Stampa estera. Wine Spectator, vol. 47: quando a Karate Kid piace il Cabernet6 min read

L’incontro con Robert Kamen, uomo di cinema e autore della nota saga di Karate Kid, innamorato del cabernet,  é la Cover story di questo numero, che contiene inoltre  tasting reports sui vini spagnoli delle principali denominazioni, di Israele e dei California Rhônes, ovvero i vini californiani provenienti da varietà tipiche della Valle del Rodano. 

E’ la  storia di Kamen , folgorato quarant’anni fa da una vigna nel Moon Mountain District,  ad aprire il fascicolo. Il lungo articolo di Mitch Frank si conclude con  l’assaggio delle principali cuvée rilasciate dalla sua azienda recentemente, nonché quelle  delle cantine -una quindicina-della stessa zona, da Dumol a Bedrock .

Poi é la volta del denso report di Alison Napjus sui vini “diversi” della Spagna: i rossi della la Rioja, della Ribera del Duero e del  Priorat  e I bianchi della Galicia, insomma  i vini dei principali territori del Nord della Spagna. La vendemmia del 2019, la più recente tra quelle considerate negli assaggi, é stata molto positiva in tutte le regioni appena menzionate: la valutazione di WS  é compresa in una forbice tra i 92 e i 95/100, sui livelli ( e forse qualcosa in più) delle felici annate 2015 e 2016, le migliori dell’ultimo quinquennio. L’articolo descrive sinteticamente le diverse zone prese in considerazione,  le tipologie dei vini che vi si producono e le testimonianze di alcune  cantine di riferimento di quei territori.  Poi  la Napjus indica I vini che maggiormente l’hanno colpita. Nella Rioja sono due cuvée della nota Bodegas Muga di Aro  ad ottenere, con 94/100, i  top score della degustazione, rispettivamente con l’Aro 2019 e la Grand Reserva Prado Enea 2015. Cune, Lopez de Heredia, le Bodegas Marqués de Murrieta  e le Bodegas Manzanos  propongono tutte cuvée di buon valore (tra 92 e 93/100).

Nella Ribera del Duero al Top sono quattro vini , due ciascuno delle Bodegas Moro (Clon de la Familia 2016 e Malleolus de Sanchomartin) e delle Bodegas Vega Sicilia (l’Unico 2012 e la Reserva Special Unico NV) con 96/100. Il Dominio de Atauta, il Pago de los Capellanos  e le Bodegas  y Viñedos Valderiz inseguono con vini valutati tra i  94 e i 95/100. Con 95/100 ottiene il punteggio più alto tra i vini del suo territorio, il Priorat, l’El Cel 2019  di Merum Priorati, mentre un quartetto di cuvée di Ferre Bobet, Mas Martinet , Alvaro Palacios e Torres insegue  a una quota inferiore di un punto. Infine, tra i bianchi galiziani, é un Godello Old Vines del 2020 di Avancia  a guidare il gruppo dei migliori con 92/100, mentre si fermano a quota 91 altri sette vini, cinque dei quali degli Albariño delle Rias Baixas. Chiude il report una selezione dei migliori – bianchi e rossi- di altri territori della Spagna , dalla Castilla y Léon a Toro e a Jumilla.

Le altre due degustazioni concernono i vini da  varietà tipiche del Rodano  nelle aree della California  (Napa, Sonoma e Santa Barbara) e naturalmente Paso Robles, e quelli di Israele.

Le varietà del Nord e del Sud della Valle del Rodano (Syrah e Grenache innanzitutto) sono diffuse un po’ in tutta la California , ma  la loro terra d’elezione é Paso Robles. Non casualmente, infatti, nell’ampia review (oltre 200 rossi e 75 bianchi degustati alla cieca)  di Tim Fish, tra i migliori 5  vini della degustazione , tre provengono da Paso Robles ed é un blend a base Grenache del Willow Creek District di Paso Robles del 2019- il James Berry Vineyard di Saxum- quello  che ha ottenuto la migliore valutazione  : ben 98/100. Sotto di tre punti è un Syrah della Santa Barbara County dell’annata 2020 della Colson Canyon Vineyard di Tensley, con una quindicina di cuvée che seguono posizionate a 94 punti. La 2019 é stata un’annata molto favorevole in tutta la California: rossi e bianchi “rodaniani” sono intensamente aromatici e molto fini: nei rossi I tannini sono aggraziati, e i vini hanno un profilo trainato dall’acidità più che dalla struttura tannica.

Syrah

Le condizioni meterologiche sono state molto favorevoli, con un mese maggio  dall’umidità record, che ha rappresentato un grande vantaggio  nella California, generalmente esposta ai rischi della siccità. Anche l’estate é stata calda ma equilibrate,  con picchi di calore e  fasi di raffrescamento ai momenti giusti. 95/100 é la valutazione media attribuita da WS all’annata 2019 a  Paso Robles e Santa Barbara, 92 a Napa e  Sonoma. L’annata 2020 é stata invece assai più “challenging”, specie in alcune zone:  l’inverno é stato piovoso nella Central Coast  ma estremamente secco  fino a marzo nel Nord della California, quando le temperature  si sono bruscamente abbassate. Giugno e luglio sono stati molto caldi  e si sono mantenuti  caldi e secchi. Poi sono venuti gli incendi, che hanno avuto effetti  importanti  nelle Santa Lucia Highlands, Napa e Sonoma.

Kristen Bieler firma l’ultimo articolo importante di questo numero, dedicato alla giovane vitivinicoltura di Israele: l’autrice ne ricostruisce le diverse fasi  dagli inizi (nel 1989 le wineries erano solo una dozzina, oggi sono 350) ai tempi recenti. Dopo il successo delle varietà bordolesi, hanno cominciato a diffondersi e ad essere maggiormente apprezzate quelle del Rodano, che si sono molto ben adattate e hanno dato origine ai blends originali di buon livello. Naturalmente una delle sfide più important é rappresentata dal clima: la ricerca dei siti più alti  (ad es. sulle Golan Heights) e l’irrigazione, che ha permesso di produrre vini nel deserto del Negev,  sono  le armi più importanti. Cominciano ad essere riscoperte e censite anche le antiche varietà autoctone , basandosi sugli indizi presenti nel Talmud e sulle indagini del DNA e cominciano ad essere ora prodotti I primi vini, soprattutto  da uve a bacca bianca, come il marawui e il dabouki, ma anche  rossa, dal bittuni.

La degustazione  di circa 75 vini delle varie regioni israeliane ha messo in evidenza vini di qualità più che discrete.  Al top é un blend di cabernet e syrah delle Judean Hills del 2020 , il Misty Hills di Tzora (92/100), mentre poco meno di una ventina di altri vini ha raggiunto il punteggio di almeno 90 punti.

Questo numero comprende poi naturalmente i servizi e le rubriche di “GrapeVine”, che aprono come di consueto la rivista, insieme con le pagine dei columnist, e la “Buying Guide” con le schede di circa 450 vini di tutto il mondo: 14 hanno ottenuto una valutazione di “classic wine” (almeno 95/100 o più) e 275 quella di “outstanding” (90-94/100).

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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