Les Perles du Mont Blanc 2018, Domaine Belluard: freschezza alpina1 min read

Fresche” bolle” alpine, profumate di frutta bianca matura (mela e pera soprattutto) e  un alito di fieno: uno spumante delicato ma non molle, di gioiosa effervescenza, davvero piacevole. Ricorda  un po’  lo chenin, ma proviene da un raro (appena una ventina di ettari, ) vitigno autoctono dell’Alta Savoia, il gringet.

Messo sulle sue pista dell’amico Florian, questa varietà, a lungo confusa  con il savagnin (ma il test DNA di Vouillamoz lo esclude), forse parente della molette di Seyssel, nel Bugey, e probabilmente discendente-con molte altre- dell’onnipresente gouais, è stata per me una scoperta.

Utilizzato soprattutto per la produzione di spumanti metodo classico, come quello di cui parlo, del compianto  Dominique Belluard, che fu artefice della sua riscoperta e prematuramente scomparso due anni fa, può davvero sorprendere anche nelle rare versioni ferme, come il magnifico-e costoso- Le Feu.

Con solo 3 g/l. di dosage e almeno 18 mesi sui lieviti (il doppio della maggior parte degli altri spumanti savoiardi), Les Perles è un ottimo compagno, anche  per le calde serate estive (28-30 euro).

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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