Maremma che Vermentino!8 min read

Nonostante, e sempre più spesso, si parli di vini “invecchiati”, per la maggior parte dei consumatori il vino da bere rimane quello della vendemmia dell’anno, e convincerli che i vini di annate meno recenti, bianchi oltre che rossi, possano dare grandi sorprese, sembra uno dei compiti più difficili per un divulgatore. Soprattutto se non sono più che blasonati.

Per questo una degustazione proposta dalla Cantina Cooperativa Vignaioli del Morellino di Scansano è stata interessante, anche se presentata dai produttori stessi con una certa apprensione.

Ma andiamo con ordine.

Nel 1972 un piccolo gruppo di viticoltori del territorio di Scansano si riunisce in Cooperativacol fine di migliorare la propria forza produttiva e di immagine all’interno della più vasta offerta della regione Toscana. 
A partire dall’inizio degli anni ’80 i soci della Cantina cominciano a raccogliere il frutto degli investimenti, migliorano la qualità dei vigneti, centralizzano il controllo della produzione e ne imbottigliano il 100%, si strutturano per un approccio sostenibile e di tutela per l’ambiente.  

La Cantina cancella la definizione di “sociale” dall’intestazione iniziale per comunicare meglio il suo percorso. Tutto per essere pronti, al momento giusto, con un prodotto in linea con le nuove esigenze.

I soci della cantina

Oggi.

Oggi la Cantina Cooperativa Vignaioli del Morellino di Scansano conta su 700 ettari di vigneto, su un’area geografica che comprende la zona collinare della provincia di Grosseto tra i fiumi Ombrone e Albegna – il territorio di Scansano, parte di Campagnatico, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbegna, Semproniano e Pitigliano – una zona il cui suolo è decisamente vario, ricco di pietrisco e di scheletro, in parte caratterizzata da una serie di rocce sedimentarie (flysch) e argilla scagliosa di origine pliocenica, e governata da un clima decisamente mediterraneo.

Le uve impiantate sono quelle tipiche del territorio, principalmente sangiovese, ciliegiolo, alicante tra i rossi e vermentino, trebbiano per i bianchi.

I vini

Da questi vigneti nascono le loro linee di vini:

Le Vigne, comprende le selezioni e i progetti speciali: Vigna Benefizio -Morellino di Scansano; Vigna Fiorini -raccolta tardiva di uve Vermentino; Vin del Fattore -recupero della vecchia tecnica del Governo all’uso toscano; San Rabano -spumante brut a base Vermentino.

I Classici, vini che rappresentano il territorio: il Morellino di Scansano; il Bianco di Pitigliano; il Capoccia, un vino da Ciliegiolo e Alicante.
             Scantianum: vini varietali prodotti in prevalenza con una singola varietà d’uva, come il Trebbiano, il Vermentino e il Viognier.

La cantina

A poco più di 50 anni dalla sua fondazione, per la Cantina lavorano 30 dipendenti e i soci sono diventati 170, (per una media di circa 4 ettari di vigneto ciascuno), con un fatturato complessivo di quasi 15 milioni di euro nel 2022, e una ridistribuzione di circa 5 milioni di euro.

Si tratta quindi, di una struttura diventata fondamentale per il benessere del territorio di Scansano, circa 4800 abitanti, le cui fonti di reddito agricolo erano storicamente  l’olivicoltura e la pastorizia, oggi praticamente scomparsa. È realtà degli ultimi cinque anni che a causa dei danni provocati dalla gran quantità di lupi presenti in un ambiente che ha perso il suo equilibrio, abbiano dismesso la loro attività circa 120 unità di pastori.
Ma i pastori hanno trovato un’alternativa più che valida – lo dice con orgoglio il direttore della Cantina, dott. Sergio Bucci –  convertendosi alla viticoltura, ridando ricchezza al territorio e l’orgoglio di produrre vini la cui qualità è sempre più riconosciuta. Vini sui quali poter investire sia in termini di qualità che di immagine, anche per la loro capacità di invecchiare e migliorare negli anni. Una sfida lanciata con i vini rossi, siamo in Toscana e il Morellino è il vino di punta, ma anche coi bianchi: il Presidente Benedetto Grechi e il direttore Bucci hanno proposto per la prima volta la degustazione verticale di due loro vini, qui daremo conto di un loro vino bianco, per verificare la sua capacità di invecchiamento.

La sfida del Vermentino

Il Vermentino Maremma Toscana Doc Vigna Fiorini è un vino che nasce da singoli appezzamenti di vigna con le uve volutamente tenute in pianta più del dovuto come si faceva un tempo quando, per praticità contadina, si raccoglievano insieme sia le uve rosse che le bianche, di solito all’inizio di ottobre. Va da sé che le uve bianche fossero un po’ avanti nella maturazione e dessero al vino un carattere particolare.

