Ad aprile ci sono state le degustazioni dei primeur di Bordeaux, e naturalmente il titolo principale di copertina é per le prime valutazioni dell’annata 2016, annunciata già come una nuova leggenda.
Poi ancora molta Francia, perché gli altri titoli sono per un’intervista a Jean-Louis Chave, vigneron carismatico della Côte-du Rhône, il Muscadet, mai così buono, la guida allo Chablis.
I titoli minori, in basso, sono per gli Shiraz australiani, un itinerario nello stato di Washington e sul vino perfetto.
Ad aprire il numero é, come al solito, una bella foto a doppia pagina di una vigna: stavolta tocca Broadvieww, nella regione di Finger Lakes.Dopo l’editoriale di Stimpfig, nel quale si afferma che é meglio bere un buon spumante che uno Champagne mediocre, e che ormai esistono altre opzioni per le bollicine, ci sono le notizie del mese (ancora la Brexit, il processo per frode a Charles Banks, l’acquisto, da parte dei Cazes, di Haut-Batailley dalla famiglia Borie, la riscoperta dell’Erbamat in Franciacorta), le lettere dei lettori .
Le pagine degli editorialisti: Jefford sull’eterna questione su varietà e terroir, Tesauro su ciò che occorre ai vini della Virginia per essere grandi.
Eccoci a Bordeaux 2016, con le impressioni e le valutazioni di Jane Anson. In sintesi: la 2016 é un’eccellente annata, anche se non per tutte le categorie di vini (i bianchi secchi e dolci difettano di acidità). Per i rossi é un’altra questione, con molti vini vicini ai 100 punti.
Segue l’esame dettagliato, regione per regione, partendo dal Médoc, per poi passare alla Right Bank e infine ai vini del Sauternais.
John-Livingstone-Lermonth, specialista dei vini del Rodano, intervista Jean-Lous Chave , mitico produttore della cuvée Cathelin, poi Andy Howard presenta la sua guida per il consumatore dedicata allo Chablis : per lui i Premiers crus sono quelli col maggior valore in termini di qualità-prezzo, i più rewarding per il consumatore. 2014 e 2015 eccellenti , dopo un 2013 non deludente, ma da bere presto.
Anthony Rose discute, nell’articolo che segue, l’utilità ( e i pericoli) del recorking, ossia la procedura di risommatura dei grandi vini di vecchie annate.
Rob Mc Culloch cerca la formula dei vini da 100 punti, poi Stephen Brook presenta i vini dell’”isola di granito”, la Corsica.
Siamo intanto arrivati alla sezione delle grandi degustazioni. Due i Panel Tastings del mese: i Muscadet lasciati lungamente sur lies (un trionfo di punteggi altissimi) e i value-Shiraz australiani (cioé quelli dal prezzo accessibile): qui non ci sono vini exceptional né oustanding, ma molti highly recommended.
Nella stessa sezione, Danny Cameron valuta i vini datavola del Douro, trovando molta freschezza ed eleganza e un buon equilibrio con la concentrazione.
Ancora: gli assaggi di Steven Spurrier, i week-day wines , con due vini italiani in evidenza (la Petite Arvine della Crotta di Vegneron e una Corvina in purezza della Cantina di Negrar), i ristoranti , poi l’itinerario del mese, che conduce i lettori nello stato di Washington (Walla Walla), con gli indirizzi giusti. Nella parte didattica della rivista, le Notes & Queries e le schede sulle diverse varietà (questa volta é il Pinot noir precoce).
Si conclude con le pagine sul mercato dei vini, le aste e gli investimenti (Richard Juhlin presenta la verticale del Clos du Mesnil di Krug, dal 1979 al 2003), le tabelle dei prezzi dei grandi Bordeaux e dei vini del resto del mondo.L’ultima pagina é per la leggenda del vino: l’opulento Pinot Grus Clos St. Urbain di Zind-Humbrecht del 1989.
£ 4.50