Riunione di redazione Winesurf da Cantine Etiche: un bel modo di iniziare l’anno5 min read

Ripensando alla riunione di redazione di Winesurf che si è svolta lo scorso fine settimana in Umbria, ospiti del gruppo Cantine Etiche, mi viene in mente il concetto di “tempesta perfetta”.

Naturalmente non nell’accezione catastrofistica ma in senso fortemente positivo, perché raramente siamo riusciti a parlare così a lungo e seriamente (senza esagerare…), a decidere nuove rubriche e nuovi indirizzi per la guida e nello stesso tempo a visitare con attenzione un territorio e un gruppo di realtà particolari e interessanti.

Per quanto riguarda la parte redazionale mai come in questa riunione è stato fatto il punto per il futuro, con la creazione di nuove rubriche, molto più veloci da leggere, che affiancheranno quelle già esistenti, dando maggiore spazio anche al settore gastronomico. Anche la guida è stata fonte di discussione e di decisioni importanti, che riguardano soprattutto i vini rosa e quelli da agricoltura biologica certificata. Ma queste sono solo alcune delle decisioni prese, le altre le vedremo volta per volta.

Sul fronte “ludico” ci siamo trovato di fronte ad aziende che riescono ad unire un altissimo livello di ricezione agrituristica con delle produzioni che potremmo definire “storiche”.

Panorama da Villa Bucher

Storiche in quanto rispecchiano un particolare momento dell’enologia italiano, quello a cavallo del secolo scorso, quando imperavano i vitigni internazionali e anche in Umbria, per di più terra di uno dei più grandi nomi dell’enologia italiana, venivano piantati praticamente ovunque. Poi le cose cambiano, con l’avvento dei vitigni autoctoni che nella zona di Narni vuol dire essenzialmente ciliegiolo. Ma l’Umbria è anche terra di grechetto, vitigno poco considerato in passato ma che adesso sta recuperando molto terreno.

Il sunto storico/enologico del gruppo Cantine Etiche, sei cantine (noi ne abbiamo visitate quattro) che, come abbiamo detto qui,  si sono unite per fare gruppo seguendo concetti etici comuni, è questo. Al suo interno abbiamo trovato delle belle sorprese come l’Umbria Rosso IGT Auro 2021 di Villa Bucher, un cabernet  franc balsamico ma con nessun accenno verde al naso e di una freschezza e finezza tannica veramente notevole, o come il Podere Montini  Narni Ciliegiolo IGT 2021 dei Marchesi Ruffo della Scaletta, un ciliegiolo che mostra tutta la sua solare pienezza e bella potenza  senza però eccedere in note speziate.

Narni di notte

Ma forse la più bella sorpresa di questo weekend è stata l’Umbria e abbiamo capito il perché i proprietari di Tenuta dei Mori, di Santo Iolo e di Villa Bucher ne sono rimasti affascinati.  Da queste aziende si vedono veramente colline a dismisura e sembra di essere nel bel mezzo di un quadro impressionista, con la campagna pulita, netta, pronta a dare i suoi frutti quasi senza fatica. Ma in queste colline di vigneti se ne vedono veramente pochi, per questo bisogna ammettere che l’idea di piantare vigna è stata molto coraggiosa. Il panorama che  invece ci porta alla quarta azienda è uno dei borghi più belli d’Italia, Narni. La cantina storica di Ruffo della Scaletta lo domina dall’alto e l’immagine notturna del paese illuminato rimarrà impressa in tutti noi.

Se vogliamo scendere di livello, ma non tanto, c’è un immagine gastronomica che ci accompagnerà per diverso tempo ed è quella dell’Arpa di San Venanzo una mezzena di maiale stagionata per più di un anno e grande come un tavolino, che ha allietato assieme ad altre portate la nostra prima cena a Tenuta dei Mori.

Personalmente l’ho abbinata, assieme a tutta una serie di salumi umbri, al Velum Rosé di Tenuta dei Mori, un pinot nero 100% metodo Charmat con il frutto netto del vitigno, una bocca fresca, regolata da bollicine vive e leggermente austere. Un pinot nero spumante in Umbria può lasciare un po’ stupiti, ma questa è la chiave di lettura di Cantine Etiche, cercare una strada in un mondo enoico (quello umbro) con pochissimi o nessun punto di riferimento, specie se non sei a Montefalco o a Orvieto.

A questo proposito, tornando a parlare di uvaggi bordolesi, un buon punto di riferimento è il Santo Iolo 2017 dell’omonima azienda: cabernet sauvignon e merlot, ancora con tannini vivi al palato ma con una naso molto classico e ampio.

Non è certo facile per un gruppo di cantine non famose affrontare il mercato armati di uve  internazionali, con tutti i pro e i contro commerciali che esse comportano e portando avanti un territorio poco conosciuto.  Quindi il confronto può essere solo sulla qualità e sulla costanza qualitativa. I vini che abbiamo assaggiato ci dicono che la strada giusta è stata imboccata e adesso servono costanza e idee chiare nel presentarsi. Una bella mano gliela daranno sicuramente i loro agriturismi, in luoghi bellissimi e con strutture estremamente curate, che niente hanno da invidiare (anzi!) a tanti famosissimi Relais toscani.

Alcune considerazioni dopo la riunione di redazione di Winesurf.

A questo punto tutti noi della redazione, dopo aver parlato, visitato, conosciuto, assaggiato, mangiato, bevuto, scherzato (questo molto) ci ributtiamo nel nostro lavoro con, come diceva una vecchia pubblicità,  in testa tante idee fantastiche… e non solo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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