“Best of Italy” é il titolo grande in copertina (nella foto il Primitivo La Signora di Morella accanto al Masseto ). Gli altri titoli hanno anch’essi il nostro paese come bersagio: 10 scoperte straordinarie da Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia; il Petrus della Toscana (appunto il Masseto), le stelle del Nord (Amarone, Barbera d’Asti e Soave).
Poi, più in piccolo: Vermentino, Vini naturali, viaggio a Sydney, il nuovo “vecchio mondo”.
Il numero si apre con una bella foto a colori a due pagine di vigne a Semeli, a Nemea, nell’isola di Creta.
A seguire, l’editoriale di Stimpfig (la fiducia, sempre più scarsa, negli esperti e i suoi costi), le notizie del mese (la grande annata del 2016 a Bordeaux, la nuova maison de négoce di Laurent Ponsot, inondazioni nella Swan Valley, Australia), le lettere dei lettori, le pagine degli editorialisti: Jefford (vini fortificati), Anson (le informazioni tecniche nelle tasting notes).
Ed ecco l’Italia. Si comincia con le scoperte dei vini del Sud. Naturalmente il Fiano campano e l’ Aglianico della Basilicata, ma anche Primitivo (97 punti per la Signora di Morella ) e Nero di Troia (95 punti per l’Armentario di Carpentiere), il Nero d’Avola siciliano di Feudo Montoni e i vini di Arianna Occhipinti e l’Etna della Tenuta di Fessina.
Vermentino alla ribalta: quello ligure, della Toscana e naturalmente quello sardo. Poi il Petrus italiano: é il Masseto. Stephen Brook racconta la verticale di questo grande Merlot in cinque annate eccezionali (1988, 1998, 2006, 2010 e 2012). Si resta in Toscana anche con l’articolo successivo, nel quale si parla dell’ancora poco noto Carmignano.
Parlano ancora d’Italia i due Panel Tasting della Buying Guide e la scelta dell’esperto: Amarone (2011 meglio di 2012, legno ben dosato e acidità volatile), Barbera d’Asti (molto bene 2013 e 2015, maggiori difficoltà per la 2014, l’acidità elevata da problema a risorsa) e Soave (meglio se ha qualche anno). In mezzo, le parentesi Rodano meridionale (Livingstone-Learmonth sceglie i migliori 30 da tutte le AOC) e il nuovo del “vecchio mondo” (ossia i nuovi vini che vengono da antichi paesi del vino, dalla Croazia, alla Turchia e al Libano, dalla Georgia a Israele).
Eccoci quindi ai vini naturali, intesi in senso largo da Decanter, che indica i 31 vini da provare assolutamente. Apre la serie l’Ageno, l’orange de La Stoppa, quello su cui tutti sono stati d’accordo, poi seguono i 10 migliori scelti da ciascuno dei tre degustatori che hanno assaggiato i vini di questo servizio.
Dopo le consuete rubriche dei vini di Spurrier e i week-day wines (tra gli italiani, in evidenza un Lugana e un Montepulciano d’Abruzzo), ci sono le schede dei ristoranti , l’itinerario di viaggio (si va in Australia, a Sydney) e le Notes & Queries (la varietà di questo mese é il Poulsard savoiardo).
E ancora il Market Watch (il boom del 2016, con i vini top di California, Bordeaux, Borgogna e Barolo in crescita), i prezzi delle grandi bottiglie, il vino-leggenda: é il Barolo Monprivato di Mauro Mascarello del 1970.