Morta ufficialmente l’Enoteca Italiana: oggi o molti anni fa?2 min read

Nicola Dante Basile sul suo blog www.nicoladantebasile.blog.ilsole24ore.com  riporta e commenta una notizia non certo allegra: “Oggi è una giornata triste per il vino italiano. Lo è per la sua immagine e per tutte le persone, donne e uomini che hanno dedicato idee, tempo e denari per costruire pazientemente giorno dopo giorno il successo di un prodotto, il vino, di cui l’Italia oggi mena vanto ai quattro angoli della terra.Il Consiglio comunale di Siena, riunito ieri sera in seduta straordinaria, ha deliberato lo scioglimento della storica Enoteca Italiana con sede nella locale fortezza Medicea, prima e unica enoteca riconosciuta quale Ente di Diritto pubblico sin dal 1933.”

L’enoteca Italiana è stato uno degli enti più importanti per il vino italiano ma non è morta oggi, bensì diversi anni fa, quando divenne un ente assolutamente inutile, peggio, pretenzioso.

Sono stato consigliere dell’Enoteca Italiana circa una decina di anni fa e purtroppo devo testimoniare che mi sono trovato a far parte di un qualcosa morto da tempo.

Pur avendo fatto molto in passato oramai era morta l’idea base stessa, quella della promozione e della conoscenza del vino italiano, perché l’Enoteca era stata superata a destra e sinistra: da una parte dalle molte entità (non solo consorzi, ma PR, associazioni come Slow Food o AIS, singoli con voglia di fare, etc) che negli anni erano nate e dall’altra più che superata affondata da una struttura elefantiaca e inamovibile che serviva solo a garantire e procrastinare se stessa.

Oggi non sono triste perché purtroppo lo fui già alla prima riunione del consiglio, quando parlai col cuore in mano e tanta voglia di fare a chi, invece, voleva solo gestire un tramonto tranquillo e il più lungo possibile. Avrei storie tristissime da narrare ma tutte sotto lo stesso comun denominatore quello “Di non poter fare realmente niente”, specie in un mondo del vino completamente cambiato da quando, nel 1933, l’Enoteca era nata. Feci tante proposte e tutte caddero nel niente che cresceva ogni giorno.

Si può essere tristi ma non tanto, come quando ricordi dopo anni e anni la morte di un amico, perché l’amico, alias Enoteca Italiana, è morta da tempo.

Solo sapendo che è morta si può pensare di far rinascere qualcosa e qui penso alle possibilità che possono nascere grazie a manifestazioni come Sangiovese Purosangue, molto più leggere come struttura ma pesanti come contenuti.

Insomma, non posso e non voglio parafrasare dicendo “E’ morta l’Enoteca, viva l’Enoteca!”, posso solo confermare, col cuore pieno di speranza, “E’ morta, l’Enoteca, viva il vino!”

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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