Radda nel bicchiere bene, la California in bottiglia invece…4 min read

Siamo andati nel cuore del Chianti Classico per la ventitreesima edizione di “Radda nel bicchiere”, o meglio per la sua anteprima del 25 maggio scorso. Il programma sulla carta era intrigante, comprendendo anche un confronto tra i sangiovese italiani e californiani, con tanto di racconto su una ricerca al riguardo condotta dall’Università di Firenze in collaborazione con quella di Davis. Un gemellaggio a cui ha dato man forte Alyson Morgan di Podere Capaccia, che a Davis si è laureata.

Peccato che i californiani siano rimasti chiusi in bottiglia, ma non a Radda, in California!

Nel bel chiostro di Santa Maria al Prato alla fine ne sono arrivati solo tre, presi d’assalto e peraltro subito criticati dalla tifoseria italiana (“uno troppo colore, questo troppo alcol, quell’altro  una marmellata…”). Tutti e tre 2015 da 100% Sangiovese prodotti da aziende coi nomi italianeggianti: Seghesio Vineyards (Sonoma Valley) Benessere Vineyards (Napa Valley), Vino Noceto (Amador County).

Per me, tre vini interessanti che è valsa la pena di sentire. Ci aspettavamo però un numero di campioni più significativo e magari una degustazione guidata… Bene comunque la ricerca illustrata dalla dottoressa Valentina Canuti dell’università fiorentina, anche perchè giustamente presentata come la puntata odierna di una storia in divenire.

Venti vini di Sangiovese di varie doc e docg (quasi tutti dalla Toscana) hanno subìto analisi di laboratorio a confronto con 32 dalla California (grossomodo dalla zona centro-nord dello stato, senza dimenticare che la California è più estesa dell’Italia).

Le misurazioni hanno riguardato varie componenti del vino, come le sostanze volatili responsabili del profilo aromatico e i polefenoli, mentre l’analisi spettrofotometrica ha evidenziato gli indici di colore. Sono venuti fuori dei risultati interessanti, che abbiamo visto nei grafici. Uno è che ci sono delle ricorrenze significative di certi valori fra tutti i vini analizzati, indipendentemente dalle numerose variabili territoriali e di conduzione agronomico-enologica. Insomma siamo vicini all’anima del Sangiovese. L’altro risultato interessante è che i vini Italiani sembrano essere più simili ai corrispondenti della Central Coast (Monterey, San Luis Obispo, Paso Robles…) piuttosto che ad altre zone californiane anche più note.

Esce fuori un territorio? Se andate da quelle parti in vena di assaggi questo può essere l’orientamento.

Sempre considerando risultati di laboratorio, beninteso, cosa che ci piacerebbe verificare degustando in una prossima edizione di Radda nel bicchiere. In ogni caso la dottoressa Canuti ha sottolineato che per il 2018 la continuazione della ricerca comprenderà anche l’analisi sensoriale.

Così ci siamo accontentati di assaggiare i Raddesi! Beh accontentati si fa per dire, in realtà il cuore dell’evento ha confermato un’ottima qualità diffusa fra le ventitrè aziende che hanno partecipato, animatrici dell’Associazione Vignaioli di Radda. Se qualche winesurfer ha assaggiato durante la manifestazione dei giorni seguenti, aperta al pubbblico per le vie del paese, può darsi che abbia trovato alcune presenze in più o in meno rispeto a questa anteprima, ma scommetto che ha avuto la stessa impressione.

Mi piace qui sottolineare la bella prestazione qualche Riserva 2014 e la gradevolezza di qualche Vin Santo, protagonista di un bel laboratorio il giorno dopo. Quando Radda entra nel bicchiere, insomma, si beve bene e sono sorsi di carattere.

A proposito, il territorio: è stata vincente l’idea dei produttori di dividerci in piccoli gruppi e scarrozzarci su fuoristrada da un’azienda all’altra, su percorsi che pochi decenni fa erano per gli asini. Sono pure venuto a saper che proprio a Radda ne è nato uno pochi giorni (di asini, non di percorsi. n.d.r.) dopo la manifestazione, congratulazioni!

Nel il tour ci hanno intrattenuto alcuni vignaioli e i piloti di offroadintuscany.com facendoci annusare letteralmente il territorio. A me è toccato un bel su e giù fra Caparsa, Montemaggio e il Castello di Monterinaldi, per l’anno prossimo spero in una mongolfiera.

Le  sfumature di verde in questa tarda primavera piovosa sono fantastiche, e i boschi del comune di Radda in Chianti coprono il 70% della superficie comunale. E’ un gran bel patrimonio da gestire con sapienza: più volte abbiamo dovuto aprire e chiudere cancelli metallici lungo le recinzioni anti-ungulati. La fauna da tenere fuori dai vigneti è esuberante, come tutti i vignaioli sanno a loro spese, e il fascino di questi posti e la bontà di questi vini poggiano su un equilibrio delicato. Queste manifestazioni servono anche per ricordarlo a tutti, autorità in primis.

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


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