una unica persona per regione, queste sono le cose che vanno denunciate e per cui ci dobbiamo inc@@@@e. Qui stiamo parlando di aria fritta, capisco il risentimento del produttore, ma 4 degustatori professionisti non possono tutti insieme avere preso un granchio. Potrebbe essere successo che il campione sia stato invertito, questo capitò anche a me ed ad alcuni colleghi durante una anteprima….purtroppo errore del sommelier di servizio

  22. Sono un’ appassionata di vino ed
    è un’attenta assaggiatrice di vino nonchè estimatrice di Vermentini della zona. In questa classifica ci sembra estremamente difficile credere che al Solarancio de “La Pietra del Focolare” possano essere state assegnate SOLO 2 stelle e avere “relegato” alle ultime posizioni il vino suddetto. Certamente la degustazione di quasi 100 vini in un’unica sessione ha reso difficile cogliere ed apprezzare le caratteristiche e le qualità  la stimata qualità  del Solarancio! mi auguro sia solo una mancanza dovuta al troppo “bere” e non certo all’incapacità  e alla mancanza di professionalità  nel riconoscere la rinomata e ormai nota qualità  dei prodotti de “La Pietra del Focolare”, tanto da avere permesso al sublime Solarancio di vincere un premio Eccelenza!!!!!!!! Non voglio entrare ulteriormente nel merito della degustazione seppure mi spiaccia constatare che dal “giudizio” e da una classifica si arrivi ad “annullare” la dedizione, l’opera e l’amore per la terra e per il lavoro di coloro che si definiscono “contadini”. Quanto di più nobile e più autorevole il poter coltivare, curare e crescere come “figli” i propri vitigni. Di tutta la polemica sorta rimane comunque l’amaro nel constatare che il duro lavoro di un’intera stagione possa essere vanificato da un giudizio di una singola degustazione, senza considerazione alcuna degli effetti di tale pubblicazione, in termini di eco, in termini di messa in dubbio della qualità ! Ritengo che le valutazioni debbano essere fatte nel globale, nella considerazione totale dell’impegno, dei profumi e della qualità ! Tuttavia un vino giovane di pochi mesi non ha ancora preso corpo, non si è lasciato “crescere”, maturare….la frettolosa necessità  commerciale di una rivista di arrivare alla pubblicazione di un servizio, per necessità  di copertina e/o di budget, assecondando politiche economiche a cui tutti ormai siamo assoggettati, forse non ha consentito di approfondire al meglio la conoscenza di un vino che ormai da anni conosco, apprezzo e ricerco!
    ovviamente un “umilissimo” e personalissimo giudizio, senza la presunzione di annoverarmi quale degustatore ufficiale….. ma ricordando al mondo intero che “De gustibus non disputandum est”….pertanto la classifica di una rivista non è legge…..cerchiamo di recuperare il bello del bere e del produrre!!!!!!!

  23. mi aggiungo a questa discussione che ritengo abbastanza importante perche ogni qual volta si parli di un vino,anzi e soprattutto di una zona non si coinvolge solo un produttore o un etichetta ma bensi l’intera zona fatta soprattutto da persone che lavorano con passione e fatica affrontando probblemi ogni giorno e ogni giorno diversi..rispondo al produttore mio collega che saluto dicendo che il miglior modo per non voler essere critacati è quello di non mandar vini a degustatori,guide o giornalisti pronti a valutare il nostro lavoro in modo piu o meno giusto,ma sicuramente dettato anche da gusti personali e propie rispettabili convinzioni su cosa sia ad esempio un vermentino dei colli di luni,quindi se non si è pronti ad incassare sconfitte piu o meno giuste è meglio tenersi il vino in cantina e berlo con amici sapendo che in quelle bottiglie abbiamo messo dentro la nostra vita ed essere pronti ad ammetere che non sempre il nostro vino è il piu buono di altri,anzi io non l ho mai pensato del mio,ma so di aver sempre avuto le PALLE per per metterlo in bottiglia e confrontarmi con tutti..agli amici degustatori ,wine..non so ben cosa,di qualsiasi guida giornale blog che parla di chi fa il mio lavoro chiederei soltanto una cosa che a molti non vedo fare,prima di dare il loro rispettabile giudizio su chi cmq lavora dando anche aloro qualcosa per cui scrivere,sarebbe meglio conoscere di persona chi lo ha fatto quel vino conoscere la storia e la motivazione per cui fa vino e sopprattutto passare una gg,come quella che ho appena terminato, insieme a lui tra sudore polvere e caldo,e infine assagiare insieme il vino,penso che il suo sapore cambi come il giudizio..non sono entrato in merito alla discussione in questione perche credo sia fuori luogo sterile e forse anche dannosa a tutti ho espresso soltanto alcune mie convinzioni sperando che il rispetto pr il mio territorio e lavoro torni su queste pagine. Finisco dicendo che cmq ogni opinione va rispettata e accettata e data cmq sempre con umilta e conoscenza della materia…. Un saluto a tutti Andrea Marcesini, Az. Agr. La Felce

  24. L’anologia calcistica usata sopra dalla collega mi fa venire in mente che si potrebbe anche rigiocare Italia/spagna nel campetto di Catelnuovo! sempre che vi sia un campetto pubblico accanto all’enoteca. Sia mai che si vincano gli europei!

  25. Per prima cosa ringrazio Roberto Gatti per le parole che ha scritto e che ho letto con grande piacere. Passo poi a ripetere per l’ennesima volta, questa volta alla signora Laura che i vini sono stati assaggiati in tre giorni e quindi con una tranquillità  anche esagerata, visti i modi e i numeri di assaggi di molte guide, come evidenziato da Roberto Gatti. Tengo inoltre a precisare per la xxxennesima volta che il nostro modo di degustare ha dei parametri diversi, evidenziati nella nostra filosofia di degustazione, che invito a leggere e che portano a dare grande valore al rapporto vino-vitigno. Se un vino cioè , secondo noi, non ha i profumi e le caratteristiche che ci si aspetta da lui in quel territorio, pur ritentendolo buono, non lo valutiamo bene. Sono circa 10 anni che valutiamo i vini con questa metodologia e, come scrive Gianpaolo Giacomelli nel suo articolo adesso in home page, prima ci siamo fatti tanti nemici ed ora invece tanti ci dicono grazie per aver puntato forte sulla tipicità . Il nostro metodo non piace? Padronissimi di non leggerci o di dissentire, però fermiamoci qui: non mettiamo dubbi sulla serietà  dei degustatori perchè è un giochino di bassa lega. Sempre alla signora Laura: le guide sono fatte per giudicare, nel bene e nel male. se si vuole solo pareri positivi si comprino dei redazionali sui giornali cartacei e tutti sono felici. Se si manda dei campioni ad una guida vuol dire che siamo pronti ad accettare un giudizio e non solo a reclamare un premio. Ogni giudizio è discutibile, il nostro per primo, la cosa non discutibile è l’impegno e la serietà  professionale che noi mettiamo in un lavoro ASSOLUTAMENTE NON RETRIBUITO DA NESSUN PRODUTTORE.
    Bella quella della partita! magari facciamo cosà¬: noi giochiamo a calcio e Buffon, Xavi e compagni fanno la degustazione.

  26. Caro sig. Macchi non capisco a cosa si riferisce. Forse voleva riferirsi ad altra persona?
    1) Personalmente non ho parlato di imbroglio. 2) Non ho dato un giudizio ne sul vino, ne sulle vostre votazioni e tanto meno sul lavoro svolto da vignaioli o giornalisti. 3) Mi sembra di essere stato molto tranquillo nel partecipare al vostro Vinteressa.
    Veda sig. Macchi voi avete un sito pubblico sul vino, aprite delle discussioni pubbliche e dovreste essere felici nell’aver gente che si diletta nel dialogare, tranquillamente, con voi.
    Comunque torniamo alle cose serie, sig. Macchi, il vermentino è un mio vecchio “pallino” e mi piacerebbe fare una bella tavola rotonda con produttori, giornalisti, enologi, sommeliers tutti insieme a parlare e a degustare, alla ceca, il VERMENTINO. Lei ci partecipa alla degustazione che si andrà  a fare a settembre?

