Legge sull’agricoltura biologica: alla fine c’è anche la biodinamica!2 min read

Dopo l’approvazione due giorni fa della legge sul biologico ci troviamo di fronte ad un vero e proprio giallo con al centro l’agricoltura biodinamica.

A dimostrazione di come il tema biodinamico si o no non fosse proprio peregrino Una decina di giorni fa era intervenuto addirittura Paolo Mieli, con un editoriale sul supplemento settimanale “7” del Corriere della Sera, dove spiegava come la posizione della senatrice a vita Elena Cattaneo (da sempre fortemente contraria al biodinamico) avesse avuto successo. Successo dovuto da una parte all’aiuto pratico del deputato Riccardo Magi che aveva predisposto gli emendamenti e dall’altra nientepopodimenoche dall’asse composto dal Nobel Giorgio Parisi e dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una storia forse molto romanzata ma alla fine la Cattaneo sembrava l’avesse vinta.

Invece mi arriva un comunicato stampa dove AIAB, AssoBio, Associazione Biodinamica, AssocertBio e FederBio esultano per l’approvazione della legge.

Ma come, mi domando, festeggia anche la principale associazione italiana per la biodinamica? Non era stato escluso il cornoletame e compagnia dalla legge?

In realtà no, perché ben in tre passaggi importanti e cioè nell’articolo 1 comma 3, articolo 5 comma 3 e articolo 8 comma 1 si parla di biodinamica.

Quindi quello che era uscito dalla porta rientra dalla finestra: la senatrice Cattaneo (cioè Magi) aveva presentato degli emendanti anche a questi punti che però sono stati bocciati.

Alcune brevi considerazioni.

La prima è che aggirarsi tra i meandri di una legge italiana è peggio che girare per le foreste del Borneo di salgariana memoria.

La seconda è che spero vivamente che questa “resurrezione normativa” riguardante il biodinamico possa servire a rendere reale un dibattito tra questo mondo e quello scientifico, in modo da capire, se non altro, perché in moltissimi casi la biodinamica funziona.

La terza si desume dai fatti: mi pare chiaro che alla senatrice Cattaneo, nemica con tutte le sue forze del cornoletame, il parlamento italiano “abbia fatto un corno”.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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