Verduno É Uno, anche se per la Pelaverga sono 19 (produttori)6 min read

Verduno É Uno è una piccola associazione che raccoglie i 19 produttori dei 30 ha vitati a Pelaverga e le circa 200mila bottiglie sul mercato dell’omonimo vino. Appena lo 0,3% di tutta la produzione del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.

L’associazione ha organizzato una giornata di approfondimento sulla particolarità enologica che contraddistingue questo piccolo paese delle Langhe, dove la parte del leone dovrebbe svolgerla il Barolo

La sentinella delle Langhe, Verduno, è arroccata a 381 metri, con il campanile della chiesa che svetta sul crinale della collina, e conta soli 600 abitanti. Paese che rappresenta un interessante microcosmo culturale ed enologico: feudo del nebbiolo e di eleganti Barolo (in particolare dalla MGA  Monvigliero) a Verduno si lavora di pari passo per rafforzare ed esaltare il legame storico con il vino da uve Pelaverga Piccolo, una delle varietà autoctone salvate dall’estinzione nel secondo dopoguerra, in grado di racchiudere e raccontare i caratteri della zona.

L’origine del nome.

Pelaverga si legherebbe secondo alcune fonti al latino pellis virga e farebbe riferimento a una particolare tecnica adottata per favorire la maturazione delle uve, che

consisteva nella parziale pelatura dei ramoscelli della vite.

Ma facciamo una distinzione esiste il Pelaverga Grossa originaria delle zone pedemontane del Saluzzese e che si trova anche nella collina Piemontese. I produttori si contano sulle dita di una mano e ha caratteristiche diverse dalla Pelaverga Piccola di Verduno, che da ora in poi chiameremo per semplicità Pelaverga. La narrazione spetta a Ian D’agata, autore riconosciuto per la sua profonda conoscenza del vino italiano ed ospite della degustazione.

Presentazione/degustazione svoltasi a La Sbornia di Verduno, nuovissimo locale il cui nome trae ispirazione da un quadro di Pinot Gallizio, che poi non è altro che l’etichetta del Verduno Pelaverga di una delle aziende produttrici.

La storia

Ian, dopo un breve intervento di Diego Morra, presidente dell’associazione e di Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, ci conduce in una esaustiva spiegazione tecnica.

Il Pelaverga ha trovato in Verduno un suo terroir e specificità ma anche il suo ultimo baluardo di resistenza: infatti tra le due guerre mondiali e nel dopoguerra l’azienda Comm.G.B.Burlotto aveva mantenuto attiva l’antica tradizione di vinificare il Pelaverga Piccolo in purezza. Negli anni 50’ e 60’, la produzione era divenuta esigua e difficilmente superaVA le 1000 bottiglie all’anno. Nel 1972, su iniziativa del Castello di Verduno, si impiantarono nuovi vigneti interamente a Pelaverga E la strada fu seguita via via da altri produttori. Questo passaggio rappresentò il nucleo storico per l’avvio del progetto dell’associazione produttori di Verduno. L’associazione si formò ufficialmente nel 2000 ad opera di sei aziende (Castello di Verduno, Fratelli Alessandria, Commendator G.B. Burlotto, Gian Carlo Burlotto–CantinaMassara, Bel Colle, Vinandolo di Antonio Brero) mentre nel 1995 venne istituita la DOC  Verduno Pelaverga o Verduno. DOC che si estende per  venticinque ettari nel comune di Verduno, quasi quattro nel comune di Roddi d’Alba, e  meno di due nel comune di La Morra.

Ma quali sono le caratteristiche del Pelaverga?

Generalmente il colore varia da un rosso rubino praticamente trasparente con dei riflessi vividi violacei a volte leggermente aranciati, una media-bassa viscosità e una medio-alta alcolicità (tra i 13,5-14%). Naso contraddistinto da un base di frutta spesso non matura, più frequentemente rossa (ciliegia, fragole) a volte nera (prugne, ribes) ed ancora spezie che vanno dal pepe bianco/verde alla cannella e al curry, nonché ad un floreale delicato di lavanda e rosa. La geologia dei terreni, raccontata da  Edmondo Bonelli, influisce a livello aromatico sui vini finali. Terreni che ad est, sono composti da materiali fini come limo e argilla frammiste a poca sabbia, altresì ricchi di calcare (Marne di S.Agata), danno vini più fruttati ed ad ovest. Invece sul crinale su cui poggia l’abitato di Verduno fino al fiume Tanaro la presenza di venature di gesso porta a vini più speziati.

Verduno

Altri fattori da tenere in considerazione sono l’andamento climatico, epoca di vendemmia e anche le tecniche di vinificazione. La gestione dei sentori speziati del rotundone spesso deriva da un insieme di questi fattori ma in generale un’esposizione (al sole) intensa diretta dell’uva e veloce maturazione implica la perdita della parte speziata. Ecco che le recenti annate calde sono diventate impegnative e problematiche nell’esaltazione della speziatura.

Ma perché Il Pelaverga piace così tanto?

Come D’agata afferma, la molecola del rotundone che dà la parte speziata,  caratterizza questo vitigno ma non è sicuramente l’unico elemento di piacevolezza del vino. La sua poca o media struttura e il lieve tannino sono “le armi” più importanti di questo vino, rendendolo versatile a diversi piatti e situazioni. Inoltre è apprezzabile da un pubblico giovane e non necessariamente esperto e da enoturisti occasionali non abituati alla potenza dei vini piemontesi. I 17 vini assaggiati non fanno nessun invecchiamento in legno, tant’è che il disciplinare non specifica nessun particolare modo di maturazione: questo alleggerisce di molto la beva e la complessità totale del vino.

Sicuramente non brilla per freschezza ed acidità e pertanto nemmeno per longevità: infatti spesso è meglio berlo in annata per sentirne la sua totalità espressiva e lo conferma il fatto che già a metà anno spesso il prodotto è esaurito nella cantine produttrici.

“La richiesta di Verduno Pelaverga DOC è in costante aumento nei mercati esteri e Italiani” così ci viene riferito ma non comprendo il significato di questa affermazione dato la microscopica produzione e visto che è improbabile una crescita di numero di bottiglie sul mercato, considerando l’area molto ristretta di produzione… a meno non si espianti del nebbiolo. Sicuramente il vitigno sta vivendo un grande revival dovuta ai fattori sopra citati di bevibilità ed ecco lo sbilanciamento tra domanda e disponibilità.

Essendo uno dei vitigni ammessi anche nel disciplinare dell’ampia denominazione Langhe alcuni produttori, affascinati dal prodotto lo stanno imbottigliando sotto questa denominazione. Ci sarà competizione? Non credo, anche perché con la creazione di una DOC a se stante il grande passo è già stato fatto, tutelando l’areale, la denominazione e dandole maggiore prestigio ed autorevolezza.

Ma l’assaggio?

17 i vini assaggiati, tutti di ottimo valore qualitativo e espressività. Quattro gli assaggi che mi hanno colpito e che segnano forse i 4 stili ritrovati:

Verduno Pelaverga DOC 2022, Commendator G.B. Burlotto

Complesso tra frutto, spezia e fiori. Strutturatao ed equilibrato.

Verduno Pelaverga DOC 2022, Gian Luca Colombo Segni di Langa

Fresco, vivo e polposo.

Speziale Verduno Pelaverga DOC 2022, Fratelli Alessandria

Lineare, educato e “spezialmente Pelaverga”. Quasi piccante.

Verduno Pelaverga DOC 2022, Diego Morra

Rotondo, frutto maturo e spezia dolce.

Davide Buongiorno
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