Predappio Sguardi e Parole: un libro romagnolo a due dimensioni1 min read

Chissà com’era, al tempo dei nostri antenati, il vino di Predappio, quando in terra c’erano le cicale e il cielo era uno sfoggio di stelle con cui gli uomini si orientavano!”

Con questa immaginifica frase che forse nessun altro uomo del vino italiano avrebbe potuto scrivere, Francesco Falcone inizia il capitolo finale del suo contributo alla pubblicazione sul vino e sui produttori di Predappio voluta dal Comune di questo borgo romagnolo, da tempo assurto alle cronache della viticoltura italiana, e dall’associazione Terre di Predappio.

Un libro piccolo di dimensioni, perché è caratteristica di Francesco scrivere opere piccole fuori e grandi dentro, che ripercorre la storia di questo territorio e del sangiovese che vi si produce. Un vitigno femmina da cui nasce un vino maschio, forte, che “sa  farsi poesia” e che in una Predappio definita da Francesco  “Una e trina” assume caratteristiche particolari che dipendono dai territori, dalle altezze, dai suoli che si differenziano non poco nei 450 ettari di vigneto. In una trentina di paginette la penna di Francesco vi farà venire voglia di uscire di casa e vagare alla ricerca di uno di questi vini maschi, che un tempo mostravano i muscoli ma oramai hanno lasciato questi esercizi giovanili  per calarsi in ruoli e in una realtà molto più complessa. Una realtà che Francesco delinea velocemente ma con chiarezza.

Il libro è diviso in due parti e la seconda, (non uscita dalla penna di Francesco) è meno poetica e riporta con i piedi per terra. E’ composta da una classica presentazione delle cantine del territorio, indubbiamente utile, ma con una vis vitalis diversa rispetto alla prima parte. Troverete la presentazione e la storia di 13 aziende del territorio, sicuramente interessanti, ma quando uno è stato abituato a indossare sete cinesi ha difficoltà a calarsi in un semplice saio.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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