Nemas I°: quando il Pinot Nero si fa largo nei Colli Orientali del Friuli2 min read

Piero Gori ha realizzato nel 2009 quello che era il suo sogno nel cassetto. Spinto dall’amore incondizionato per la propria terra, ha dato vita a una realtà vitivinicola  che ha puntato sin da subito sul biologico e sul rispetto dell’ecosistema .

Siamo a Nimis in provincia di Udine, ai piedi delle Prealpi,  in una zona in cui le montagne fanno da filtro ai venti freddi che soffiano da nord, dove la vicinanza alla pianura favorisce importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte, fondamentali  per gli aromi dei vini

All’inizio, dopo aver eseguito ricerche sul territorio e le sue peculiarità anche microclimatiche, sono stati impiantati in zone ben precise vitigni come: verduzzo, schiopettino, friulano, refosco dal peduncolo rosso, ribolla gialla,  senza dimenticare gli internazionali da chardonnay, sauvignon blanc, merlot, pinot nero.

È così che il frutto dei 18 ettari vitati dell’azienda Gori (60.000 bottiglie circa) viene lavorato nella moderna cantina, sviluppata su tre livelli ma ben integrata nel territorio, pensata per sfruttare la forza di gravità.

Di questa azienda ho avuto modo di apprezzare la particolarità del loro Pinot Nero: il vigneto ha una superficie di coltivazione di 2,8 ha, l’età media d’impianto è di 20 anni ed è coltivato a guyot, con una densità di impianto di 3000 ceppi ha. Si estende su una collina a 400 mt s.l.m. con esposizione ad est e in part a sud, in un terreno composto da ponca e arenaria di origine sedimentaria e ciottoli, la resa è di 65 q per ettaro. E’ prodotto da 8 anni per un numero di 4000 bottiglie annue.

Ed eccoci al FCO Pinot Nero Nemas I° 2018. Rubino scarico dai vividi riflessi luminosi, al naso intenso bouquet fruttato fresco che porta a piccoli frutti di bosco lampone, ribes rosso, ciliegia croccante e fragoline, raffinata speziatura dolce e note floreali di violetta e lavanda. Al palato è corrispondente, elegante, piacevole, equilibrato, con tannino ben integrato e bilanciato, sapido e dalla vivace freschezza. Bella persistenza dove ritornano le note fruttate. Una beva che ricorda gli areali italiani più vocati alla produzione del pinot nero, dai quali non ha nulla da temere per briosa eleganza.

Letizia Simeoni

Beata la consapevole ignoranza enologica. Finchè c’è ti dà la possibilità di approcciarsi alla conoscenza! Prosit.


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