Incredibile! Il Consorzio Primitivo di Manduria ha rinunciato alla DOCG2 min read

Che le acque non fossero calme si sapeva, che ad un certo punto si fossero fortemente agitate era anche questo noto, ma che addirittura il CDA del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria gettasse la spugna, era assolutamente imprevedibile.

Anche se le posizioni tra i produttori sembravano difficilmente conciliabili, si sperava in un epilogo diverso e che finalmente questa modifica al disciplinare del Primitivo di Manduria per l’attribuzione della DOCG andasse veramente in porto. Arriva quindi non inaspettata, ma accolta con grande delusione.

La dichiarazione del presidente del Consorzio Novella Pastorelli è chiara “Non ci sono i presupposti per portare avanti la modifica presentata alla Regione Puglia nel 2020 del disciplinare del Primitivo di Manduria che prevede il passaggio dalla DOC Primitivo di Manduria alla DOCG Primitivo di Manduria. La decisione maturata già a metà maggio è stata condivisa all’unanimità dal CDA in una serie di pre – consigli al termine dei quali è prevalso il senso del bene comune”.

Si apre così una altro difficile periodo per la vita del Consorzio, che nella sua storia in verità non ha mai avuto momenti tranquilli, specie negli ultimi anni. L’alternarsi alla presidenza, dopo quella di Mauro di Maggio, di ben due presidenti durati entrambi pochi mesi, sino ad arrivare alla presidenza attuale, non era certo un augurale viatico.

Ma perché si è arrivati a questa situazione e soprattutto quali sono le posizioni al momento inconciliabili? Pomo della discordia: l’imbottigliamento. Alcuni, con la DOCG vorrebbero che avvenisse in zona di produzione, mentre altri vorrebbero che la situazione restasse immutata, permettendolo anche fuori zona, visto che ad oggi quest’ultimo rappresenta circa il 63% del totale.

Al tavolo di concertazione e coordinamento a cui si andrà entro il 2022 le posizioni sono chiare e fare muro contro muro non gioverà a nessuno. La paura di chi produce vino che soprattutto viene imbottigliato fuori zona è che si perda mercato e che i grossi imbottigliatori facciano un passo indietro. Però, come sostiene qualcuno, se fosse fatto salvo il rapporto pregresso questa considerevole fetta di mercato sarebbe salva.

Altra posizione forse più articolata potrebbe essere quella di lasciare le cose come stanno per la DOC Manduria e l’obbligo di imbottigliamento in zona, riguarderebbe solo la DOCG. Altra scenario è invece quello di riservare all’imbottigliamento in zona solo la menzione qualitativa Gran Selezione, prevista nella bozza di disciplinare DOCG e lasciare alla DOC l’imbottigliamento fuori areale. Come si può desumere non sarà facile incastrare i pezzi in questo puzzle.

Di certo il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria non ci ha fatto una bella figura, avvalorando maggiormente le posizioni di chi da anni se ne è tirato fuori e che guarda caso rappresenta buona parte della produzione di qualità.

Si è forse persa un’occasione per un rientro di alcune aziende che avrebbero visto nella DOCG, se veramente migliorativa, la possibilità di qualificare ulteriormente l’intero territorio. Non spetta certamente a noi suggerire soluzioni, ma di certo questa situazione se perdurasse non porterebbe vantaggi a nessuno.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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