Quartara 2012, quando l’anfora fa cantare il vino1 min read

Il termine anfora deriva da una parola greca che vuol dire “si può portare da entrambe le parti”. Quelle moderne non dovrebbero chiamarsi così perché sono spesso molto grandi e difficili da smuovere. Quelle che Mario Mazzitelli, enologo vulcanico in terra vulcanica, ha interrato nella cantina di Lunarossa proprio non si possono smuovere.

Gli unici movimenti li fanno l’uva (prima) e il vino (dopo) al loro interno. Chi mi conosce sa come drizzi il pelo quando mi parlano di anfore, però trovo sempre più eccezioni a questa regola. Una è il Quartara, vino da sempre fatto parte in anfora e parte in legno che Mario produce oramai da più di dieci anni.

Non è un orange wine, non è un vino naturale, non è un vino fatto per moda: è “solo” un vino buono, anzi buonissimo. Fiano in purezza, questo 2012 degustato assieme ai suoi fratelli di annate successive mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta. Corposo, fresco, potente, armonico, sapido e con un naso estremamente giovane e complesso. Veramente un gran vino. Bravo Mario!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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