I titoli grandi di copertina sono questa volta per i vini di Nuits-Saint-Georges e per gli Champagne d’autore. Poi: dibattito sull’universalità del gusto, contraffazione, il patron del Lubéron, Vignerons indépendants, inchiesta sui vignaioli cercatori di tartufi. Cominciamo dal Nuits-Saint-Georges, a cui è dedicata la prima grande degustazione della sezione dedicata alle degustazioni seriali.
Un mito borgognone, con i suoi 43 climats: 69 villages e Premiers crus assaggiati e valutati. Al vertice un Nuits del sud monopole, il Clos de l’Arlot, Premier cru di Prémeaux-Prissey.Tra i villages, molti valeurs sûres,sia provenienti da singoli lieux-dits, sia da assemblaggi .
Agli Champagne , alle cuvées originali a prezzi abordables è invece dedicata la seconda degustazione. La RVF presenta gli 83 migliori assaggi di Champagnes tra i 15 e i 40 euro: da aperitivo, delle grandi marche e per amatori.
A completare la sezione delle degustazioni è quella delle bottiglie più interessanti proposte al Salon dei Vignerons indépendants di Porte de Versailles a Parigi, del prossimo 30 novembre.
Tra gli altri temi principali di questo numero, un interessante dibattito sul gusto del vino. E’ universale? Come è cambiato e come cambierà? Vi partecipano, con i giornalisti della RVF, anche titolari di aziende, come Jean-Charles Cazes (Lynch-Bages e altri Domaines, dal bordolese alla Languedoc) e Peter Gago (Penfolds), cavistes (Virginie Morvan, di Lavinia), il cinese-bordolese Alexandre Ma, capitano della squadra campione del mondo di degustazione per il 2016.
La contraffazione e le iniziative delle proprietà per difendersi sono l’oggetto del primo dossier di questo numero. Protagonisti : Laurent Ponsot (colui che ha smascherato il grande truffatore, Rudy Kurnawian) e Aubert de Villaine (DRC), Alain Vauthier (Ausone), che ha creato la sua rete di sorveglianza.
L’altro dossier tocca un tema insolito, quello dei vignerons che uniscono la passione per i tartufi a quella per il vino. Il campione è un simpatico cane di razza italiana, il Lagotto Romagnolo, re dei cani da tartufo. L’intervista del mese è a Pierre Gattaz, presidente del Medef (Mouvement des entreprises de France) e nuovo vigneron allo Château de Sannes, nel Luberon.
Da segnalare altri due articoli: il primo, di Pierre Casamayor, sullo Château Figeac, grande cru di Saint-Emilion alla ricerca della A nel classement come Premier cru, con gli assaggi di 13 millesimi, dal 1982 al 2016; l’altro, di Sophie de Salettes, riguarda i crus di Chablis e l’unicità dei suoi suoli kimmeridgiani, per la serie “Expertise d’un terroir”.
Ancora: la gastronomia (il ristorante Jacques Faussat, a Parigi, con il suo Merlan nacré, grande accordo col Muscadet; le vongole : ancora Muscadet, Chablis, bianchi di Furore e dell’Etna),eaux-de-vie alpine, le consuete rubriche: la tecnica (il rimontaggio) i consigli del vigneron (La Tourtine, cru di Bandol, vuole le carni alla griglia), i vini d’asta, le pagine dei columnists, il dibattito su una bottiglia (un Sancerre di François Cotat), le lettere dei lettori.
Completano, aprendolo, il numero, l’editoriale di Saverot (sugli indimenticabili vini semplici) , e le notizie (la più importante: l’ormai inarrestabile conversione al bio da parte dei crus classés di Bordeaux). Questo mese i lettori della RVF troveranno allegato alla rivista, in regalo, come tutti gli anni, la Guida ai migliori cavistes di Francia.
€ 6.95 in Francia, € 7.60 in Italia