  27. Ciao Carlo, non mi devi ringraziare, conosco personalmente molti di Voi che scrivete su Winesurf e ne posso testimoniare la correttezza, competenza e serietà  professionale, perchè molto spesso ci troviamo in giro per l’ Italia e degustiamo gomito a gomito. Sicuramente il lavoro del vignaiolo è molto faticoso, duro ecc. ma credo che anche chi scrive e degusta abbia grandi responsabilità  nei confronti dei produttori in primis e dei lettori. Che dire ancora : tutte le ipotesi potrebbero essere valide, anche quella ad esempio che siano stati invertiti senza volerlo, da parte di chi era preposto al servizio, due o piu’ campioni. Se ciò fosse vero ecco che le rimostranze del produttore sarebbero giustificate nella sostanza ma non nei toni ( troppo violenti a mio avviso ), ma anche il risentimento di chi ha partecipato alle degustazioni. Il nostro è un lavoro delicato, tanti elogi quando valuti molto bene un vino e poi tante critiche quando non ti è piaciuto

  28. Signor Tommaso mi scuso, non volevo riferimi a lei che anzi è stato oltre che corretto, chiaro e molto evocativo nel riportare un pezzetto di storia del vino. Mi volevo riferire a max@, che ha parlato di “puzza d’imbroglio”, cosa che assolutamente non credo nemmeno pensabile. Mi scuso ancora. Per quanto riguarda la degustazione non ho problemi ma, mi permetta, visto il clima che iltra da alcuni commenti (non certo i suoi) non vorrei assolutamente che diventasse una caccia alle streghe o un luogo dove regolare conti.

  29. Mi sembra che sull’argomento sia stato scritto tutto. E quanto sto per scrivere lascia il fianco a molti controargomenti ,perà³ ci provo Molti/ alcuni, recensori omettono di citare i vini che non hanno ottenuto un minimo di valutazione positiva. Nel caso di Winesurf che valuta in cinque stelle si potrebbero non citare i campioni che hanno ricevuto meno di tre stelle. Cosà­ il produttore suscettibile non si offende ed il gioioso degustatore continua a vivere serenamente. Certo questo stile “meridiana” riduce di qualcosa la funzione di avviso ai naviganti
    che l’articolo puà³ avere e lo tarpa anche di qualche completezza. Il produttore da una o due stelle sarebbe avvisato
    a parte, lontano dal ludibrio pubblico ( che comunque esiste solo nella sua mente ) e la
    corrispondenza successiva sarebbe un affare privato tra il degustatore di cui gioisamente sopra, ed il produttore. In ogni caso , ai produttori un consiglio tanto modesto quanto drastico:
    non mandate campionature in assaggio se non siete disposti ad accettare non solo critiche qualificate ma anche quelle non.

  30. Altro che proposta draconiana! Il nostro lavoro diventerebbe facilissimo: si parla solo del 15-20% dei vini degustati e prossimamente ancora meno perchè sicuramente ci sarà  qualcuno che si lamenterà  perchè ha preso solo 4 stelle. La soluzione a tutto sarebbe un bel catalogo dove ogni vino è riportato con la sua bella etichetta, stando bene attenti a dare lo stesso spazio ad ogni etichetta. Caro Carlo, mi sembra di vedere sotto a queste tue righe una vena neanche piccola di ironia. Forse in futuro, quando arriverà  il Grande Fratello, faremo cosà¬; per adesso teniamoci il libero arbitrio, con annessi e connessi.

  31. Max a Chiara Barbero
    Sig.Chiara ,buona vita a lei.
    Ho letto i suoi commenti e le rispondo brevemente.
    Da come scrive si evince che lei va in vigna soltanto a fare passeggiate,non certo per lavorarci.Era partita bene,poi si è intricata nei suoi discorsi contorti,quasi per autoconvincersi che le cose stanno cosà¬.
    Mi dispiace deluderla ma io non l’avevo considerata come produttrice in quanto non ho mai visto il suo vinoin nessun locale,sicuramente è talmente buono e raro che lo beve tutto tra amici.
    Ho degustato 18 vini,non soltanto 2.
    Certamente nella degustazione del Sig. Macchi saranno stati invertiti alcuni campioni.
    Chissa se per errore o per loro volere?
    I vermentini dei colli di luni in questa degustazione sono stati screditati,pensare che sul litorale toscano della versilia sono i vini che vengono bevuti di più.
    Lei non pensa che una rivista filotoscana come winesurf potrebbe averlo fatto appositamente???Cosi da promuovere i bianchi toscani?
    Da buon lucchese lancio questa mia ipotesi.
    Cordiali saluti,Max.

  32. Max a Simona migliore
    Signora maestra,io ho compilato le mie pagine di a,tutte con le gambette in basso,molti anni fà .
    Grazie della piccola lezione sul come si fà .
    Io degusto massimo 13 vini,i 18 che ho confrontato erano già  troppi.Visto che lei sa come si comportano le nostre papille gustative e i captori nasali dopo una decina di vini in batteria.Conosce le assuefazioni ,cosଠsentiamo buono quel vino che è più ricco di zuccheri residui o sostanze varie aggiunte,tipo metalli,quei vini fatti per le guide,il vino della botte buona.
    Per molti anni ho praticato l’assaggio e sputo e per molti anni ho sbagliato perchè questa procedura trae spesso in inganno e non è sufficente per un giudizio reale e veritiero,per questo io concludo con un abbinamento.Le ricordo che il vino lo si fa anche per bere ma sempre con moderazione.Il tipo di degustazione e punteggio che voi professate vi portano ad errori grossolani.Degustate meno vini e degustateli meglio.
    Cordialmente Max Lucchesi.

  33. Come?????? lei ha degustato 18 vini invece di 12????? cosa l’ha spinto ad assaggiare il 33% dei vini in più??? Come diciamo noi in Toscana “sento puzza d’imbroglio”.

