Un bel Petit Verdot alla cannabis. Da bere a canna!1 min read

La notizia non è proprio recentissima ma vale la pena, in un momento in cui il vino viene messo all’angolo  e i produttori rischiano di dover riportare in etichetta scritte inquietanti, di parlarne per ridare un po’ di leggerezza al settore.

Ora come ora infatti più che un vino servirebbe qualcosa di diverso e cosa può esserci di più adatto di un vino alla cannabis per sentirsi più leggeri, tranquilli, in pace con se stessi e… anche con le forze dell’ordine.

Infatti in questo vino, prodotto con petit verdot nella zona di Bordeaux,  viene utilizzato il cannabidiolo, la molecola che dà alla marijuana il suo carattere rilassante, privata però del narcotizzante principio attivo THC. Questa separazione legalizza il prodotto.

Il nome è evocativo, non trovate?

Lo produce un certo Raphaël De Pablo e il vino si chiama Burdi W, ma non si capisce se il “W” sta Wine o per Wow.

Ma non è certo il primo a produrlo, prima di lui vino alla cannabis è stato prodotto negli Stati Uniti (vedi sopra) e da qualche anno circola anche una specie di “vinho verde”, parecchio verde però.

Insomma, il mondo del vino sta cambiando è questi prodotti ne sono la dimostrazione: però mi domando, dopo il vinho verde se verrà prodotto anche un vino bianco si potrà bere o dovrà essere sniffato?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE