La stampa estera a portata di clic: Decanter, vol 42, May 20172 min read

“Best of Italy” é il titolo grande in copertina (nella foto il Primitivo La Signora di Morella accanto al Masseto ). Gli altri titoli hanno anch’essi il nostro paese come bersagio: 10 scoperte straordinarie da Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia; il Petrus della Toscana (appunto il Masseto), le stelle del Nord (Amarone, Barbera d’Asti e Soave).

Poi, più in piccolo: Vermentino, Vini naturali, viaggio a Sydney, il nuovo “vecchio mondo”.

Il numero si apre con una bella foto a colori a due pagine di vigne a Semeli, a Nemea, nell’isola di Creta.

A seguire, l’editoriale di Stimpfig (la fiducia, sempre più scarsa, negli esperti e i suoi costi), le notizie del mese (la grande annata del 2016 a Bordeaux, la nuova maison de négoce di Laurent Ponsot, inondazioni nella Swan Valley, Australia), le lettere dei lettori, le pagine degli editorialisti: Jefford (vini fortificati), Anson (le informazioni tecniche nelle tasting notes).

Ed ecco l’Italia. Si comincia con le scoperte dei vini  del Sud. Naturalmente il Fiano campano e l’ Aglianico della Basilicata, ma anche Primitivo  (97 punti per la Signora di Morella ) e Nero di Troia (95 punti per l’Armentario di Carpentiere), il Nero d’Avola siciliano di Feudo Montoni e i vini di Arianna Occhipinti e l’Etna della Tenuta di Fessina.

Vermentino alla ribalta: quello ligure, della Toscana e  naturalmente quello sardo. Poi il Petrus italiano: é il Masseto. Stephen Brook racconta la verticale di questo grande Merlot in cinque annate eccezionali (1988, 1998, 2006, 2010 e 2012). Si resta in Toscana anche con l’articolo successivo, nel quale si parla dell’ancora poco noto Carmignano.

Parlano ancora d’Italia i due Panel Tasting della Buying Guide e la scelta dell’esperto: Amarone (2011 meglio di 2012, legno ben dosato e acidità volatile), Barbera d’Asti (molto bene 2013 e 2015, maggiori difficoltà per la 2014, l’acidità elevata da problema a risorsa) e Soave (meglio se ha qualche anno). In mezzo,  le parentesi Rodano meridionale (Livingstone-Learmonth sceglie i migliori 30 da tutte le AOC) e il nuovo del “vecchio mondo” (ossia i nuovi vini  che vengono da antichi paesi del vino, dalla Croazia, alla Turchia e al Libano, dalla Georgia a  Israele).

 

Eccoci quindi ai vini naturali, intesi in senso largo da Decanter, che indica i 31 vini da provare assolutamente. Apre la serie l’Ageno, l’orange de La Stoppa, quello su cui tutti sono stati d’accordo, poi seguono i 10 migliori  scelti da ciascuno dei tre degustatori che hanno  assaggiato i vini di questo servizio.

 

Dopo le consuete rubriche dei vini di Spurrier e i week-day wines (tra gli italiani, in evidenza un Lugana e un Montepulciano d’Abruzzo), ci sono le schede dei ristoranti , l’itinerario di viaggio (si va in Australia, a Sydney) e le Notes & Queries (la varietà di questo mese é il Poulsard savoiardo).

E ancora il Market Watch (il boom del 2016, con i vini top di California, Bordeaux, Borgogna e Barolo in crescita), i prezzi delle grandi bottiglie, il vino-leggenda: é il Barolo Monprivato  di Mauro Mascarello del 1970.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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