  34. Caro Stefano,
    Non è la prima volta che un produttore chiede spiegazioni sul punteggio di un vino, la maggior parte delle volte si risolve con una telefonata, un paio di battute e magari anche delle scuse da parte mia per aver male interpretato un vino, altre volte la risposta è più dettagliata ed avviene in modo scritto circostanziando i motivi di tale punteggio; ma personalmente in più di 10 anni di lavoro come assaggiatore non avevo mai letto una critica permeata di tanta arroganza in ogni sua frase, e visto che, per volere di chi ha mosso quella critica, è anche diventata di dominio pubblico, a questo punto mi sento in dovere di aggiungere alcune puntualizzazioni che Carlo Macchi ha omesso sia perché in tale arroganza non le meriterebbe nemmeno, sia perché non conosce in modo approfondito le dinamiche della zona in cui tu produci. Certo non scenderò al livello caricaturale di chi, nel goffo tentativo di schernire, non si rende conto che la piccolezza di certe affermazioni da sole basterebbero per farsi un’idea del livello del personaggio cui siamo di fronte.
    Ci provo”¦.
    I quasi 22.000 assaggi professionali fatti in questi anni mi hanno convinto che non esiste nessuna certezza sulle capacita di assaggio e di interpretazione di un vino, ci si può solo provare facendoci forti delle proprie esperienze passate. La certezza sta invece nella consapevolezza che l’errore è sempre dietro l’angolo e che nessuno è infallibile nelle sue sentenze.
    Cerco di pormi sempre con atteggiamento di umiltà  nei confronti di un vino sottoposto all’assaggio, consapevole delle fatiche che stanno dentro quel bicchiere; e personalmente mi costa moltissimo quando si da un punteggio basso ad un vino, soprattutto (siamo umani) di una cantina di cui si conosce personalmente il produttore e se ne ha stima; ma non ho mai rinunciato ad omettere il risultato per l’onestà  intellettuale che ho sempre cercato di mantenere negli anni.
    Dal 2001 ho partecipato con entusiasmo alla nascita della guida vini dell’Espresso, ma con ancora più entusiasmo ho creduto nella collaborazione alla nascita della guida Vini Buoni d’Italia che fin dal 2003 ha segnato una svolta nel mondo del vino italiano, dichiarando guerra aperta alle contaminazioni dei vitigni non autoctoni e premiando la difesa dell’incredibile numero di varietà  italiane autoctone. Non ho avuto nessuna esitazione a lasciare la Guida insieme a Carlo Macchi (ideatore e cofondatore) e ad un gruppo di amici quando stava andando verso obiettivi diversi da quelli per i quali era nata. Winesurf nasce proprio per proseguire questo percorso di un gruppo di amici che ha sempre tenuto fisso il criterio della riconoscibilità  del vitigno senza compromessi: questa purezza di intenti ci è costata moltissimo in questi anni dal punto di vista dei rapporti con i produttori di vino, ma ci ha pagato moltissimo (solo moralmente) perché oggi 70.000 persone ci leggono regolarmente ogni mese. Questo nostro rigore ci ha probabilmente portato molte volte a dare giudizi forsse immeritati su un vino, spesso per il timore che quel vino fosse non troppo corrispondente al profilo della tipologia, ma il giudizio non è mai stato cambiato una volta svelata la bottiglia. Non siamo mai stati compiacenti: nell’incertezza di un giudizio tendiamo a darlo al ribasso anzi che assolverlo, e questo nel tempo ci ha portato alla soddisfazione di essere riconosciuti per la nostra serietà  sia da parte di chi ci legge che da parte di chi vuole far giudicare i propri vini. Ogni vino viene assaggiato da più persone e il punteggio finale è sempre una media aritmetica.
    Winesurf praticamente non ha pubblicità  e vive dell’opera di un gruppo di assaggiatori professionisti che viaggiano in lungo e in largo per l’Italia da anni; non abbiamo mai avuto né sponsor né cantine compiacenti e non dobbiamo rendere conto a nessuno se non al pubblico che ci legge. Abbiamo sempre accettato critiche costruttive provenienti da ogni parte, consapevoli della nostra fallibilità , ma non credo meriti le
    critiche di chi sale in cattedra e vuole fare credere di essere unico paladino di una battaglia che noi combattiamo da almeno 10 anni anche per esso e per tutti quei produttori a cui abbiamo dato un punteggio sfavorevole, ma che oggi ci ringraziano perché “la moda” ormai cavalcata da tutti i media del settore sui vitigni italiani autoctoni, ha permesso loro di emergere e di uscire dal limbo cui erano relegati negli angoli più sperduti del Paese.
    Brucia leggere certe frasi da chi si vuole ergere difensore della purezza di un vitigno e poi sapere che il suo comportamento reale, nei fatti, tradisce quanto sbandierato ai quattro venti, tra cui ad esempio boicottare sistematicamente ogni iniziativa presa dai produttori locali di vermentino, o farsi vanto di non vendere in grande distribuzione e poi uscire in vendita con prezzi talmente bassi (un tuo vino è in vendita in almeno una enoteca ad un prezzo di circa 5 euro) da poter generare una pericolosa spirale al ribasso dei prezzi dei vini dei Colli di Luni con detrimento dell’immagine degli stessi.
    Trovo strano, irritante, e soprattutto vigliacco, che la lettera di protesta sia stata mandata alla redazione e per conoscenza a varie persone tranne a me, cui veramente la lettera è indirizzata visto che ad un certo punto vengo citato (sono l’unico che si definisce “winerider” nella presentazione dello staff di Winesurf ).
    Caro Stefano, per tua sfortuna viviamo a meno di 2 km di distanza, i sogni bucolici e le corsette nel vigneto in fiore che fai tu, le ho fatte anch’io e magari non solo nel tuo vigneto ma anche in quello di molti altri produttori che per te non meritano il rispetto. Carlo non conosce la tua storia, i tuoi comportamenti la tua etica e la tua aurea, e nemmeno le tantissime persone che ci leggono; ma io si, ti conosco, sia per esperienza diretta, purtroppo, sia per “voce di popolo”; leggendoti ho cercato di capire da dove provenisse la rabbia vomitata dalle tue parole nei miei confronti, invito pubblicamente chiunque legga queste righe a testimoniare se nel corso di questi anni io abbia usato un linguaggio di tale bassa lena nei confronti tuoi o della tua cantina, lamentando solo del fatto che non mi hai mai consegnato i campioni della guida dell’Espresso a mano, vista la nostra vicinanza, ma li hai sempre spediti in altri luoghi.
    Ripensandoci”¦.una sola critica ti mossi credo circa 10 anni fa”¦.guardandoti negli occhi come di solito gli uomini maturi fanno: ti dissi che, visti i piccoli numeri della tua cantina era un errore commerciale secondo me uscire con troppe tipologie di vini diversi, da quel momento mi hai sempre ombrato ed io su questo ci ho sempre riso e scherzato. Ma non oso nemmeno pensare che tu abbia covato per più di 10 anni una rabbia simile, tale da sfociare con un attacco tanto vile quanto assolutamente inatteso nei miei confronti. Spero non sia questo il motivo perché sarei davvero molto preoccupato per la tua salute mentale.
    Fin da quando mi hanno avvertito di questa lettera di protesta (ero in vacanza e non porto con me il pc), ho pensato che la miglior risposta fosse di sederci ad un tavolo e confrontarci sul Villa Linda 2011, vino che dai 4 assaggiatori è stato definito ottimo ma forse un po’ troppo spostato sulle note olfattive del Sauvignon e per questo penalizzato: le ragioni possono essere mille per le quali un vino prenda una tale deriva, soprattutto in annate difficili come il 2011, con te avrei voluto confrontarlo con almeno una decina di altri campioni per capire come mai si staccava cosଠtanto dal loro spettro aromatico. Un incontro costruttivo da cui ne saremo usciti arricchiti entrambi. Ma leggendo le tue farneticazioni penso adesso sia solo tempo perso, non vale la pena dedicare attenzioni ad una persona capace di simili esternazioni, spocchiosa e snob, capricciosa e che vuol decidere di giocare ad un gioco solo con regole sue. Avevo messo da parte la seconda bottiglia, la userò per una degustazione dedicata ai Sauvignon e loro eventuali deviazioni.
    Comunicazione di servizio: il Vermentino Solarancio 2010, (vino da me regolarmente acquistato nel nr di 18 o 24 bt), il miglior punteggio da me dato ai tuoi vini fin dal 2002 (eh si, li assaggio da quella data”¦pensa un po’), da me messo in una degustazione in una serata lo scorso maggio, è andato!!! (pensa un po’”¦ironia
    della sorte”¦l’ho dovuto vuotare nel lavandino come consigli tu per gli altri vermentini locali”¦.) peccato, speravo di fare bella figura con una cantina che mi è sempre piaciuta, ho finito con lo scusarmi spiegando che era sicuramente colpa della mia cantina di conservazione perché tu sei infallibile”¦..(ne ho ancora 2 bottiglie se vuoi verificare)
    Caro Stefano, nessuno è perfetto e l’esperienza mi insegna che più una persona viene toccata da un argomento e reagisce in maniera convulsa e più quella persona ha fantasmi nell’armadio da nascondere.
    La tua figura di Paladino del Vermentino convince molto poco, i tuoi comportamenti professionali pochissimo (vogliamo fare un sondaggio tra i tuoi colleghi produttori?), la tua lealtà  come uomo ancora meno . Speravo la tua reputazione fosse solo frutto di invidia ed ammirazione da parte dei colleghi ma a questo punto devo tristemente ammettere che un fondo di verità  c’è .
    Scappo a preparare i campioni per gli assaggi dell’Espresso, lavorerò anche per te, gratuitamente del resto, come sempre, spero almeno questo ti faccia piacere.
    Gianpaolo Giacomelli (da oggi WineJoker)
    p.s.: ti autorizzo a pubblicare anche sul tuo sito questa mia lettera, visto che sei stato cosଠsolerte e mettere la tua e sei cosଠesperto nel copia e incolla visto il manifesto contro tutti gli altri produttori di vermentino locale che hanno aderito ad una iniziativa (peraltro lodevole), di un grosso centro commerciale recentemente aperto alla Spezia.

