Toscana Igt 2018 Varramista, Fattoria Varramista.2 min read

Non è la prima volta che su questa rubrica io e gli altri IGP ci occupiamo di Varramista, storica fattoria (già Piaggio-Agnelli) di Montopoli Valdarno, sulle Colline Pisane. Dove il vino-bandiera è fin dal 1989 curato e “cullato”, come ebbi a scrivere anni orsono, da Federico Staderini: il Varramista Igt Toscana Rosso, dal 2003 Syrah 100%.

Il motivo per il quale quest’azienda mi è così cara è duplice. Primo, perché trovo che faccia vini eccellenti, mai banali. Secondo, perchè in un enomondo sempre più chiassoso e drogato dall’apparenza come quello di oggi, la sobrietà e l’understatement che la contraddistinguono sono a mio parere un valore aggiunto da apprezzare.

Così giorni fa a Cortona, quando in occasione dell’anteprima Sarà Syrah mi sono trovato in lista tra i vini non cortonesi il Varramista 2017, l’ho subito assaggiato volentieri e l’ho trovato tra i migliori del lotto.

Non mi aspettavo però che a cena la funambolica direttrice commerciale Francesca Frediani tirasse fuori dal borsone (un cilindro, viste le dimensioni, non sarebbe bastato) addirittura una magnum del 2018 e, con occhio giustamente scintillante, ce la servisse.

Allora di colpo ho ricollegato le sinapsi e mi sono ricordato di averla già assaggiata nel 2021 quella bottiglia, quando, al termine di una memorabile verticale 1995-2019, così annotavo: “la magnum esalta la ruvida gioventù e la spigolosità del raspo”. Staderini invece aveva chiosato così: “In questo lavoro ci vuole umiltà e consapevolezza, bisogna fare un passo alla volta, con l’auspicio di ritrovarci nel 2041 per riassaggiare la 2018 e vedere quanto i raspi abbiano favorito l’evoluzione del vino”.

Oggi al 2041 mancano 17 anni e l’attesa è un po’ lunga, ma il vino mantiene già alcune delle promesse fatte allora ed esprime anzi l’esuberanza di chi, alle soglie della maturità, ha una personalità già formata ma mantiene il sangue caliente di chi di strada deve farne ancora tanta.

Tradotto vuol dire un colore netto e denso, quasi cupo, un naso profondissimo ed elegante, di una varietalità composta, in qualche modo aristocratica, venato di spezie e fiori da balcone, pulito e asciutto, perfino imperioso nella sua alterigia. In bocca ha l’anima di un cavallo di razza che ha appena smesso il galoppo e si sta lanciando al trotto con passo ampio, di potente coordinazione, vigoroso e sicuro, fiero e nevrile. Una sontuosità che senza dubbio trae giovamento anche dal formato, capace di esaltare le prospettive e di rendere godibile il presente.

Prodotto in edizione limitata di 288 bottiglie, scopro sul sito aziendale si compra a 160 euro. Investimento garantito nel tempo.

Stefano Tesi

Stefano Tesi, giornalista professionista, scrive per vari giornali italiani di gastronomia e viaggi. Il suo giornale online è Alta Fedeltà.


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