Santorini+assyrtiko+biologico+piede franco= Hatzidakis4 min read

Santorini, biologico, piede franco. Bastano queste tre parole per solleticare la curiosità degli appassionati di vino e fargli digitare su Google “Hatzidakis”. Aggiungo assyrtiko, vegan e Vinsanto.

Da quando Haris Papandreou si è unito alla redazione di Winesurf, anche i vitigni greci e la loro storia hanno cominciato a far parte dei nostri winetalks e winetasting, scatenando almeno nella sottoscritta lo stesso affetto di quando sento di parlare di storia, filosofia e miti greci, culla della nostra civiltà: affetto e familiarità. Perciò anche conoscere meglio il vitigno principe di Santorini amplifica l’emozione che provo a stappare una bottiglia prodotta in Grecia.

“La fillossera qui non è arrivata grazie al terreno vulcanico, che in Italia abbiamo sull’Etna e nel Sulcis” Questo ha ricordato il Master of Wine Gabriele Gorelli alla cena-degustazione al ristorante Fuor d’Acqua di Firenze, tappa delle celebrazioni italiane per i 25 anni dell’azienda, iniziate con una masterclass a Enomundus.

Il volto di Hatzidakis è giovane, come giovani sono i figli di Haridimos Hatzidakis, fondatore della cantina nel 1997 insieme alla moglie Kostantina: Stella, Ariadne e Antonis. Giovane è anche l’enologa che oggi segue il progetto, Nektaria Vlahou.

Una gioventù non di facciata, perché sono loro i volti che portano avanti questo progetto dalla scomparsa del padre nel 2017, loro la scelta di non vendere l’azienda, loro la scelta di affidare la produzione aziendale a qualcuno che avrebbe rispettato l’idea di vino del padre, loro che oggi insieme alla madre fanno conoscere i loro vini a base di vitigni autoctoni greci. Forse la Grecia dopo millenni ancora ci apre la strada sulla visione del futuro e non solo tra i filari.

Se ne potrebbero raccontare dieci di storie su Hatzidakis come cantina e Hatzidakis come famiglia, o per lo meno io ve ne racconterei dieci, e sicuramente la passione con cui Haris Papandreou ce le testimonia incide. Per brevità però ne ho selezionate tre (spiegate bene da altrettanti vini): la forza dell’assyrtiko, la storia dei nomi Santorini e Vinsanto, infine il simbolo della vita che va avanti.

Partiamo dalla forza dell’assyrtiko. Ho interrogato l’enologa aziendale Nektaria Vlahou su come stiano affrontando il cambiamento climatico sull’isola greca e lei mi ha raccontato dell’estate anomala 2022, in cui forti piogge prevendemmia hanno bloccato la maturazione dell’uva, cosa mai successa prima a loro memoria. Ma 15 giorni dopo, le piante hanno naturalmente ripreso la maturazione arrivando pronte alla raccolta. La sua analisi da tecnico è che la capacità di reazione delle viti è merito della loro naturale forza e dell’adattamento secolare, concetti sempre più spesso valutati anche nei nostri territori parlando di vitigni autoctoni.

La stessa forza me la sono immaginata nel bicchiere grazie a un Assyrtiko del 2015 con lieve note ossidative rese gradevoli da equilibrio e consistenza in bocca fino alla fine del sorso, trasformando una potenziale ‘sbavatura’ degustativa, in personalità.

La seconda storia è quella del nome di Santorini e del Vinsanto. Nel Medioevo, quando marinai, commercianti e crociati si fermavano sull’isola di Santa Irene (oggi Santorini) e acquistavano un vino dolce chiamato Vino di Santorini, ottenuto da uve appassite per 15 giorni e maturato in botti di rovere per almeno 4 anni. Oggi quello del 2016 della stessa “tipologia storica” ha un residuo zuccherino altissimo (305 g/l) ma chiude con una nota salina deliziosa, che ti trascina al sorso successivo.

L’ultima storia è quella del vino simbolo della vita che prosegue e delle storie che non si fermano con la scomparsa fisica di chi amiamo: si chiama Skitali, di nuovo assyrtiko al 100%. Skitali in greco significa testimone, quello che i corridori si passano nella staffetta, ben rappresentato sull’etichetta del vino. La storia è iniziata nel 1997, nel 2017 ha avuto un brusco cambiamento di direzione, ma nel 2022 l’eredità è stata raccolta e continua a portare, grazie a giovani gambe, storie di vino e persone in giro per il mondo.

Barbara Amoroso Donatti

Appassionatissima di vino e soprattutto “liquidi con qualche grado in più”. Punto di riferimento del giornale per tutto quanto riguarda il mondo dei superalcolici.


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