  35. Leggendo attentamente la mail di Giampaolo giacomelli si capisce chiaramente perchè i vini della pietra del focolare si trovano in fondo alla classifica.molto presto parleremo della carta di credito di winwsurf,buona sera a tutti.
    Stefano

  36. Vedete che certe volte le cose portano dei vantaggi! Scopro infatti che winesurf possiede una carta di credito. Spero ci siano sopra tanti soldi cosଠpotrò in qualche modo ripagare tutti quelli che gratuitamente hanno dato negli anni una mano a questo giornale. In particolare ringrazio Salvetti che ha scoperto questa carta. Non credo ce l’abbia regalata lui, sarebbe troppo e non potremmo accettare, anche se oramai l’amicizia che ci lega potrebbe averlo portato ad un gesto di grande munificenza. Resto in attesa di sapere se è VISA, DINERS o altro. Grazie Salvetti, la prego anche di trovarci un conto in Svizzera e uno alle Cayman (si scrive cosà¬??) ovviamente belli pieni. Quando lo farà  sarò ben felice di brindare con lei.

  37. Rispondo al sig.Foresti…………
    Sig.Foresti,mi piace il suo commento,mi piace soltanto la parte finale!
    io percorro a piedi quotidianamente i miei 2 ettari di vigneti terrazzati divisi in 4 appezzamenti diversi e lontani tr a loro,qui il sesto d’impianto non permette passaggio al trattore,tranne il motocoltivatore in alcuni.
    Gli altri 5 ha li percorro con il trattore.
    le mie vigne le gestisco di persona,in tutti i sensi.
    Ho avuto dei precedenti con gli amici di winesurf e penso siano cose e motivi miei.
    Volevo dirle che il nonno di mia moglie(che è la titolare dell’azienda),molti anni or sono,vendeva 500 hl di vino trasportandolo con il barroccio trainato dal suo cavallo.
    Il vino che vendeva lo produceva tutto lui,buono o cattivo che fosse.
    Non vorrei che in questo caso lei fosse il CANTANTE ed io il CANTAUTORE.
    a buon intenditor poche parole.
    cordiali saluti
    Stefano Salvetti

  38. Rispondo a Giovanni Solaroli…
    Sig. Solaroli sono certo che se mi conoscesse cambierebbe la sua opinione su di me…ed anche su altri!!!!!
    Cordiali saluti

  39. Rispondo a Chiara Barbero…
    Sig. Chiara,tutti noi sappiamo da chi è stata spinta.
    La prima parte del suo commento non è male ed io non dovevo mandare i miei campioni,conoscendo i polli a cui ho dato da bere.Però ho voluto provare se loro fossero cambiati,è stato più forte di me.
    Io ho conosciuto suo padre molto tempo fa,ho passato una giornata con lui,anzi,con loro agli albori dell’azienda.Conosco alcuni suoi vini e non devo giudicarli,ricordo solo che il rosso di fravizzola aveva un deposito importante.Lei in vigna ci và  ben poco,si vede dalle mani,io nella sua ci sono stato con suo padre,mentre lui mi spiegava perche avesse mantenuto e abbassato le vecchie piante madri.
    Comunque io non mi sono riferito direttamente al suo vino e neppure io ho le ansie del mercato e questo ci accomuna.I miei vini mandati alla degustazione non erano ancora ufficialmente in commercio,erano in affinamento e ci sarebbero ancora se i nostri clienti non avessero questa estrema fretta di consumarli.Ho visto però la quotazione del suo vermentinoo 2010 e ciò la contraddice,a me tanto basta.Certo che il tempo darà  riscontro alle mie parole.Mi sembra più brava in vigna che a spiegare le cose nel suo commento.
    cordiali saluti
    Stefano Salvetti

  40. rispondo a RobertoGatti….
    I campioni non sono stati scambiati,la bottiglia del vermentino Solarancio si riconosce tra 1000 vini,se ne trovano poche in giro , sono molto costose e di un colore molto particolare e lucente.
    A presto
    Salvetti stefano

  41. Saluto Andrea Marcesini .Sei l’unico produttore dei colli di luni(maschio ) che si è fatto vivo ma il direttore non ti ha neppure considerato,forse per farti sentire devi usare termini un pò più forti.Non credi.?
    Dai Andrea fatti sentire!!!!
    Ciao
    Stefano Salvetti

  42. non sono un enologo e neppure voglio inoltrarmi in campi che non conosco, ma da consumatore ho una curiosità . i lieviti quale influenza possono avere (se ne hanno) sul risultato finale del vino? mi chiedo questo perchè da diversi anni nel degustare i vermentini di luni ritrovo, come posso dire, un unico filo conduttore che non accosterei al vitigno vermentino. forse mi sbaglio ma sembra che siano tutti provenienti dallo stesso ceppo, può essere? oppure saranno le fioriture? ma chi sa? altra domanda che mi faccio sui lieviti in generale: ma questi lieviti restano nel vino? e se restassero nel degluttire questi vini che effetto possono avere i lieviti sull’uomo?
    di questo ed altro mi piacerebbe parlarne con esperti e conoscitori magari facendo degustazioni ceche.

  43. Lieta di scoprire fatti sulla mia vita che prima d’ora ignoravo, adesso mi congedo da tutto con la stessa velocità  che qui mi ha portata. Certo, un po’ di stupore in me rimane”¦ Uno stupore principalmente dovuto alla tanta conoscenza che alcuni di voi pare abbiano circa le mie abitudini quotidiane : dal mio passeggiar bucolico per vigna ammirando fiori e farfalline, alla nozione esatta del tempo che ci trascorrerei, per arrivare fino alla delicatezza delle mie mani. Idilliaca immagine”¦. Salute e tutti e scappo a fare piega e manicure!

  44. Marco foresti risponde via mail a salvetti

    nome: Marco Foresti
    email: marco@forestiwine.it
    telefono:
    messaggio: C.a. Sig. Salvetti Avrei apprezzato di piàƒÂ¹ il Suo modo di scriver testi se avesse usato un tono piàƒÂ¹ da “cantautore” e meno da rokettaro contro tutti.Cmq niente di personale io non sono nessuno al contrario di Lei! Saluti dalla parte opposta della Liguria

  45. Sig Foresti,anch’io non sono nessuno,sono solo una goccia,una lacrima che piange dagli occhi.
    Tante lacrime piante da tutti noi insieme bagnano il terreno e lo rendono viscido cosଠda far scivolare queste persone che oggi infangano me e domani lei.
    Io lavoro con fatica a levante,lei lavora a ponente ma onestamente penso che ci accomuna la passione di fare vino e non si può permettere a degustatori estremisti ,per forza in controtendenza di dettare legge essendo allo stesso tempo giudici e boia.
    cordiali saluti
    salvetti

  46. Nel rileggere i vari interventi mi ha incuriosito la storia della carta dicredito e ho trovato che sulla pagina iniziale del sito di Wine Surf la possibilità  di cliccare su winsurfclub. Sotto riporto quanto scritto: WinesurfClub
    Benvenuti nella pagina dell’Associazione “Amici di Winesurf”. Possono diventare soci tutti i cittadini italiani e non che hanno compiuto i 18 anni di età . (vedi regolamento interno)
    L’associazione si prefigge lo scopo di promuovere la cultura del vino attraverso degustazioni, incontri, manifestazioni, anche online.

