La bella e sfaccettata storia di un figlio del Chianti contadino3 min read

Silvano Formigli è fatto così! Anche se da qualche anno si  è ritirato a coltivare i suoi amati olivi e un orto che, conoscendo il tipo, sarà grande quanto metà della provincia di Firenze, ogni tanto vuole fare qualcosa per i tantissimi amici che una vita nella prima fila del vino gli ha consegnato.

Così adesso ci regala  un libro e che libro! Per cominciare non ha una introduzione ma ben 24! (una è anche mia) e solo Silvano poteva pensare ad un libro così.

Ma che libro è?

Si intitola Chianti Classico e Figlio di Mezzadro ed  è firmato da Silvano Formigli (chiantigiano).

Questa aggiunta al nome e cognome spiega già qualcosa di un testo che , nello stile onnicomprensivo di Silvano, vuole parlare del territorio del Chianti Classico da vari punti di vista. Si parte da quello storico, andando indietro nei secoli, per passare a quello geologico e naturalmente a quello enoico.

A questo punto, assieme al Governo Chiantigiano (che, come dice Silvano, non è un’istituzione che gestisce politicamente qualcosa),  allo storico fiasco e alla Mezzadria, ecco scorrere la storia enoica degli ultimi 150 anni di questo meraviglioso territorio, fino ad arrivare al “Figlio di Contadino Mezzadro” che Silvano è ben orgoglioso di rappresentare.

Silvano Formigli

Troverete tanta storia vissuta, tanti spigoli sociali, tante belle parole, tanta vita di tutti i giorni, tanta voglia di dimostrare la propria innata bravura, anche attraverso una dedizione incredibile al lavoro.  Un lavoro che piano piano lo ha portato a creare “Selezione Fattorie” un modo innovativo  di far conoscere e distribuire vino e olio di qualità, sempre naturalmente  portando avanti piccole o piccolissime cantine.

Tanti personaggi popolano questo libro: ne cito due che mi sono particolarmente cari, Giulio Gambelli e Burton Anderson, ma potrei andare avanti per ore, come Silvano che tra storie e aneddoti ti tiene attaccato alle pagine di questo libro, pieno anche di fotografie dove praticamente ritroviamo buona parte del mondo del vino italiano e della storia del Chianti Classico.

Ma Silvano non può raccontare e basta, deve anche dire la sua e lo fa con la solita  fermezza e chiarezza che lo hanno sempre contraddistinto. Porta molte proposte e una la voglio citare perché sarebbe un passo avanti importante per tutti.

Nei ristoranti, oltre ad avere l’olio imbottigliato sul tavolo si dovrebbe anche avere la certezza dell’olio che viene usato in cucina. Questo non solo per uno sfizio ma perché utilizzare un olio extravergine  di alto livello vuol dire preparare piatti più sani e digeribili.

Ci sono molti altri consigli e non dovete perdervi anche  i suoi aneddoti, raccolti in una vita di incontri e, alla fine, i suoi proverbi chiantigiani.

Uno di questi incarna la figura di Silvano Formigli meglio di tanti altri: “Meglio una cosa fatta che cento da fare”. Silvano è sempre stato non solo un vulcano di idee (come questo libro dimostra) ma una persona che se non faceva almeno una cosa al minuto non stava bene.

E voi non dovreste stare bene fino a quando non avrete in mano questo libro! Come dite? L’editore? Dove si acquista?

Non si acquista! Si può solo riceverlo in dono, naturalmente se siete uno è tra i 137 milioni di persone che Silvano ha conosciuto.

Per provare a riceverlo scrivete a Silvano  silvano.formigli@selezionefattorie.com , lui sarà sicuramente onorato di mandarvelo e di farvi conoscere la sua bella storia.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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