La notizia non è proprio recentissima ma vale la pena, in un momento in cui il vino viene messo all’angolo e i produttori rischiano di dover riportare in etichetta scritte inquietanti, di parlarne per ridare un po’ di leggerezza al settore.
Ora come ora infatti più che un vino servirebbe qualcosa di diverso e cosa può esserci di più adatto di un vino alla cannabis per sentirsi più leggeri, tranquilli, in pace con se stessi e… anche con le forze dell’ordine.
Infatti in questo vino, prodotto con petit verdot nella zona di Bordeaux, viene utilizzato il cannabidiolo, la molecola che dà alla marijuana il suo carattere rilassante, privata però del narcotizzante principio attivo THC. Questa separazione legalizza il prodotto.
Lo produce un certo Raphaël De Pablo e il vino si chiama Burdi W, ma non si capisce se il “W” sta Wine o per Wow.
Ma non è certo il primo a produrlo, prima di lui vino alla cannabis è stato prodotto negli Stati Uniti (vedi sopra) e da qualche anno circola anche una specie di “vinho verde”, parecchio verde però.
Insomma, il mondo del vino sta cambiando è questi prodotti ne sono la dimostrazione: però mi domando, dopo il vinho verde se verrà prodotto anche un vino bianco si potrà bere o dovrà essere sniffato?