    Inoltre l’associazione proporrà  ai propri soci la possibilità  di accedere a prezzi particolari a pacchetti di vini che il giornale Winesurf. it ha considerato e valutato tra i migliori della loro categoria. Questo servizio verrà  proposto almeno 3-4 volte in un anno e comprenderà  anche schede di presentazione dei vini e la possibilità  di seguire in diretta sul canale Livestream di Winesurf la degustazione dei vini presenti nel pacchetto.

    L’associazione si impegna a creare un “circuito privilegiato” tra chi il vino lo vende o lo tratta quotidianamente (enoteche, ristoranti, trattorie, wine bar etc) ed i propri associati. Solo a loro questi locali, definiti “amici di Winesurf” proporranno trattamenti di favore (sconti sul vino, sui pranzi etc).
    I locali “Amici di Winesurf” (link alla categoria Locali Amici) verranno segnalati nella pagina “locali amici”.
    L’associato riceverà  la tessera direttamente a casa.

    L’associato riceverà  per mail in anteprima e al massimo nell’arco di 3-4 giorni una newsletter con i nomi e le caratteristiche dei migliori vini degustati in ogni assaggio ufficiale di winesurf. Questo permetterà  al socio di ricevere praticamente prima dell’uscita delle guide di settore, informazioni sui migliori vini da poter acquistare ed assaggiare. Queste informazioni, vista l’uscita cadenzata delle degustazioni, potranno arrivare anche alcuni mesi prima rispetto ai normali lettori.

    L’associazione è valida per un anno, al termine del quale deve essere rinnovata.
    L’associazione è annuale e vale per 365 dal giorno dell’invio della richiesta.
    Al momento stiamo predisponendo i metodi di pagamento per potersi associare, per ricevere ulteriori informazioni puoi iscriverti alla newsletter di Winesurf.

  47. Allora è questa la mitica carta di credito di winesurf! Peccato! Speravo che Salvetti ne avesse trovata una con tanti soldi dentro.
    In realtà  due anni fa quando facemmo il restyling del sito ci venne quest’idea: una legalissima associazione culturale no profit. Ce ne sono a migliiaia con scopi vari. Addirittura alcuni giornali di vino comprano x bottiglie dei migliori vini degustati e poi li rivendono ai soci a prezzi di favore. Poi il tempo e soprattutto il rischio di essere fraintesi (vedi l’uscita del Salvetti) ci ha frenato e quindi l’associazione, purtroppo, non esiste. Se avesse dei consigli su come portarla avanti mi farebbe un favore. Buona giornata signor Tommaso.

  48. Quindi i sacerdoti del vino che degustano soltanto per passione senza nulla guadagnare,perchè esigono l’obolo dai soci?
    Perchè vendono i vini da loro giudicati i più buoni?
    Io lascerei fare il vino al vignaiolo,lascerei vendere il vino al commerciante e soprattutto lascerei giudicare il vino solo a chi lo sa fare!!!!!
    Colgo l’occasione per salutare l’enologo dei colli di luni.Il suo commento è stato fondamentale.
    Buona domenica a tutti.
    Stefano

  49. molto volentieri sig. macchi spero di poterla incontrare magari a castelnuovo magra a degustare vermentino e, con il calice in mano, parleremo della sua associazione. buona domenica a lei e a tutti i suoi lettori

  50. Beh, secondo me il Salvetti-contro-tutti una qualche ragione apparirebbe averla: sul fatto cioé, che la sovrapposizione anche minima delle funzioni di recensore, consigliere e venditore di vini non é il massimo del desiderabile. Anche lasciando da parte
    paroloni come etica una qualche piccola fessura si apre sulla genuinità¡ delle stelle e dei consigli per gli acquisti che ne seguono. E´ pur vero che la pratica é abbastanza diffusa, specie come forma di fidelizzazione dei lettor, senza che nessuno gridi al ladro al ladro. D’altro canto non é che l’associarsi sia obbligatorio e quindi rimane sempre il punto di vista legittimo che, personalmente, non trovo nulla di odioso o sbagliato sul fatto che ad un certo punto della sua vita un blogger o altri ritengano doversi fare pagare qualcosa per il servizio di selezione, degustazione e recensione reso ai lettori. (Sarebbe anche un bel banco di prova per vedere quanti lettori rimarrebero “attaccati” una volta che Winesurf costasse, che so, cinque euro l’anno).

    Quindi, sempre secondo me,
    il risultato non cambia: adamantinamente corretto o perversamente corrotto Winesurf esprime un parere (non una sentenza di Cassazione): se non
    si é disposti ad accettare questo parere é meglio, come già¡ scritto, non sottoporre campionature al giudizio degli ondivaghi Carlo Macchi & Co. (A parte poi che se i vinsurfisti fossero veramente corrompibili e, ci sarebbe sempre qualcuno che manderebbe campionature proprio per questo motivo.) Insomma cari produttori: non si puà³ sempre vincere. Basta non abituarsi a perdere.
    Forse la qualità¡ e la bravura di un produttore vine proprio misurata dal modo in vui reagisce a critiche (motivate o immotivate che siano) e ad annate non felicissime, che statisticamente esistono per tutti.

  51. Buonasera a tutti, sono Giorgio Baccigalupi , enologo condotto, come dice il buon Mario Menconi.
    E’ da diversi giorni che mi avvicino al compiuter per intervenire, sono stato anche sollecitato a farlo, ma i toni dei diversi interventi mi facevano allontanare dalla tastiera, tutto questo susseguirsi di botte e risposte mi ha evocato l’immagine di quei sommozzatori morti nel fondo di una grotta, l’agitarsi vorticoso ha fatto si che non intravedessero la luce del foro di uscita.
    Non credo assolutamente con questo di avere la verità  in tasca ma a volte fermarsi, forzarsi a ragionare pacatamente, è più produttivo che l’agitarsi convulso.
    Premetto, prima di esprimere in alcuni punti il mio pensiero, che la scorsa settimana sono andato da Giacomelli a degustare i vini oggetto di controversia, io già  li conoscevo perfettamente ma meritava fare questa degustazione con i campioni assaggiati per eliminare qualsiasi incomprensione.
    Chiuse le riflessioni generali esprimo in alcuni punti il mio pensiero.

