Pubblichiamo con grande piacere il racconto di Matteo Bellotto che ha vinto il nostro concorso “La cena più bella della tua vita”. Nei prossimi sabato i due racconti classificatisi al secondo e al terzo posto.
Il primo vino assaggiato è stato quello nell’ampollina di don Pietro Rigon. Forse rifletteva il carattere e la personalità del parroco: un asceta che faceva le prediche senza mai aprire gli occhi.
La degustazione è inutile per l’umanità intera, a eccezione di una striminzita fetta di sognatori per cui è invece vitale: i degustatori vivono in una tribù e sono minoranza etnica.
in Alto Adige è in corso una ricerca che riguarda da una parte i migliori terreni e dall’altra il modo più consono per esprimere le caratteristiche di questo difficilissimo vitigno.
Quali confini esistono nella degustazione e nella vita? Di quali abbiamo bisogno e a cosa ci servono? Torna Francesco Falcone con, come sempre, un articolo che crea sane domande e molteplici risposte.
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