Stampa estera a portata di clic: Terre de Vins, n. 503 min read

Siamo a dicembre e naturalmente il titolo grande di copertina è per i vini delle Feste. Gli altri titoli sono per Aubert De Villaine (“Per amore della Romanée”), gli Armagnac dei Darroze, la cucina provenzale e il terroir di Bandol.

Dopo l’editoriale di Rodolphe Wartel (“La corte dei grandi”, vini, naturalmente) e la ricca dotazione di rubriche, delle quali  si parlerà dopo, è appunto l’intervista ad Aubert De Villaine, proprietario del mitico Domaine de la Romanée-Conti, ad aprire il numero.

Borgogna, i  climats, la biodinamica, le aste, naturalmente, ma anche  di temi più personali : la reggenza futura del Domaine, il rapporto con il denaro e la bottiglia che vorrebbe si bevesse  al momento della sua morte (per i curiosi: un Échezeaux del 1999).

A seguire è la saga dei Darroze, famiglia conosciuta soprattutto per i suoi grandi  Armagnac , ma non soltanto (Hélène è  proprietaria di un ristorante stellato a Parigi e ora di un altro a Londra).

L’intervista del mese è indirizzata questa volta a Christophe Malavoy , scrittore e attore di successo e grande amatore di vini.

Eccoci arrivati ai vini delle feste . L’équipe di assaggiatori di Terre de Vins  ne ha selezionati 230 di tutte le fasce di prezzo, da 7  a 200 euro. Tutto il blocco centrale del fascicolo (poco meno di 50 pagine) è dedicato alla presentazione delle cuvées prescelte, raggruppate per ciascuna regione vinicola della Francia. Il coup de coeur più economico è un IGP Pays d’Oc, La Ruffe 2016, di Mas Salagou, un classico blend di carignan, syrah, grenache,merlot e cinsault, dal costo di soli 8 euro.

Altri assaggi sono tra le Pépites: Laurent Gotti presenta le sue, selezionate in Beaujolais, dal millesimo 2015; Jean-Michel Brouard punta invece sui Crémant (Borgogna, Loire, Alsazia…).

Per quanto riguarda la gastronomia: la clementina della Corsica, in quali piatti gustarla e con quali vini accompagnarla, il formaggio morbier (dalla Franche-Contée) e i suoi abbinamenti, la cucina dell’Oustau de Beaumanière, in Provenza. E ancora: la verticale de la Veuve Clicquot Cave Privée (dal 1979 al 2008), i vini bio di Laure Goy; Bandol e il suo grande mourvèdre.

Quest’ultimo servizio, firmato da Fréderique Hermine, rappresenta la prima delle due escapades di questo numero, un’ottima occasione per conoscere le nuove cantine più interessanti del terroir di Bandol.  L’altro itinerario , invece, si sposta in Spagna, e precisamente in Galizia , la Bretagna spagnola : la terra dei bianchi delle Rias Baixas e dei Mencia della Ribeira Sacra.

Le rubriche. Oltre  a quelle disseminate nel corpo della rivista, la maggior parte di esse è concentrata in apertura. Dopo le vignette di Master Chat, Terre de web, dedicata alle applicazioni e ai siti del vino, le notizie di attualità, le indiscrezioni del mondo del vino,i libri, la scuola del vino,e ancora l’angolo dei cavistes, gli appuntamenti da non mancare. E ancora: i distillati (il rancio dell’Armagnac), il vino shopping (gli accessori imperdibili), il carnet degli indirizzi.  In più: un inserto semi-promozionale dei “tesori nascosti” del Sud-Ovest , 24 pagine a colori per parlare dei vini di Bergerac e Duras,del Monbazillac e del Pécharmant, di Montravel e Saussignac, della rinascita della Rosette, e naturalmente  delle ghiottonerie del Périgord (non solo foie-gras).

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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