L’Anteprima del Chiaretto, anzi DEI Chiaretto e delle vigne vecchie4 min read

Domenica 10 e lunedì 11 marzo si è svolta a Lazise la “Due giorni dei vini rosa gardesani”, come cita il comunicato stampa:  evento alla seconda edizione che raccoglie  i produttori delle due sponde del Lago di Garda.

Così 41 produttori della sponda veronese e 22 della sponda bresciana hanno dato appuntamento ad appassionati, operatori e stampa specializzata nella cornice della bellissima Dogana Veneta, come sempre  riempita “in ogni ordine di posti”, segno che la tipologia riceve sempre più consensi.

Il mercato continua a crescere:  l’Italia è primo mercato anche se il comparto rosa arriva solo al 6% dei consumi,  ma cresce soprattutto la richiesta  in paesi come Stati Uniti, Francia e Germania.

La Francia,  patria dei rosé per produzione e per consumo,  per  il Chiaretto è diventata il secondo mercato estero di riferimento, superata solo dalla Germania. Gli Stati Uniti invece brillano per il migliore incremento annuale.

il Chiaretto, divenuto adulto attraverso il progetto quinquennale  Rosé Revolution   è ormai sdoganato come identità a se stante rispetto al fratello maggiore (ancora per quanto?) Bardolino.

L’annata 2018

Un’annata non facile, come ormai ci stiamo purtroppo abituando da tempo; non facile soprattutto per le temperature estive più alte delle medie storiche. Rispetto al 2017 invece l’andamento delle piogge è stato sensibilmente più alto e questo ha permesso alle vigne  di avere riserve idriche tali da non andare in stress idrico per via del caldo eccezionale. Per contro la situazione  fitosanitaria primaverile è stata molto critica.

Il risultato comunque è un’annata di buona quantità: per la qualità eventuali problemi derivano da un livello di acidità non adeguato. Tale livello è stato compensato dalla sapidità che molti vini hanno presentato.

La degustazione… le degustazioni

Chiaretto significa Bardolino Chiaretto ma anche Valténesi Chiaretto; le due realtà hanno peso quantitativo diverso: la prima corre sul filo dei dieci milioni di bottiglie mentre la seconda arriva a circa due milioni.

Ma il loro peso qualitativo non rispecchia le quantità: la qualità si equivale, pur mantenendo ognuna  la sua identità: la sponda Ovest del lago (Valtenesi), prende il sole del mattino e quella Est (Bardolino) il sole del pomeriggio; i suoli sono più o meno gli stessi ma fondamentale è la differenza tra le uve: Groppello principalmente a ovest e Corvina principalmente a est.

Bardolino Chiaretto

Assaggiati quarantatré campioni, quasi tutti imbottigliati: punto di colore ormai omogeneo, vini mediamente piacevoli con qualche nota verde di troppo, forse per l’eccessiva raccolta anticipata del grappolo o per iperriduzioni di cantina. Un po’ di diluizioni che a volte possono essere anche un vantaggio in questa tipologia di vino.

Valtenesi

Bisogna sapere che storicamente il “Chiaretto” trova la sua culla proprio nelle colline bresciane del lago, con cantine che lo producono da molto più tempo rispetto a quelle della sponda est. Il patrimonio di esperienze a volte conta molto, soprattutto nelle annate più difficili.

In generale abbiamo trovato colori più concentrati e abbastanza uniformi, con una pressione al palato mediamente maggiore rispetto ai cugini di Bardolino. La differenza nei vitigni si sente e in quest’annata pare sia a vantaggio del Groppello sulla Corvina.

La Degustazione verticale

Una bella degustazione verticale della cantina Costaripa ha messo in evidenza una serie di aspetti che riguardano la produzione di Chiaretto d’eccellenza. Mattia Vezzola, l’ uomo che sta facendo la storia moderna dei vini della Valtenesi, enologo di riferimento assoluto, ci ha raccontato il suo Chiaretto e le sue interpretazioni.

Fare un vino rosato di qualità non è ne facile ne banale:  I francesi prendono tremendamente sul serio questa tipologia e come sempre cercano di portarne al limite le potenzialità. Produrre un vino rosato che possa avere caratteristiche di durata nel tempo è un gioco difficile e pericoloso; si gioca una partita in equilibrio tra il vino rosso e quello bianco e si deve poter prendere il meglio delle due tipologie. Ma la partita si gioca in primis nella vigna: per un grande chiaretto ci vogliono vigne che possano trasferire la loro energia in quel vino; vigne vecchie che si sono adattate da decenni a quell’ambiente pedoclimatico e i cui cloni siano stati replicati storicamente in quel luogo; ad oggi il materiale genetico di cui è formata la vigna sembra essere la vera discriminante per un vino che potrà o meno durare nel tempo.

Mentre lascio Bardolino rifletto sulle parole di Vezzola quando afferma che” un grande Chiaretto farebbe la gioia di ogni Chef importante”. Sull’esperienza di quanto assaggiato nelle varie edizioni di questa Anteprima condivido il pensiero:  l’assaggio di Chiaretto di annate vecchie fino ad oggi non ha mai deluso anzi, questo vino (quando è fatto con i dovuti crismi) migliora se lasciato in cantina ad affinare e può davvero confrontarsi con una gamma di piatti importanti che difficilmente altri vini potrebbero sostenere. L’incredibile eleganza e al tempo stesso la sottile complessità, insieme alla facile abbinabilità che un Chiaretto di qualità può esprimere è difficile da ottenere in altre tipologie di vini.

Ultimo pensiero : e se i produttori di Chiaretto cominciassero davvero a cercare la via della longevità dalle loro vigne?

 

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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