    • Le due lettere caro Stefano avevano un tono nel quale personalmente non mi riconosco, potevi tranquillamente e giustamente dire le tue ragioni senza diventare offensivo sia nei confronti degli scrittori di guide, che degli stessi produttori. Probabilmente giornalisticamente può essere che non ci sarebbe stato tutto questo scalpore, ma si sarebbe potuto centrare meglio l’obiettivo con un sostegno maggiore da parte di molti.
    • Il giudizio sulla degustazione dei vini liguri confermo che non rispecchia il mio parere sui vini stessi, non tanto nella diatriba sterile tra levante e ponente, ma nella singola valutazione di tanti vini dei quali mi permetto di conoscere molto della loro storia. Non è lontana nel tempo la degustazione fatta all’Enoteca di Castelnuovo con molti vini vermentino. Tutti i presenti hanno potuto assaggiare e valutare i prodotti non solo dell’annata 2011 valutando le diverse caratteristiche da vino a vino, da produttore a produttore, apprezzando e non apprezzando le diverse caratteristiche con un quadro complessivo che non si rispecchia nella degustazione fatta da Winesurf.
    • Molto difficile la valutazione della tipicità . Quasi tutte le schede di assaggio a livello nazionale ed internazionale hanno eliminato questo parametro perché è di difficilissima definizione in funzione di diversi parametri. Esempio tutti i vini fermentati con buccia sarebbero da definire come non tipici, è giusto? Quale è la tipicità  di vini che derivano da tagli di più uve, da vinificazioni innovative, da una viticoltura impostata su nuovi rapporti, piante/ettaro, età , ecc. ecc.
    • In particolare il giudizio per i vini o meglio per il vino penalizzato per le note verdi, leggermente vegetali, nel quale Giacomelli ha ravvisato l’assonanza con il sauvignon non mi trova assolutamente allineato. Ne ho discusso con Gianpaolo, non trovando personalmente niente di quello che nel degustare quotidiano possa far pensare a questo vitigno, tanto marcante da sentirsi anche in piccoli dosaggi in modo evidente, e alcuni vini della costa toscana , come permesso dai disciplinari, ci insegnano. Nell’argomentare la sua descrizione olfattiva infatti mi ha detto che il ricordo del sauvignon non era riferito alle note caratterizzanti le produzioni italiane di questo vitigno ma alle note vegetali dei vini prodotti da questo vitigno nella Loria. Quindi non pirazine da pipଠdi gatto, salvia o altro. Ho eccepito che occorre esprimere bene questi concetti, altrimenti si rischia di fare confusione ed essere male interpretati.
    • Ho letto l’editoriale di Carlo Macchi sulle megadegustazioni da 100 e passa vini e ho intravisto nella sua discussione una certa critica, forse c’era un riferimento anche a quella oggetto di contesa?
    • Certo posso dirvi che su una batteria di vini in sequenza, specie se numerosi, quelli che risaltano e ottengono spesso più punteggi sono quelli che hanno qualche parametro particolarmente fuori dalle corde, una acidità  più elevata, una morbidezza, una nota aromatica, una persistenza in bocca accentuata, tutto quello che risveglia in quel momento l’attenzione del degustatore.
    • Certo credo che Winesurf debba un riconoscimento a Stefano: ha portato questo sito ad essere cliccato anche da un pubblico che prima non sapeva che esistesse.

    Sperando in un rasserenamento complessivo nell’interesse in primis del vermentino dei Colli di Luni,
    in uno schietto rapporto tra i produttori,
    in un apprroccio sempre più professionale dei vari degustatori delle diverse guide
    porgo un cordiale saluto a tutti
    Giorgio Baccigalupi

  52. Grazie Giorgio del suo commento pacato, motivato e molto tecnico.

  53. Che bell’intervento di Giorgi Baccicalupi, pacato, sereno e tecnico. Ne approfitto subito per fare una domanda tecnica a Giorgio: i lieviti possono modificare le sensazioni olfattive di un vino? senza voler arrivare ai vini biologici o biodinamici è possibile produrre buoni vini senza aggiunta di lieviti?
    Ringrazio anticipatamente Giorgio per la cortesia.

  54. Panorama sul golfo

    Correva l’anno 2004,estate, degustavo vermentino nel pomeriggio d’ombra vicino al mare.
    Non spiaggia polverosa ma soggiorno di vetrate sul giardino ombroso di grandi pini con il dolce suono dei flutti che frangono le rocce e schiumano, trasportati dal vento di libeccio e ricordano il vino di champagne versato nella flute e iodate ostriche delle acque del nord .
    Le terre della luna, amate dagli antichi romani,Luni di colline affacciate sul mar ligure ,terre di contadini con scarse tradizioni marinare,poche barche poco pesce pescato.
    Acciughe,stoccafisso e baccalà  ,pollo in casseruola con patate e olive,coniglio fritto e torte d’erbe.
    Una cucine prevalente di terra,di carni e verdure ,profumi di vento di mare.
    Fin da piccolo ho amato queste colline che nascondono vecchi casolari e vigne ,il luogo preferito per le mie vacanze.
    Davanti a me una parata di bottiglie accuratamente mascherate e tre buoni amici che non fumano ma sanno bere bene.
    Assaggiamo e compiliamo le nostre schede,il vermentino è dell’annata 2003.
    Profumi e sapori fluttuano insieme alle nostre parole ed ognuno dipinge il vino con il suo pennello.
    Il vermentino si apre verso nuovi orizzonti,non è più liquido giallo verdolino o paglierino scarico,
    ora incontra l’oro del sole .Il sapore non più monocorde e solo mandorlato ma tendente ad un panorama ampio come quello che si può ammirare dalle vette delle alpi Apuane.
    Il pino marittimo e le sue resine,molte varietà  di agrumi,pietre pestate nel mortaio di marmo,
    frutti tropicali,paglia bagnata e asciugata dal sole.Persistenza gustativa,persistenza olfattiva.
    Conto fino a nove ”¦a dieci”¦.e oltre.
    Altre emozioni non si lasciano scrivere ma la facilità  con la quale il vermentino si lascia bere
    non è cosa poco importante.
    Il pomeriggio volge al tramonto e la sera fresca , salmastra e balsamica di eucalipto nell’aria e nel vino.
    Questo non vale per tutti i vini assaggiati,c’è chi si ,c’è chi no e c’è il furbetto.
    In particolare c’erano due vini tra quelli assaggiati che avevano il sentore di tappo.
    Sostituendo la bottiglia eliminai il problema per uno ,ma non riuscii a risolverlo per il secondo.
    Il tutto si concluse con una buona cena tradizionale ligure,un magnifico cappun magro
    allestito a mò di panettone e farcito strato dopo strato di verdure,pesce,gallette e salsa verde,
    abbellito da spiedi di astice e aragosta e contornato da ostriche.
    Provatelo con il vermentino !!!!
    Acquistai diverse bottiglie del vino contaminato dall’armillaria melea,tutte sapevano di tappo.
    Ne acquistai ancora in posti diversi,tutte sapevano di tappo e uscଠanche qualcosa che mi ricordava
    i marcatori di un vitigno poco autoctono in liguria e che molti chiamano chardonnay.
    Questa cantina aveva il bacillo del tricloroanisolo 2,4,6 che contaminava tutto il vino di quell’annata.
    Addଠanno domini 2005,curiosando tra le giude che trattano di vino,leggo le varie cantine premiate.
    Questa nuova guida aveva premiato la cantina con la TCA.
    La cosa curiosa è che le degustazioni furono dirette dal sig Carlo Macchi e Giampaolo Giacomelli.
    Qual è la tipicità  di un vino?E’ la mia? E’ la vostra? Oppure era in quel vermentino dorato dei nostri nonni?
    Ora che sono avanti con gli anni non percepisco più la puzza d’imbroglio.

