Martino Manetti: “Seguiamo sempre i dettami di Giulio ma stando attenti al clima che cambia.”11 min read

Dopo l’uscita della biografia “Giulio Gambelli, l’ultima farfalla del sangiovese” continuano le nostre interviste a quei produttori che hanno sempre avuto Giulio Gambelli come amico e maestro. Dopo Caterina Carli oggi è il turno di Martino Manetti e di Montervertine.

Winesurf :“Il tuo primo ricordo di Giulio a Montevertine” 

Martino Manetti :“Questa non è una domanda facile e devo fare uno sforzo di memoria, ma sicuramente siamo negli anni 1977-1978 circa, perchè i miei primi ricordi  forti sono di quegli anni. Giulio sicuramente l’ho visto la prima volta a Montevertine o a tavola o in cantina. Io in cantina ho iniziato a entrarci quando avevo sei-sette anni. Ho il preciso ricordo di un giorno che babbo mi fece assaggiare il Pergole Torte 1979, quindi sarà stato almeno 1980 o 1981 e c’era e anche Giulio:  ricordo me ne fece assaggiare un bicchierino prendendolo dalla botte. Comunque Giulio era la persona che veniva sempre quando si vendemmiava. Io non abitavo qui ma a Firenze, quindi salivo nei fine settimana, però per la vendemmia mi ricordo che babbo mi faceva saltare a scuola e sicuramente i miei primi ricordi di Giulio sono di quegli anni, in tempo di vendemmia.”

W. “Quindi lo vedevi solamente qui a Montevertine?”

M.M. “Sì, a Firenze a casa nostra sarà venuto tre volte.”

W. “Ti ricordi invece cosa diceva tuo padre di Giulio?”

M.M. “Per lui era più di un amico, praticamente era uno di famiglia: era sempre il telefono con lui e essendo entrambi sordi e quando parlava al telefono con Giulio lo si sentiva anche da lontano.”

W. “Quindi non lo vedeva mai come “enologo”.”

M.M. “No come il suo amico che lo aiutava a fare il vino.”

W. “Invece in cantina quando c’era tuo padre e Giulio e assaggiavano il vino, cambiava il rapporto o no?”

M.M. “No, poi oltre a loro due c’era sempre anche Bruno (lo storico cantiniere factotum di Montevertine n.d.r.) : era lui che spillava il vino e poi ne parlavano in maniera molto aperta. E’ la stessa cosa che facciamo oggi coi ragazzi quando dobbiamo decidere cosa fare. C’è  sempre anche Paolo Salvi (il loro enologo n.d.r.) è vero, però siamo tutti assieme e si parla in maniera molto aperta. “

W. “Quale era, secondo te, il pregio maggiore di Gambelli?”

Logo Club Winesurf

Ciao, questo è un contenuto riservato ai soci del Club Winesurf. E che cos'è?

Il Club Winesurf è il luogo dove i soci possono scoprire in esclusiva tutte le nostre degustazioni: i migliori vini italiani passono nei nostri bicchieri, li valutiamo e li pubblichiamo mesi prima di qualsiasi altra guida cartacea.

 

Leggi senza limiti Winesurf con 40€ all'anno

 

Entra nel club e sostieni anche tu Winesurf!

 

Scopri di più sul Club >

Già registrato? Accedi con form sottostante

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE