Quando si fa amicizia con Friuli & Friends4 min read

Friuli & Friends, si è svolta a Codroipo con la finalità di far conoscere  la neonata Doc Friuli,  naturalmente sotto l’egida del Consorzio delle DOC del Friuli Venezia Giulia. Il suo scopo principale era quello di far degustare ad un numero ristretto (circa 10) di giornalisti e esperti del settore il meglio di una selezione fatta precedentemente tra le aziende consorziate.

Circa un centinaio di  campioni divisi tra friulano, malvasia, sauvignon, pinot grigio, ribolla, traminer, verduzzo e Ramandolo. Degustazione cieca, punteggio in centesimi da annotare su schede da consegnare, breve descrizione orale del vino, considerazioni tra una batteria e l’altra tra noi degustatori, moderati dal capo panel Paolo Ianna collaboratore del consorzio.  Pochissime le discrepanze nei giudizi, confronti comunque sempre interessanti.


L’intenzione del consorzio era anche, oltre a promuovere la neonata DOC, selezionare tra questi cento  vini proposti, quaranta vini della DOC Friuli e delle DOC storiche regionali, che saranno proposti in assaggio durante un evento aperto al pubblico Venerdì 15 Giugno presso Villa Manin a Codroipo. A proposito, “save the date”, come si dice! Chi è già in zona non deve perdere l’occasione e chi è più lontano può approfittarne per trascorrere un fine settimana in una bella zona di Italia. Infatti uno dei pregi di questi press tour è  far conoscere non solo enologicamente vari angoli di Italia. Personalmente conoscevo poco il territorio ed ho molto apprezzato, oltre al paese che ci ospitava le due escursioni che l’organizzazione ci ha riservato, una a Valvasone,  uno dei borghi più belli d’Italia, e una ad Udine. Per questo vi consiglio di farci un salto.

E adesso parliamo delle degustazioni: dei vini, serviti rigorosamente bendati, sapevamo la denominazione, l’annata (quasi tutti 2017) la gradazione alcolica e se era o meno affinato in legno. Solo a fine manifestazione abbiamo scoperto quali fossero le aziende.

I friulano degustati erano tutti molto piacevoli, di buona beva, niente di complesso né di particolarmente intenso ma sicuramente fatti bene nella loro semplicità.  Ho apprezzato il Friuli Isonzo 2017 della Tenuta Luisa, che dopo una botta di solfiti dovuta al recente imbottigliamento ha liberato sentori di fiori e una frutta che si ritrovava in una bocca ampia accompagnata da buona acidità e discreta persistenza.
Tra le poche malvasia degustate mi ha piacevolmente colpito il Colli Orientali del Friuli 2017 di Dario Guerra, con un bel naso fresco, pulito, un bouquet di fiori bianchi, una bella acidità e sapidità che rendono la beva molto gradevole.
Tra i sauvignon ho trovato raramente fastidiosi profumi vegetali invasivi, come talvolta accadeva fino a qualche tempo fa. Fortunatamente siamo ritornati ad apprezzare i profumi varietali senza esasperazioni.  Fra tutti il mio preferito è stato sicuramente il Collio 2017 DOC del Castello di Spessa, con un naso complesso, giustamente tipico ma senza eccessi. Una bocca piacevolmente ampia, persistente, gradevole.


I pinot grigio li ho trovati tutti molto semplici, talvolta pure troppo, molto simili tra di loro, tanto da scherzare con i compagni di degustazione se non fossero, i cinque vini di una batteria, tutti della stessa bottiglia. Tra tutti ho apprezzato due campioni dal bel color ramato. Uno, il Gossip 2017 dell’azienda Di Lenardo molto ramato tanto da sembrare un rosato (e anche di quelli molto carichi), non particolarmente intenso al naso ma con una bellissima bocca complessa e avvolgente e ampia. L’altro, il  Le Monde 2017, solo leggermente ramato, con un naso di frutta rossa  molto bello ed una bocca piena, masticabile, persistente.


Molto semplici anche le ribolla degustate e nessuna di loro mi ha particolarmente entusiasmato mentre tra i traminer, che come i Sauvignon ho trovato con profumi  tipici varietali senza essere invasivi né stucchevoli, ho apprezzato un campione del 2016 dell’azienda Le Favole, con un nasoche ricordava versioni passite e una bocca intensa, tenuta su da una acidità netta e gradevole.
Dulcis in fundo, nel vero senso del termine, quattro campioni di Verduzzo, dove non ho trovato qualcosa di veramente degno di nota, e due di Ramandolo dove invece mi è piaciuto molto l’Oro di Nemas 2015 di Gori, con un naso interessante di fiori, frutta, miele, che si ritrovano in una bella bocca con una acidità persistente, che gli permetterà anche una certa longevità.

Un vero peccato che, essendo celiaca, non abbia potuto apprezzare le birre artigianali che hanno invece accompagnato le pause pranzo dei due giorni e che i miei compagni di viaggio hanno invece molto gradito.
Sicuramente una manifestazione ben organizzata per far conoscere questa “DOC neonata” ma importante, grazie anche all’aiuto di H-Farm, che ringrazio dell’invito.

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


LEGGI ANCHE