    Max Lucchesi

  55. La favola del Vermentino”¦”¦”¦”¦”¦”¦”¦.

    Le lettere da me inviate al sig. Macchi possono dare l’impressione di un botta e risposta
    ma non lo sono,anzi derivano da pensieri lunghi e ponderati che partono dall’anno 1995.
    Queste lettere (che riconfermo) sono soltanto un ramo del delta in cui sfocia il fiume.
    Possiamo pensare o credere che il mondo del vino sia una fiaba paradisiaca che attrae ed affascina
    le persone al suo interno ma non sempre le cose stanno cosà¬.
    A volte lo paragono ad uno splendido fiore che assomiglia ad un’orchidea,l’utricularia Jamesoniana,
    esso è una pianta carnivora.
    Io penso che il corso della nostra vita sia ramificato in due parti sostanzialmente antitetiche, la parte bella e quella brutta . C’è chi stà  fuori dai guai , chi li cerca e chi ci casca.
    Ho cominciato tardi questo mestiere che è stato prima solo un hobby e poi un lavoro a tempo pieno.
    La Pietra del Focolare nasce vive e cresce in completa simbiosi alla mia famiglia anzi ne è parte inscindibile.
    Era una mattina di sabato, dopo aver acquistato le forbici per la potatura,aiutato da Giovanni e Rino cominciai a curare e ripristinare il mio primo vigneto.Un quadro con panorama sul mare,il regno del silenzio,una microzona di profumi che farà  scaturire una passione senza precedenti.Un paio di forbici,una stanza in prestito come cantina e un vigneto in affitto sulle colline di Sarticola ,tra Ortonovo e Castelnuovo Magra.
    Il seguito è stato costruito da Stefano e Laura ,due menti e quattro braccia con le maniche rimboccate.
    Il pubblico che ci conosce e apprezza il nostro vino e la nostra compagnia ne è la conseguenza.
    E’ stata indispensabile la collaborazione di Giorgio Baccigalupi che è troppo buono con tutti e
    ad ognuno dice sempre di si.
    Fin dall’inizio siamo stati emarginati da molti colleghi di lavoro,non so precisamente il perché ma lo posso intuire o lo lascio immaginare a voi.
    Ho vissuto questi anni passati un po da eremita,concentrato nel mio lavoro,incalzato dalle malelingue,da sottili angherie e sotterfugi che non vi racconterò e alle quali ho dato sempre poco peso seguendo invece il mio obiettivo.
    Il vermentino Vivaluce è stata la prima risposta forte a questo stato di cose,di questo ne vado fiero.
    Ho sempre pensato di produrre vino senza pretendere una risposta concreta e immediata per il mio portafogli,concentrandomi non sui possibili guadagni ma sulla possibilità  di mantenere nei colli di Luni un campione di vermentino in purezza,che possa esprimere il territorio e la mia passione per esso,unita al fatto che il vino non lo si fa per le guide ma per la gente,e la sua beva e piacevolezza ne è una componente essenziale.Sono sempre stato contrario al vino della botte buona e in questi anni ho preso atto che il mercato del vino segue una sua strada a volte parallela a volte contraria alle guide.Credo di essere stato una persona scomoda per molti,come a volte lo è la verità ,forse perché seguivo un percorso ben delineato ed apparentemente facile e ricco di soddisfazioni .
    Sono sempre stato il critico più severo ed esigente del mio vino .La mia estrema pignoleria
    e la mia continua ricerca sono state necessarie per ottenere il risultato attuale ed a volte mi hanno reso antipatico,ho sempre sostenuto di essere al secondo di dieci gradini ed arrivato al decimo,di essere al decimo di cento.
    Colgo l’occasione per ringraziare tutti i miei amici che per mio volere si sono astenuti
    dal commentare e dal difendermi in questa piccola battaglia che era mia e non la loro.
    A Giampaolo Giacomelli vorrei dire che non ha mai capito nulla di me come uomo e
    come vignaiolo,sono contento che sia stato il mio giudice,cosଠfacendo ha svelato alla gente
    la sua vera personalità  e non certo la mia ed io,non a caso ho pubblicato la sua lettera integrale che cerca di screditarmi .Non ho e non ho mai avuto nulla contro di lui come uomo
    ma non lo stimo causa la sua incompetenza nel suo lavoro e ciò che continua a causare nei colli di Luni.Purtroppo è un personaggio nato imparato ed io sono stanco di persone dipinte di rosso fuori e nere dentro.Il resto lo avete letto nelle mie lettere.A Giampaolo e Carlo vorrei ricordare il vecchio adagio : Non svegliare il can che dorme!
    Vorrei ringraziare in particolare Gianni Menconi un amico speciale.
    Preferisco premere i tasti del mio pianoforte o dipingere con i pennelli le mie bottiglie,ciò mi reca
    più gioia del muovere critiche ad altri e la mia umiltà  e il mio carattere si adattano meglio alle prime due cose.
    In ultimo voglio dissociarmi da tutti i piccoli produttori di vino dei Colli di Luni che hanno pensato bene di vendere il proprio vino sugli scaffali della grande distribuzione con tutti gli annessi e connessi e l’impossibilità  da parte loro di controllare l’ubicazione e il prezzo del loro vermentino.
    Visto che quasi tutti hanno aderito all’iniziativa,mi ritrovo ad essere la pecora nera della situazione
    e ne sono felice.
    Ringrazio Carlo Macchi di avermi dato questa opportunità  da me insperata e il giorno che lo vorrà 
    potrà  essere mio ospite.

    Winesurf requiescat in pace Stefano Salvetti

  56. Ed ora che Salvetti ci ha raccontato una bella fetta della sua vita spero si possano smorzare i toni e chiudere questa pagina. Mi preme però una precisazione. Salvetti per aver avuto questo spazio non deve ringraziare me ma “anche me” ed in particolare il sottoscritto e Giampaolo Giacomelli, che è parte del giornale quanto me e che ovviamente non poteva non essere consultato per concedere o non concedere spazio alle sue lettere. Lo stesso Giacomelli di cui parla qua sopra decise, non avendo niente di cui vergognarsi, di lasciare tutto lo spazio possibile anche a chi non la pensa come lui o come gli altri reddattori di Winesurf. Una nota per Max e poi chiudo veramente: vedo che stiamo migliorando e che dal puzzo di imbroglio siamo passati al puzzo di tappo. Non so di quale vino parli ma se prese la corona su Vinibuoni nel 2005 seguଠper forza questo iter. Assaggiato in commissione locale da almeno 3 degustatori, poi in commissione regionale da almeno 4-5 degustatori e poi ridegustato nelle finali nazionali dai responsabili delle regioni del centro-nord (diciamo 10-12 persone). Che una ventina di persone (escludendo naturalmente gli incompetenti Macchi e Giacomelli) in tre assaggi non si siano accorti di una cosa tanto palese come il Tricloroanisolo è statisticamente impossibile. Non dubito dei suoi tappi, lei però non dubiti dei nostri non tappi.

  57. Taralucci e vino …… tutti vissero felici e contenti. Che bello. La benedizione chi la impartisce? Ma va bene cosà¬. Però visto che l’amico Baccicalupi no ha avuto tempo per rispondere alla mia domanda ho provato a informarmi da altri amici enologi. Questi amici enologi mi dicono che i lieviti possono snaturare il vino, specialmente i lieviti criogeni. Quindi se è vero come è vero che i lieviti snaturano i vini e se è vero come è vero che è possibile produrre buoni e grandi vini bianchi senza l’utilizzo dei lieviti mi domando e vi domando Sig. Macchi perchè si continuano ad usare? Non sarebbe opportuno che in etichetta si dichiarasse l’utilizzo di lieviti? Non credete che l’uniformare i vini sia un danno al VINO ITALIANO? Vi ringrazio per l’ospitalità  e vi invio un enosaluto.
    Tommaso Ponzanelli

  58. Mollte cose andrebbero messe in eitchetta, prima fra tutte la gomma arabica, usata in teoria come filtrante, in pratica come modo per arrotondare i taninni e per rendere molti vini simili a tante donne con le tette di silicone che durano per una sola stagione.

  59. Solo per dire che ho censurato un commento di @max in quanto offensivo nei miei riguardi e in quelli del giornale. Abbiamo dato tutto lo spazio possibile per discutere con pacatezza e ci siamo presi anche una dose di insulti. Se questo spazio viene sfruttato stupidamente da chi vuole solo criticare per il piacere di farlo noi non ci stiamo più. Vada a dire le sue stupidaggini da un’altra parte. Accetteremo solo commenti scritti da persone educate ed in maniera educata.

