Stampa estera a portata di clic: La Revue du Vin de France, Hors-série n.35-20183 min read

Il secondo dei due  numeri  hors-série  della RVF pubblicati ogni anno è principalmente dedicato ai liquori, tema generalmente abbastanza sacrificato rispetto a quello principale, anche se tutti i mesi è loro dedicata qualche pagina in una  rubrica apposita.

Si avvicina il nuovo anno ed è dunque utile effettuare un bilancio  di quello che si conclude, e perciò , il secondo tema portante di questo numero è un richiamo delle migliori bottiglie assaggiate  nel corso del 2018. Infine tocca alla “grande intervista”, dedicata ad Alfred Tesseron, diviso tra la Charente (è infatti Presidente della Maison de Cognac che porta il suo nome) e la vigna: naturalmente nel Medoc, dove ha portato lo Château Pontet-Canet ai vertici qualitativi di Pauillac.

Dopo lo shopping (i bicchieri e gli accessori per degustare i liquori, gli scaffali e gli armoires à vin e i libri da leggere sui grandi spiritueux), si comincia con un articolo didattico sulla degustazione dei liquori. Quanto è simile a quella di un grande vino? Qual è la ruota degli aromi di un cognac?  Ne parlano Cyril Mald e Alexandre Vingtier.

Nell’articolo successivo Jérôme Baudouin  ripercorre la storia della distillazione e la nascita dei liquori. Béatrice Delamotte descrive che cosa accade  quando si affina un whisky in un fusto in precedenza adoperato per un grande vino. Solo un  esperimento, all’inizio, diventato ormai una moda.

A seguire, una selezione di whisky provenienti da tutto il mondo che sono stati affinati in barriques usate per il vino. Ancora Béatrice Delamotte parla del whisky francese: sconosciuto fino a una quindicina di anni fa , giunto ora alla maturità, con le distillerie in costante aumento.

A seguire, la RVF presenta sei whisky d’Oltralpe meritevoli di essere conosciuti : provenienti dalla Bretagna, dalla Corsica, dal Sud-Ouest o dall’Alsazia. Più avanti è ancora whisky, con un servizio fotografico dedicato a Macallan.

Poi è la volta del saké, sempre più popolare in Francia. Ne parla ancora Béatrice Delamotte in un articolo di introduzione a questa bevanda: 14 domande e altrettante risposte su ciò che bisogna sapere sul saké, e 10 saké da assaggiare .

Si ritorna ai grandi distillati derivati dall’uva: il cognac e l’armagnac innanzitutto. Jérôme Baudouin  parla delle principali differenze di questi due liquori. Cyrille Mald e Alexandre Vingtier  discutono in un altro articolo il problema dei millesimi nei grandi distillati.

Quanto conta l’invecchiamento? E che cosa bisogna spere sui millesimati? Un ultimo articolo (degli stessi autori) , questa volta  sulle acquaviti derivate dalla frutta,   chiude la parte riservata agli spirits. Poi si torna al vino, al quale è dedicato il dossier curato da Alexis Goujard e ncora Jérôme Baudouin.

Nelle trenta pagine successive si susseguono le schede di assaggio dei vini più interessanti assaggiati durante il 2018: le sorprese, i 100 vini da aggiungere alla propria carta dei vini,i produttori dell’avvenire, le stelle del vignoble francese. Tutti raggruppati regione per regione. Si chiude con l’intervista ad Alfred Tesseron: si parla di vino e di cognac, naturalmente, ma questa volta ad essere protagonista dell’entretien è soprattutto il cognac.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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