Con l’enfatico titolo “America is back”-Il ritorno dell’America- questo numero quasi monografico di WS annuncia il tema principale trattato, l’assegnazione degli Awards 2021 ai ristoranti “del vino” nel mondo, nel momento in cui si spera che l’incubo della grande pandemia stia volgendo alla fine. Ne parla anche l’editoriale di Shanken, intitolato “Il momento che attendevamo”.
Alla fine sono stati quasi 3000 I premi assegnati, dei quali 103 quelli più prestigiosi, i Grand Awards, simboleggiati dai tre bicchieri. Tre sono stati i nuovi ingress nel club dei grandi e tutti americani: Brennan’s a New Orleans, Le Bernardin a New York City (é il suo chef Eric Ripert a rappresentarlo in copertina) e Single Thread Farms a Healdsburg, in California. Sono ancora California e New York gli Stati col maggior numero di ristoranti premiati col trofeo più alto: 21 la prima e 17 New York. Uno in più per ciascuno di essi rispetto all’anno scorso.
L’Italia resta la nazione estera col maggior numero di Grand Awards, sebbene in misura largamente inferiore: sono solo sei, (l’Antica Bottega del Vino di Verona, l’Enoteca Pinchiorri, Il Poeta contadino di Alberobello, la Ciau del Tornavento e Cracco). Abbastanza per superare ancora una volta la Francia, che ne ha ricevuti 5, sebbene ad essi andrebbe aggiunto anche il Louis XV di Alain Ducasse nel Principato di Monaco , mentre sono molto più giù le altre nazioni europee : due Grand Award ciascuno a Spagna, Austria e Inghilterra, precedute anche da Canada e Cina, entrambe con 4 ristoranti che hanno ottenuto il massimo riconoscimento.
l lungo elenco dei ristoranti premiati nel Mondo, che occupa ben 40 pagine molto fitte di nomi e indirizzi, é preceduto da una serie di articoli sul tema: la “road to recovery”, le tappe della rinascita e le regolamentazioni adottate nei diversi Stati, i ritratti dei tre nuovi ristoranti che hanno ottenuto il Grand Award (il Brennan’s raccontato da Mitch Franck, Le Bernardin da Cassia Schifter e il Single Thread Farms da Tim Fish), i ristorante iconici che in passato sono stati insigniti del massimo riconoscimento, dallo storico Valentino, Grand Award dal 1981 al 2018 , al Le Cirque di Maccioni, Grand Award dal 1986 al 2004, che sta per riaprire a New Yok City con i figli di Sirio. In un altro servizio Cassia Schifter parla delle strategie di resistenza adottate da cinque ristoranti contro la crisi pandemica, e, per finire, l’elenco dei ristoranti premiati negli scorsi anni che non ce l’hanno fatta e hanno dovuto chiudere ( in effetti fa una certa impressione leggere due pagine fitte a tre colonne piene di nomi illustri costretti a chiudere).
Unico altro servizio di questo numero é quello di MaryAnn Worobiec sui vini australiani: di qualità elevata (il 46% di 425 assaggi blind ha raggiunto o superato il 90 punti e 16 di essi hanno ottenuto “classic scores” dai 95 in su), provenienti da 60 diverse regioni con espressioni distintive, almeno 12 varietà affermate , dallo shiraz al semillon, e una serie di Wineries iconiche famose in tutto il mondo (da Henschke a Pensfold’s, Powell & Son a John Duval e Torbrek). Inoltre, con l’eccezione dell’annata 2011, le ultime dieci annate non hanno mostrato flessioni: 91-94/100 é la valutazione dell’annata 2020 da parte di WS, sia a Barossa e nella Mc Laren Vale che a Victoria. Ciò nonostante, in crisi di mercato, a causa del crollo di quello cinese, che da solo ne assorbiva il 40% , a causa delle norme antidumping introdotte dalla Cina con dazi del 116-128%, ciò che ha spinto I produttori a cercare sbocchi sostitutivi in America. Le riuscite migliori: Shiraz su tutti, Cabernet Sauvignon o blends tra i rossi, Chardonnay, Riesling e Semillon tra i bianchi . Tra I migliori assaggi della Worobiec, spiccano I 98/100 dell’Hill of Grace Vineyard 2016, Eden Valley, di Henschke e i 97/100 dl Grange, South Australia Shiraz di Pensfold’s 2016 e del Kraehe Maramanga 2017, Barossa, di Powell & Son. Tutti vini-icona che in America costano da 600 a 830 dollari la bottiglia.
A parte la Buying Guide che chiude come sempre tutti i numeri di WS (migliaia di assaggi e di ratings di vini di tutto il mondo, con i rossi toscani-Sassicaia e Ornellaia 2018 e la Gran Selezione di Carpineto 2016- nelle vetrine più pregiate), segnalo le consuete rubriche e gli approfondimenti di GrapeVine (i vini per l’agnello arrosto, il successo dei formaggi di latte di bufala, i rossi dellla Languedoc e del Roussillon assaggiati da Gillian Sciaretta e l’Austrian Duet- Riesling & Grüner Veltliner selezionati nel Focus di Bruce Sanderson). Ma anche due temi stuzzicanti: Premiers Crus di Bordeaux e Bitcoin e la nascita dei “Better For You Wines”, ultima invenzione del marketing salutista americano: vini low-alcohol (9°), no-sugar , 85 cal. a bicchiere, naturalmente da viticoltura sostenibile