Riserve di Barolo e Barbaresco: buone ma forse servono più alle aziende che ai consumatori2 min read

Queste poche righe per commentare i vini indubbiamente più costosi di Langa, cioè le riserve di Barolo e Barbaresco.

Potremmo discutere sino allo sfinimento sul passato, presente e futuro di queste tipologie, sul prezzo (spesso enormemente più alto del vino di annata, anche se da MGA) che molte volte non è accompagnato da una qualità adeguatamente alta.

Per questo è inutile parlarne ma solo far notare una cosa e cioè che un’ottima riserva, di Barolo o di Barbaresco, non si improvvisa e va selezionata sin dal vigneto e seguita con grande attenzione in cantina. Non è un vino che nasce senza averci provato varie volte e inoltre non è da “lasciare a se stesso”, ma va controllato e valutato molto spesso, proprio per capire se la massima espressione enoica per una cantina di Langa sia effettivamente quello o invece solo un vino di buona qualità da vendere, dopo uno o due anni, a prezzo doppio o triplo.

Una trentina di Riserva tra Barolo e Barbaresco, pur di fronte a vini buoni e, in qualche caso ottimi,  ci hanno confermato che la tipologia Riserva, oggi come oggi, serve più al produttore (anche dal punto di vista di immagine) che al consumatore. In definitiva solo i quattro Vini Top valgono veramente la pena, per noi, di una spesa importante: gli altri assaggi inquadrano dei buoni vini ma non certamente uno scalino sopra agli altri vini aziendali.

Dal punto di vista della degustazione oramai nessuna Riserva, delle due tipologie, punta alla potenza pura, ma all’eleganza e in diversi casi (quelli migliori)  cercar di acuire le caratteristiche positive di un’annata, oppure a smorzare le negative.

Per esempio diversi Barbaresco Riserva 2018 sono, anzi saranno,  molto eleganti perché adesso (al contrario dei 2018 base), mostrano una maggiore chiusura aromatica e austerità tannica, mentre la stragrande maggioranza dei Barolo 2017 Riserva sono molto più freschi e piacevoli dei Barolo 2017. Questa è indubbiamente un bel modo di proporre delle Riserva e forse l’unico per meritarsi, alla fine, la cifra che viene chiesta.

In conclusione delle nostre molte degustazioni e dei numerosi articoli che le presentano vogliamo ringraziare con tutto il cuore il Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani per l’aiuto che, come ogni anno, ci dà per la raccolta e la spedizione dei campioni. Senza questo aiuto il nostro sarebbe un lavoro molto pi difficile. Un caldo ringraziamento va anche a Albeisa.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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