Continuando la tradizione, quindi, anche oggi queste uve vengono raccolte tardivamente, circa tre settimane oltre il tempo di regolare maturazione, per favorire l’accumulo degli zuccheri e essere poi vinificate separatamente in modo tradizionale. L’assemblaggio prevede l’85per cento di vermentino e il 15per cento di viognier. La pressatura si effettua a bassa pressione per raccogliere solo il mosto fiore e viene interrotta al 50per cento della resa, lasciandolo a fermentare per circa 3 settimane, poi matura in acciaio per tre mesi sulle fecce fini.  Ne vengono prodotte in media circa 26mila bottiglie l’anno.

Vermentino Maremma Toscana Doc Vigna Fiorini 2022

Annata con temperature elevate e scarsa disponibilità idrica dei suoli, che hanno condizionato la produzione limitando il peso dei grappoli. La vendemmia si è svolta regolarmente. Il vino è di un giallo paglierino carico e al naso si percepisce il floreale in modo molto intenso, soprattutto il fiore della ginestra, il fruttato della mela e della susina, le note marine. In bocca è un vino secco e asciutto con la tipica nota sapida del vermentino reso particolare dalla sensazione delle uve da vendemmia tardiva. Sicuramente un Vermentino non banale.

Vermentino Maremma Toscana Doc Vigna Fiorini 2021

Clima siccitoso in primavera e valori alti delle temperature estreme in fase di germogliamento e crescita vegetativa. Lavori in vigna per evitare stress idrico, rese più base. Il colore è di un giallo dorato, al naso si percepiscono note di mela golden, susina, miele di acacia, che sfumano poi su zafferano e sentori iodati. All’assaggio, nonostante gli aromi più caldi, il vino è dotato di una piacevole freschezza con ritorni di frutto maturo ed erbe aromatiche, ha la buona sapidità tipica del Vermentino, una piacevole sensazione glicerica, una lunga persistenza dove troviamo un tocco mandorla fresca e dolce.

Paesaggio maremano

Vermentino Maremma Toscana Doc Vigna Fiorini 2020

Una stagione marcata dall’iniziale scarsità di piogge, e un ritorno di freddo in aprile ben sotto lo zero. L’alternanza con un caldo eccessivo ha condizionato le rese, che sono state poco generose in fase di vegetativa. Il vino nel suo insieme appare ora molto appagante, dove il viognier imprime la sua impronta.  È un vino robusto nella struttura, maturo e compatto, ma fine e nell’insieme equilibrato. Già il colore è di un giallo oro più intenso, dovuto anche ai 3 anni di bottiglia, dove al naso le note floreali sono sovrastate dalla mela golden, il miele di acacia, lo zafferano. In bocca risaltano una piacevole acidità e una buona lunghezza su un finale piccante.

Vermentino Maremma Toscana Doc Vigna Fiorini 2019  

L’annata è stata equilibrata, con precipitazioni regolari e senza eccessi anche da un punto di vista delle temperature. Caratteristiche ottimali per il buon andamento delle viti che non forzate da condizioni particolari si sono espresse al meglio e hanno portato ad una maturazione ottimale delle uve grazie anche ad una buona alternanza delle escursioni termiche. Il vino nel bicchiere appare ora di un bel colore giallo dorato e al naso ricorda fiori di limone, arancia e cedro una intensa macchia mediterranea. La bocca è piena ed equilibrata, dove sono protagonisti i toni di spezia dolce, il miele per la sua concentrazione tattile, la lunghezza. È un vino complesso, e questo è il momento migliore della sua evoluzione.

Vermentino Maremma Toscana Doc Vigna Fiorini 2018

Annata con una piovosità che si è mantenuta su livelli medio alti, in contrasto con il precedente 2017 estremamente siccitoso e una temperatura in linea con le fasi stagionali. Le viti sono partite bene, anche se con la tendenza ad una maggiore vegetazione, e i tempi di attesa per raggiungere i livelli giusti per vendemmiare sono stati leggermente più lunghi. Il vino appare ora di un colore dorato intenso ma sempre brillante, al naso il fruttato è maturo e si percepiscono note di evoluzione che lo arricchiscono, si evidenziano la macchia mediterranea, con timo e rosmarino, ma è meno speziato rispetto alla ’19. In bocca si percepisce un corpo pieno, di struttura, con una freschezza molto interessante, è piccante e salino sulle note burrose che nell’insieme accomunano tutte le annate. Ha un finale piacevole e progressivo.

È stata una degustazione che ha trovato il consenso in tutti i degustatori per la percezione della qualità del vino che, col passare degli anni, migliora sempre più.

In sintesi, se voleva essere un test nella sua capacità di invecchiamento, il Vermentino è stato promosso.

Rosanna Ferraro
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