Oggi la necessità di comunicare bene la propria azienda è un fatto che la maggior parte dei produttori riconosce, ma quando iniziai a propormi ad alcune aziende dicendo: “Mi occupo di pubbliche relazioni.” i più mi guardavano perplessi e dallo sguardo si capiva che
stavano pensando a qualcosa del tipo: “di pubbliche… che?”
Al massimo la PR era quella che dava i biglietti omaggio per le discoteche! Non era chiaro cosa potesse realmente fare una “Responsabile delle Relazioni Esterne” (così venni definita in una importante azienda quando iniziai a collaborare con loro) ed in effetti era tutto talmente in evoluzione che capirlo bene non era facile pure per me.
Paradosso
Paradossalmente ho la sensazione che proprio noi specialisti di comunicazione e di immagine siamo cattivi comunicatori della nostra professionalità, che è complessa e articolata.
Una prova della pessima immagine di cui godiamo: abbiamo ospite il corrispondente di un importante giornale di lingua inglese. Devo accompagnarlo prima in vigna, poi in cantina e dopo a pranzo. La visita scorre bene, si tratta di una persona molto piacevole che non fa affatto pesare il suo ruolo importante.
Al termine del pranzo, sorridendo mi dice: “Grazie della visita. Sono stato piacevolmente impressionato dall’azienda e sono contento di aver parlato di vino”. Lo guardo perplessa e visto che lui sembra molto tranquillo, a suo agio, azzardo la domanda: “Perché di cosa
avremmo dovuto parlare? Non che non si possa parlare d’altro, ma tu facevi domande sull’azienda e io ho risposto.
Non era mia intenzione contingentare gli argomenti”. “Certo!” risponde lui con tipico english self control “Ma sai, quando mi hanno detto che mi avrebbe accompagnato la PR dell’azienda ho pensato: Oddio! La solita signora ben vestita che porta a pranzo e non capisce niente di vino.”
Ora, spero non si metta in dubbio che sono una signora, mentre sul ben vestita si può Discutere, ma neanche tanto. Però ditemi voi se non è deprimente questa immagine delle PR che non capiscono niente di vino”, sigh!
A detta della Litizzetto
Persino la Littizzeto che è (quando non è volgare, quindi ultimamente più di rado) la mia preferita e reputo una donna intelligente e spiritosa, ecco come descrive la categoria: “Una di quelle seppie sempre alla moda … il genere: dietro liceo, davanti museo, per intenderci.
Sempre sorridente perché paralizzata dal botox. Simpatica e piacevole come la peste suina. Cosa fa di mestiere? … intrattiene pubbliche relazioni, avendo fatto un quarto d’ora di liceo classico”.
Lizzi, pure tu? Ti prego, almeno tu non darci addosso anzi, dacci una mano a migliorare la nostra immagine, che da sole proprio non ne siamo capaci.