Stampa estera. Terre de Vins, n.78: un futuro rosa, anzi rosé5 min read

Rosé, Côtes-du-Rhone, itinerario nella Val di Loire, Alsazia in cucina, Tony Parker e la Provenza sono i titoli di questo numero, che, oltre alle consuete rubriche, contiene anche molti altri servizi . Innanzitutto le degustazioni.

La principale,  annunciata in copertina,  che occupa una quarantina di pagine al centro della rivista, è dedicata ai  rosé dell’annata 2021 di tutte le regioni della Francia, ovviamente partendo dalla Provenza, capitale dei vini di questo colore: Corsica, Languedoc e Roussillon, e naturalmente il Sud del Rodano sono da presso, ma belle occasioni si possono trovare anche nella Valle della Loira, a Bordeaux e nel Sud-Ouest, senza dimenticare la Champagne con le sue bollicine. Di ciascun vino, come di consueto, viene proposta una breve scheda, con la valutazione in ventesimi e il prezzo indicativo, una suggestione per un piatto a cui accompagnarlo e le certificazioni ambientali e biologiche eventualmente possedute. Alcuni di essi sono infine contrassegnati da un cuore, che segnala l’apprezzamento dei degustatori. Non posso ovviamente soffermarmi sui singoli vini e neppure tentare una sintesi regionale, limitandomi a segnalare i “Top score”, i vini che hanno ottenuto i più alti punteggi (a partire da 17/20) a un costo non superiore ai 20 euro.

Sorprendenti  la cuvée Helios , un Côte-du -Roussillon HVE (Haute Valeur Environmentale) del Domaine Brial, 17.5/20, per soli 7 euro e mezzo, e un eccellente Rosé de Loire, un blend di grolleau e cabernet sauvignon Bio del Domaine Cady (17/20 per soli € 6,50). Molto validi, tutti con 17/20, e in vendita a prezzi tra 13 e i 15 euro, anche il Magnifica Preda, IGP Cevennes del Domaine des Bourguerolles,   il Bianca Flora Malepère Bio del Domaine de la Sapinière e il Vertige , Languedoc rosé Bio del Domaine Guizard, tutti premiati dal Coup de coeur della Redazione. Per quanto riguarda gli Champagne, ma ben al di sopra della soglia dei 20 euro, vale la citazione il Grand Rosé Brut dello Château de Bligny, con i suoi 18/20 e proposto  al prezzo di € 39.00: meglio di lui solo la Cuvée n. 14 extra-brut 2014 di Ayala, con 19/20, ma a un prezzo doppio  (€ 76,80) e, addirittura con  20/20,  la Grande Année Rosé Brut 2014 di Bollinger, pur se al ragguardevole costo di 187,00 euro.

La grande degustazione dei rosé è però costellata  di altre satellite, più ristrette, come quella dei rosé in magnum, tra cui spicca , con 17/20 e un costo di 35 euro il Lampe de Méduse , Côtes-de-Provence rosé dello Château Sainte Roseline, o quella dei rosé dell’Association Internationale des Rosés de Terroir, dominata da un altro Côtes-de-Provence Bio, il Corail dello Château de Roquefort: per lui 18/20 e un prezzo di soli 14 euro.

Il color rosa domina anche in altre due rassegne minori, riguardanti i rosé mediterranei 100% biodinamici, quella dei clairet di Bordeaux (vini piacevoli e succosi, proposti a prezzi tra i 5 e gli 8 euro), le divertenti “pepite” effervescenti, e infine i rosé d’Anjou (anche questi a prezzi bassissimi, compresi nella fascia dei 5-6 euro). Ad arricchire ulteriormente quest’omaggio ai vini rosé, Yves Tesson presenta una breve storia degli Champagne rosé in un articolo “storico” dal titolo “Bisognava osare il rosé”.

Lasciato alle nostre spalle il color rosa, altre degustazioni tematiche comprese in questo numero, sono quella dei vini della Côte de Brouilly e una bella verticale del grand cru classé di Saint-Émilion Château Grand Corbin Despagne (dieci annate tra la 1998 e la 2019, con 2010, 2011 e 2016 al top con 18.5/20).

Assenti questa volta i consueti appuntamenti con la saga familiare e con il colloquio “sur le divin”, le interviste si limitano all’incontro con Tony Parker, ex campione di basket appassionato di vini che tenta la strada della produzione di vini in Provenza e nella Champagne. Il “talento” individuato da “Terres de Vin” è quello di Rachel e Guillaume Hubert, pionieri della Biodinamica a Bordeaux, con il loro Château Peybonhomme-Les-Tours a Blaye.

Che altro c’è? Oltre alle consuete rubriche,  due itinerari eno-turistici,  nella Valle della Loira (da Chinon a Angers passando per la perla dell’Anjou, Saumur, e nella Mosella lussemburghese. Le pagine della gastronomia, infine,  sono dedicate alla  cucina alsaziana di Marc Haeberlin all’Auberge de l’Ill.

Due gli inserti di questo numero: il primo sui Côtes-du-Rhone blancs: otto pagine a colori di assaggi e suggestioni  (diversi “coup de coeur”  di piccoli Domaines delle varie sottodenominazioni comunali dal costo “dolce”, generalmente tra 8 e 10 euro), e l’altro, più corposo, di 24 pagine interamente dedicato ai vini e all’ospitalità e alle attività di svago proposte dalle cantine della Provenza.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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