Il titolo e la foto grande di copertina di questo numero, nel quale i vini italiani sono protagonisti, sono per Marilisa Allegrini e l’impero di questa casa vinicola, diventata un brand veneto-toscano con le nuove proprietà di Poggio San Polo a Montalcino e Poggio al Tesoro a Bolgheri.
L’Italia è però in copertina anche per i vini del Piemonte (subito sotto). Poi c’è spazio anche per un menu di festa a base di pesce e uno special report sulle migliori bottiglie americane da 15 dollari o meno.
Prima degli articoli veri e propri potremo leggere l’editoriale dei sempre sorridenti (e sempre con un bicchiere in mano) Shanken e Matthews, che anticipano i temi trattati nella rivista e le consuete rubriche: la posta dei lettori, le notizie di GrapeVine (in evidenza le piogge-finalmente-in California e gli incendi in Cile), un’intervista breve a Piero Selvaggio, decano della cucina italiana in America, la rubrica sui formaggi (si parla di feta), il perfect match (costolette di maiale e un rosso dell’Hérault), l’angolo delle aste (gli affari nel 2016 cedono il 2%, ma è incoraggiante la ripresa d’interesse per i grand cru di Bordeaux), lo shopper, e naturalmente le pagine degli editorialisti. Laube commenta l’aumento dei prezzi delle vigne in Napa Valley, dove ormai un acro costa 1 milione di dollari; Kramer parla della “bottiglia speciale” come momento di transizione da bevitore occasionale a wine lover.
Saint-Emilion
Più interessante questa volta la pagina di Molesworth su Saint-Émilion, ormai divenuto, con i suoi 13.000 acri, il vero colosso di Bordeaux (3.600 a Margaux e appena 1.960 a Pomerol). Molesworth parla anche dell’epoca dei garagistes , del successo delle selezioni parcellari e della peculiarità degli appena 800 acri di vigna situati sul plateau di calcare di Saint-Émilion, dove lo strato superficiale si riduce sensibilmente, i cui vini appaiono oggi più interessanti di quelli provenienti dagli assai più diffusi e classici suoli ghiaioso-argillosi. Qualche nome? Canon, Fourtet e anche La Mondotte.
Ma eccoci alla saga della famiglia Allegrini, con Franco a rappresentare le ragioni della vigna e la sorella Marilisa quelle del marketing: un lungo servizio a colori che ripercorre la storia di questa casa vinicola dalle origini alle sue avventure toscane.
Piemonte
Il servizio seguente è ancora per il vino italiano: questa volta si parla della “bella sorpresa” (è il titolo dell’articolo) rappresentata dalla vendemmia 2012 nelle Langhe e in Piemonte (94 i punti –si tratta di medie- assegnati all’annata da Wine Spectator, come per 2008 e 2004, uno in meno di 2006 e 2007 e tre dello straordinario 2010).
Ovviamente ci sono solo vini da Nebbiolo (Barolo e Barbaresco) nella lista dei vini top proposta da Sanderson, ma spicca l’apparizione di due Nebbiolo dell’Alto Piemonte (un Gattinara e un Carema).
Tra i top values (i migliori qualità/prezzo) si assiste alla rivincita dei Dolcetto (non solo Dogliani). A seguire c’è la lista, in ordine alfabetico, delle aziende piemontesi esaminate, con i punteggi dei loro migliori vini.
L’Italia è comunque ancora protagonista in un terzo articolo, dal titolo “Il racconto di due città” (Montefalco e Orvieto) , che parla dei vini umbri: prevalentemente Sagrantino, ma crescono Grechetto e Trebbiano spoletino.
Extreme values
Dopo questa ampia escursione in Italia, Wine Spectator torna in America, dapprima con il menu di festa (di mare) della Nuova Inghilterra (seguono piatti, ricette e vini), poi con gli extreme values, i vini americani “buonissimi” da meno di 15 dollari, infine con i vini americani di stile rodaniano (California, e soprattutto, come è ovvio, Paso Robles).
Quest’ultimo servizio, come sempre corredato dalla lista dei vini raccomandati , si articola in tre sezioni (la roadmap regionale di Tim Fish,i vitigni a bacca bianca emergenti, a cura di MaryAnn Worobiec, e i vini del distretto di Willow Creek, AVA emergente di Paso Robles, a cura di Aaron Romano).
La rivista si chiude, come sempre, con la Buying Guide (questa volta i vini italiani, soprattutto langaroli, inflazionano le segnalazioni dei vini di maggior pregio, gli Highly recommended e i Collectibles) e la pagina del Dr. Vinny, dedicata questa volta al vino nel cinema.