  60. Sig.Macchi,il mio commento non è redatto in modo maleducato e non è colpa mia se lei si è tirato dietro degli insulti , poteva essere più accorto per evitare questo.
    Non vorrei che lei pubblicasse d’ora in avanti solo i commenti che la lodano.
    Penso che lo stampo totalitarista o che dir si voglia autoritarista che vuol dare in questo momento al suo blog,non sia il più indicato.
    Se vuole io sono disposto ad ammorbidire il mio commento cosଠlei potrà  pubblicarlo e commentarlo come lei crede ,penso sia una cosa democratica.
    E’ certo che la sua censura non sarà  cosa gradita ai suoi lettori anzi desterà  maggior curiosità .
    Attendo una sua conferma.
    Cordiali saluti
    Max

  61. Il suo commento oltre che offensivo nei nostri riguardi dice cose stupide e false. E’ troppo facile asserire cose generiche senza fare nomi e cognomi. Al momento in cui dirà  chi le ha detto quello che poi ha scritto e riguardo a cosa io sarò ben felice di pubblicarlo e poi di chiedere pubblica smentita a tutti i signor x che lei sta mettendo polverosamente in campo.

  62. solo per dire che ho eliminato dei reinserimenti del solito commento offensivo. Continuerò a farlo (conservando gli originali nella posta ricevuta) fino a quando chi li pubblicherà , anche in altri articoli, non si renderà  conto che può andare incontro a reati punibili sia dalla polizia postale sia, ovviamente al reato di oltraggio e calunnia.

  63. Buonasera a tutti i lettori di Winesurf, sono un medico,appassionato degustatore per hobby.
    Mi piace bere bene e conoscere ciò che bevo in maniera approfondita,mi reco spesso
    nelle cantine ed ascolto ,guardandoli negli occhi , i produttori di vino mentre narrano
    i loro sistemi di vinificazione e la filosofia del loro operato.
    Le mie incursioni da milanese a Lerici sono molto frequenti .
    Ho seguito questo botta e risposta e devo dire che la cosa è interessante,intanto il parlarne
    ossigena questo mercato del vino un po stanco e poi si viene a conoscenza di cose inaspettate.
    Non vorrei dilungarmi troppo in questo mio commento,quindi se per lei va bene sig. Macchi ,lo dividerei in due parti: prima le critiche poi gli elogi.
    Voglio scusarmi sin d’ora se tratto la cosa senza inibizioni quasi fosse un sereno colloquio tra amici.
    Il Salvetti,enologo dell’az.la pietra del focolare,deve avere certo dei motivi validi per attaccarvi in modo cosଠbrusco, a quanto pare ,agli occhi del pubblico, alla fine da solo ha vinto la sua battaglia.
    Io ho avuto modo di conoscerlo e a suo favore devo dire che i suoi vini negli anni sono sempre stati
    impeccabili e in crescendo,fermo restando l’andamento stagionale che ne determina la qualità  e vorrei aggiungere che ne ho trovato sempre una buona rispondenza tipicità /territorio,mai deviante .
    Io seguo le degustazioni e le classifiche di varie guide da anni e con mio rammarico devo dirle che,secondo il mio pensiero, le valutazioni Winesurf dei vini di Liguria di quest’anno non le condivido ( il Macchi non ce lo ritrovo).Non trovo una rispondenza su alcuni vini che io ho assaggiato da aprile ad oggi nella stessa zona ,credo ci sia stata(se me lo permette) una certa leggerezza da parte vostra,avete infierito troppo su questi vini parificandoli quasi tutti in fondo alla classifica.Lei non crede che si potesse fare qualcosa di meglio?Non vorrei dirlo ma la durata nel tempo di quei vini a cui il Salvetti accenna non potrebbe essere una realtà ? Pur tenendo conto che voi non siete dei veggenti ed assaggiate il vino valutandolo in quel momento,lei cosa ne pensa?
    Se una cantina vi inviasse un campione non rispondente al vino che realmente imbottiglia,voi come ve la cavereste?Lei riuscirebbe ad accorgersene?
    Non pensa che un accertamento vigna, vino campione,vino reale,assaggiato almeno in 2/3 riprese nel tempo ,tra le quali una in cantina,sarebbe cosa più seria e sicura per voi? E questo vale per tutte le guide serie!(capisco che è una cosa laboriosa,ma necessaria,quel tempo va trovato).
    Mi stupisce che nel dialogo non siano intervenuti gli altri produttori dei colli di Luni,capisco che il Salvetti è una pecora nera ma l’essere in fondo sta bene agli altri? ( e qui il Macchi ce lo ritrovo, ha ragione a dire che di vermentino si sente poco nell’annata calda del 2011 ?).
    Ho avuto l’impressione che lei a volte risponda ai commenti dei suoi lettori,più da militante estremista che da pacato direttore di rivista, sembra quasi che si vogliano mettere in luce dei punti oscuri ,non so bene se del vermentino o del suo passato,non perda la calma,questo è fondamentale.
    Io mi occupo di medicina ed esercito come chirurgo estetico.Vorrei farle un appunto sulla risposta che lei ha dato al .Ponzanelli:Io ho seguito degli studi sulla gomma arabica e resto perplesso dal modo in cui raffronta le protesi mammarie come un usa e getta e le rapporta alla durata del vino nel tempo.E cosa ancor più grave come si permette di insultare tutte le donne e in particolare
    quelle operate in mastoplastica additiva a seguito di asportazione del seno causa tumore alla mammella?Il suo commento mi sembra offensivo e fuori luogo,non certo adatto a lei! Direttore si riprenda.
    Ho avuto modo di leggere i commenti del sig. Lucchesi ,un altro pazzo scatenato,che secondo me dietro un agire scanzonato cela una brillante carriera da avvocato e sta cercando di stuzzicarla quasi facendosi beffa di lei,deve saperne di cose!
    Mi incuriosisce il suo modo di portare la gente a conoscenza dei fatti che accadono e sono certo che ravviva l’interesse di noi lettori e appassionati ed al contempo accende l’ira di altri.
    Certo la pubblicità  gliel’ha fatta.Vorrei scusarmi se mi sono permesso di parlarle come ad un amico
    e mi piacerebbe se lei potesse rispondere.

    Cordiali saluti a tutti . Umberto

  64. Sig. direttore,adesso si mette pure a minacciare i suoi lettori.
    Vorrei sapere quale delitto ho commesso,di che cosa sono imputato dal suo tribunale!
    Lei rifiuta la discussione,non mi sembra di aver mosso insulti o scritto parolacce,lei se la prende tanto perchè io uso toni provocatori
    La vita non è solo estrema severità  e compostezza,un pizzico di ironia non credo che guasti
    i suoi articoli da professore.E poi nel suo Vinipedia ci sono scritte tantissime stupidate senza senso.
    D’altra parte se continua con i suoi modi totalitaristi,la gente alla fine non commenterà  più gli articoli,lei mette in difficoltà  anche me.
    Se il suo è un blog aperto e democratico,dovrebbe lasciar spazio alle critiche ed alle insinuazioni.
    Non sono accuse ma un modo per far si che in futuro non si ripetano eventuali errori accaduti in passato.
    Io da lei vorrei sapere se alla fine della storia ha preso atto dei grandi squilibri che le sue degustazioni creano nel panorama vinicolo italiano,oppure è fermamente convinto di essere l’essenza divina che ha trovato la via giusta?
    Sig.Macchi mi è stato fatto presente che oltre i miei commenti,è stato censurato un commento
    molto interessante,pubblicato a seguito del suo articolo ( bianchi liguri 2011 il caldo ha colpito).
    Non è corretto far sparire in sordina i commenti a suo discapito!!!!
    Riassumendo,tale commento sottolineava il fatto che una rivista filotoscana come la sua
    nella degustazione vini liguri 2011 elevava vini del ponente e vini in pratica non sul mercato
    del levante , ponendo invece i vermentini di levante in fondo alla sua classifica.
    Si faceva notare quasi che fosse un modo per screditare i vermentini dei colli di Luni a favore dei vermentini toscani soprattutto sul mercato della versilia.
    Avrei piacere di ritrovare tale commento al seguito del suo articolo”¦spero non lo abbia perso!!!!

    Cordiali saluti

    Max Lucchesi

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