Incredibile! Un Barolo 2016 che costa 8.99€. Lo abbiamo degustato e…3 min read

Bisogna imparare dalle critiche e, almeno in questo caso, ho cercato di farlo. Avevo fotografato alla Penny di Poggibonsi una bottiglia di Barolo 2016 a “ben” 9.99€ e ne avevo fatto un articoletto per Winesurf. La foto aveva scatenato un piccolo putiferio ma molti lettori mi avevano giustamente chiesto come era il vino e io, non avendo acquistato la bottiglia, non ho saputo rispondere.

Nei giorni scorsi sono capitato nuovamente nello stesso supermercato e ho scoperto che lo stesso barolo veniva venduto addirittura ad un prezzo più basso, cioè a 8.99€!

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Questa volta ho fatto il bravo, cioè la foto al prezzo e ho comprato una bottiglia per capire cosa c’è in un Barolo venduto ad un prezzo così basso.

Intanto parliamo del contenitore: bottiglia  tipo  Albeisa, etichetta e retro in carta di buon valore e spessore con uso di vari colori e dorature. Dal punto di vista dell’etichetta e della bottiglia niente che faccia pensare ad un vino di basso profilo.

Stappo e constato che hanno usato un Nomacorc Green 300, quindi anche una certa attenzione al tipo di tappatura  perché questo modello non è certo il meno caro che produce la Nomacorc.

Metto il vino nel bicchiere: il colore è il classico rubino con unghia leggermente aranciata. Il naso non è molto intenso ma non ha certo problemi: percepisco note floreali, un lieve balsamico e assolutamente nessuna deriva verso ossidazione, surmaturazioni o aromi strani e particolari non riconducibili al nebbiolo. In bocca non è certo potentissimo ma mostra un discreto corpo. I tannini non sono  fitti e concentrati ma abbastanza verdi e astringenti. La persistenza è nella media, insomma il vino non scivola in bocca. In definitiva un vino corretto, senza alcun difetto, piuttosto equilibrato. Non prenderebbe certo un grande voto nei nostri assaggi ma sono convinto che non sarebbe arrivato ultimo.

Ora torniamo a bomba. Anche se 8.99€ è per il vino in offerta (prima costava 9.90) proviamo a fare il solito calcolo: mettiamo almeno un euro per la confezione e poi dobbiamo considerare l’invecchiamento, il trasporto, la fascetta e naturalmente il ricarico dell’imbottigliatore e del distributore (a proposito , il vino viene imbottigliato dalla Casa Vinicola Morando, di Costigliole d’Asti) .

Alla fine quanto può essere costato il vino sfuso?  Non possiamo e non vogliamo tirare a indovinare ma nella bottiglia c’è comunque  un vino di quattro anni, che ha dovuto maturare in legno per  almeno 18 mesi e, last but not least, siamo di fronte ad un’ottima annata di una  delle denominazioni più blasonate d’Italia e tra le più conosciute nel mondo.

Che dire? Forse il produttore, visto il blasone della denominazione, avrà comunque ottenuto un prezzo che lo ripaga del lavoro svolto (mettiamo 300/350 euro al quintale), mentre in molte altre denominazioni italiane migliaia di produttori non possono certo dire lo stesso.

Però vorrei dire a quel produttore che l’aver ottenuto almeno una cifra che lo porta al pareggio lo deve a tutti gli altri produttori di Barolo, che negli ultimi 40 anni si sono impegnati a fondo per innalzare la qualità e il valore di quel vino che lui adesso ha purtroppo svenduto.

Spero di vedere sempre meno casi del genere, ma mentre lo scrivo non ci credo nemmeno io.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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