Dopo l’uscita della biografia “Giulio Gambelli, l’ultima farfalla del sangiovese” continuano le nostre interviste a quei produttori che hanno sempre avuto Giulio Gambelli come amico e maestro. Dopo Caterina Carli oggi è il turno di Martino Manetti e di Montervertine.
Winesurf :“Il tuo primo ricordo di Giulio a Montevertine”
Martino Manetti :“Questa non è una domanda facile e devo fare uno sforzo di memoria, ma sicuramente siamo negli anni 1977-1978 circa, perchè i miei primi ricordi forti sono di quegli anni. Giulio sicuramente l’ho visto la prima volta a Montevertine o a tavola o in cantina. Io in cantina ho iniziato a entrarci quando avevo sei-sette anni. Ho il preciso ricordo di un giorno che babbo mi fece assaggiare il Pergole Torte 1979, quindi sarà stato almeno 1980 o 1981 e c’era e anche Giulio: ricordo me ne fece assaggiare un bicchierino prendendolo dalla botte. Comunque Giulio era la persona che veniva sempre quando si vendemmiava. Io non abitavo qui ma a Firenze, quindi salivo nei fine settimana, però per la vendemmia mi ricordo che babbo mi faceva saltare a scuola e sicuramente i miei primi ricordi di Giulio sono di quegli anni, in tempo di vendemmia.”
W. “Quindi lo vedevi solamente qui a Montevertine?”
M.M. “Sì, a Firenze a casa nostra sarà venuto tre volte.”

W. “Ti ricordi invece cosa diceva tuo padre di Giulio?”
M.M. “Per lui era più di un amico, praticamente era uno di famiglia: era sempre il telefono con lui e essendo entrambi sordi e quando parlava al telefono con Giulio lo si sentiva anche da lontano.”
W. “Quindi non lo vedeva mai come “enologo”.”
M.M. “No come il suo amico che lo aiutava a fare il vino.”
W. “Invece in cantina quando c’era tuo padre e Giulio e assaggiavano il vino, cambiava il rapporto o no?”
M.M. “No, poi oltre a loro due c’era sempre anche Bruno (lo storico cantiniere factotum di Montevertine n.d.r.) : era lui che spillava il vino e poi ne parlavano in maniera molto aperta. E’ la stessa cosa che facciamo oggi coi ragazzi quando dobbiamo decidere cosa fare. C’è sempre anche Paolo Salvi (il loro enologo n.d.r.) è vero, però siamo tutti assieme e si parla in maniera molto aperta. “
W. “Quale era, secondo te, il pregio maggiore di Gambelli?”
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