Mamoiada: un esempio da seguire per guardare al futuro5 min read

L’economista Mike Veseth nel libro Wine Wars spiega che prevede la sopravvivenza di realtà del vino solo se veicolano dei valori.

Il corollario di quest’affermazione è lunga vita a Mamoiada e al suo gruppo di produttori!

Siamo appena tornati dai Mamojà Vives 2023 dove l’associazione Mamoja ha presentato le nuove annate dei loro 100% Cannonau biologici  (non tutti certificati ma tutti bio di fatto).

Come avevamo già avuto modo di osservare nelle ultime annate, si sono confermati vini territoriali eleganti, fruttati, equilibrati, gaudenti di fronte all’aumento delle temperature, che per Mamoiada, dove gli impianti partono da 400 metri, è una manna da cielo. Basti pensare che fino a 20 anni fa il paese era circondato dalla neve tre mesi l’anno, oggi solo una settimana.

Abbiamo detto valori come pilastro portante dei vini che sopravvivranno a quest’epoca di sfiducia globale: senza drammi è la brutale verità che il prof. Veseth ci ha sbattuto in faccia. Se gli angoli della vostra bocca si sono rivolti in giù dopo queste tre righe apocalittiche, risaliranno in meno di un sorso di vino leggendo di Mamojà.

Mamoiada è piccola-piccola, come i numerosi appezzamenti vitivinicoli passati di padre in figlio che non di rado non raggiungono l’ettaro. Vigne di 120 anni ad alberello o palmetta ne costellano il paesaggio:  più di qualsiasi altra cosa qui i giovani tornano e prendono in mano il lavoro dei loro padri. E li ringraziano.

sardegna Vigne a Mamoiada

Forse è la fonte del buon Cannonau a predisporre cose che voi umani… o forse è un percorso di consapevolezza e trasformazione di cui tutta la comunità è protagonista.

Trent’anni fa nominare Mamoiada significava evocare uno dei nuclei della criminalità sarda, dove morte e delinquenza erano all’ordine del giorno. Poi arriva un sindaco, Graziano Deiana (scomparso nel 2018) che in 3 mandati cambia, grazie anche alla cultura, le sorti della comunità che gli si stringe intorno desiderosa di spezzare una catena drammatica di eventi scatenati dalle faide locali.

Nasce così un polo museale con tre musei (delle Maschere Mediterranee, della Cultura e del Lavoro e dell’Archeologia e del Territorio) e un Premio, il Mamuthone e Issohadore ad honorem che porta nella cittadina nuorese illustri autorità sarde tra cui l’on. Francesco Cossiga e l’architetto Flavio Manzoni.

La rinascita è sotto gli occhi di chiunque approdi a Mamoiada e non solo: tutti conosciamo i Mamuthones grazie anche allo spot di una birra che ha portato sullo schermo queste icone di antica origine (le maschere nere in legno coperte di pelo di pecora nera e da 25 kg di campane, antico simbolo dell’alternanza vita e morte, inverno e primavera e dell’inespugnabilità dell’entroterra). Abbiamo visitato il museo dedicato alle Maschere del Mediterraneo e ne siamo rimasti così impressionati che potremmo parlarvi solo di questo.

Mamoiada l’avete vista negli scorsi mesi anche alla ribalta delle cronache internazionali, sul The Guardian e su Kronen Zeitung per il caso Redbull vs Cantina Muggitu (Redbull sostiene che i buoi che arano sull’etichetta creata dal produttore Mattia Muggito scimmiottino i tori della multinazionale, e che il nome Boelio, nome di una frazione di Mamoiada, sia stato inventato per richiamare il nome Redbull).

Qui, tori a parte, i padri e le madri conoscono il valore di una comunità forte per proteggere vite e valori, una consapevolezza tangibile nel ruolo in prima linea dei giovani e delle giovani produttrici che non sono mascotte simbolo, ma coloro che stanno prendendo le redini delle loro terre e da qui, dopo esperienze in zone metropolitane, non vogliono andarsene,.

Per proteggere valori e tradizioni è necessario presidiare un territorio, e a volte non è sufficiente. Ancora oggi tutta la Sardegna sconta lo scambio delle barbatelle di Tokai Rosso al posto del loro clone di Cannonau, il CFC13 (entrambi geneticamente della famiglia della grenache, ma dissimili per caratteristiche del frutto), tanto che molti hanno timore a fare toccare le proprie viti da mani esterne: Mattia Muggito ad esempio racconta di avere l’obbiettivo di imparare ad innestare da solo le sue piante per proteggerle, consapevole che per diventare bravo serve tempo e pratica, e per chi fa tutto a mano nella sua azienda, spesso non ha tempo di concentrarsi su un unico aspetto.

Mamojà nel bicchiere

Potremmo giurare di aver trovato nel calice la stessa compattezza della comunità di produttori: rotondità, tannino morbido, freschezza ed eleganza per quasi tutti i 2021. I fuori dal coro sono stati gli amici della sperimentazione del rovere francese, 2/3 campioni  soltanto. D’altronde qui la tradizione prevedeva botti grandi  o piccole di castagno, ormai introvabili e in passato di difficile gestione sanitaria. Perciò per produzioni molto piccole come la maggior parte dei produttori Mamojà, siamo ancora alla sperimentazione. Se però per denominazioni molto più grandi (qui siamo nell’ordine delle 400 mila bottiglie in totale) talvolta è difficile scegliere una bottiglia che ti faccia vivere un’emozione, a Mamojà potete scegliere ad occhi chiusi sullo scaffale. Ai 2022 va concesso ancora un po’ di tempo, ma ora che li comprate e attraversano il Tirreno, sono pronti per essere stappati

Dei nostri assaggi 2021 ci siamo appuntati 3 vini dal guizzo originale:

Il Ghirada Basarule di Antonio Mele (le Ghirade sono i loro Cru): profumo di amarena fresca, timo, tannico, persistente equilibrato, con un finale amaricante che fa riavvicinare il calice alla bocca anche senza cibo nei paraggi.

Perdas Longas di Francesco Cadinu: tra i più moderni della degustazione, verticale e dinamico, come annuncia anche il colore rosso rubino non fitto come regola. Tannino bel svolto e note di arancia sanguinella.

Bobotti di Sannas: dentro ha la macchia mediterranea con il mirto in testa, liquirizia, amarena matura, accompagna il sorso fino alla fine, con equilibrio e morbidezza.

Barbara Amoroso Donatti

Appassionatissima di vino e soprattutto “liquidi con qualche grado in più”. Punto di riferimento del giornale per tutto quanto riguarda il mondo dei superalcolici.


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