Quando tra la lavatrice e il frigorifero possono nascere ottimi vini3 min read

I due vini che vedete nella foto qua sopra sono stati fatti (testuali parole) “ tra la lavatrice e il frigorifero”. Questo per spiegare gli spazi ristretti in cui il produttore ha dovuto lavorare.  Del resto, considerando che metà delle uve sono arrivate in Lunigiana dal Chianti Classico in un camioncino frigo noleggiato per l’occasione e che l’altra metà proviene da viti autoctone locali (sangiovese soprattutto), una vinificazione così bohemien era il minimo.

I due vini, del 2014,  sono entrambi ottimi, ma il Vertirosso ha qualcosa in più pur avendo qualcosa in meno, come il colore più scarico e una soave mancanza di struttura che privilegia una freschezza diamantina. Il bello di entrambi i vini è comunque nella parte aromatica, veramente da sangiovese di razza, ancora più rimarchevole perché ottenuta in una vendemmia di rara difficoltà.

La cosa vi stuzzica? Vorreste assaggiarli? Impossibile, perché entrambi non esistono. Per la precisione esistono ma è come se non esistessero, dato che non possono essere venduti o comprati, solo regalati. Questo perché sono il primo riuscitissimo tentativo di produrre vino di un signore di cui, grazie a Giampaolo Gravina abbiamo già  sentito parlare, ma di cui  sentiremo parlare soprattutto in futuro, Francesco Sarri.

La storia di Francesco parte da Poggibonsi (ragazzi…ma sara l’aria buona?) e passa per il suo agriturismo in  Lunigiana attraverso il motocross, la passione dirompente  per il vino, la curiosità più devastante per tante cose e per la scienza in particolare. Quella specie di tavolo con le fasce che vedete nella foto ne è la dimostrazione più lampante:  a cosa serve? Fatevelo spiegare da Francesco!

A questo punto potreste dire “Insomma,ci parli di due vini che non si possono comprare, di una cosa che non sai spiegare, di una persona di cui sentiremo parlare in futuro, ma che razza di articolo è?”

E avreste ragione a dirlo se non ci fosse il seguito. Vedete quella bottiglia di plastica dietro le due in vetro nella foto in alto? Quello è il seguito.

Francesco, dopo aver fatto passare il 2015 ha deciso di rompere gli indugi e si è messo a fare vino in maniera concreta. Ha affittato un piccolo spazio vicino al castello di Monsanto, lo ha attrezzato e dal 2016 produce un Chianti Classico (quello nella bottiglietta di plastica) che non solo venderà (si parla di 4500 bottiglie) ma che farà parlare di sé.

Siamo di fronte a un “vin de garage” anzi, visti gli spazi da petit garage, perchè Francesco non produce uva, la compra. Ma i suoi fornitori sono a Radda in Chianti, in zona Vertine e questo già dovrebbe dirvi qualcosa.

Il 2016 del nostro “garagista” è stato vinificato e maturato interamente in cemento ma vi giuro che ha aromaticità che sembrano uscite dalle migliori botti del mondo. E’ un Chianti Classico fatto col sangiovese di Radda, come dio comanda. E’ un vino che vi consiglio vivamente (a partire dall’anno prossimo) di cercare e di assaggiare. Questa sarà l’etichetta.

Comunque Francesco, ancora prima di vendere una bottiglia ha battuto un record, quello dell’articolo più strampalato dedicato ad un futuro produttore di vino.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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